Film stilisticamente semplice e pulito, molto british, racconta in modo non scontato una storia viva, fatta di ideali sbagliati, di un malcontento sociale, di violenza e razzismo anche attraverso spezzoni di immagini documentario accompagnate da un'azzeccata colonna sonora. E' una riflessione sull'odio, una condanna al pregiudizio razziale, all'ideologia nazionalista e razzista, ma soprattutto uno spaccato della cultura skinheads degli anni ottanta in Inghilterra, il sottoproletariato inglese del governo di Margaret Thatcher, della guerra delle isole Falklands, dei punk, delle dr.Martens. Un fenomeno di aggregazione e un microcosmo fatto anche di affetti e valori positivi, non solo di capelli rasati e anfibi. Il messaggio politico arriva chiaro, attraverso una storia all'America History X, di personaggi fragili, ma con una vena ironica e più leggera. Il ragazzino privo della figura paterna di riferimento, si lascia subito coinvolgere dal gruppo di ragazzi più grandi, miticizzandoli e imitandoli per sfogare una rabbia e un odio dovuti alla perdita di suo padre in guerra, quest'incontro segnerà la fine della sua infanzia. Emotivamente forte, perfetto esempio di cinema verità, una di quelle pellicole che viste in lingua originale acquista valore. Bellissime le musiche di Ludovico Einaudi e geniale la sequenza delle foto dei soldati morti scandita dal reggae di Toots & The Maytals.
Voto: 7