In macchina, si procede verso il Massachusetts. C'è della musica in sottofondo, come sempre.
Lui guida con entrambe le mani attaccate al volante, la faccia è seria, tremendamente seria, tanto seria da farlo sembrare inconsapevole di tutto quell'ammasso di terra lì fuori.
"Sei una stronza. Una stronza. E io ho perso tutto questo tempo a credere che almeno mi volessi bene. Hai saputo sputarmi in faccia tutte le parole più terribili che io potessi sentirmi dire senza neanche renderti conto di quanto per me fossero terribili. O forse lo facevi apposta. Come quando mi dicevi 'spero tu tutto bene'. Ma tutto bene che cosa esattamente? Tutto bene dopo che sei venuta a raccontarmi della tua ultima scopata incluso 'grazie per l'ascolto', dopo che ti ho detto 'ti amo' e mi hai risposto 'teniamoci in contatto'? Odio sprecato. Sputarmi addosso tutte quelle cose, ma hai presente che a un certo punto subentra l'esasperazione, che non rimango indifferente a tutte le tue stupide cose, sa Dio quanto mi piacerebbe, ma... io non voglio più sentirti. Tu non sei mia amica, sei una stronza!"
E proseguì su quella lunga strada. Con la musica in sottofondo, re per un giorno.