Ero in procinto di proseguir l’incursione nel mondo Acid Jazz, soliti lettori: in programma, una puntata tutta dedicata alla variazione in chiave di funk del genere. Quand’ecco, all’improvviso (immagino a causa del fine settimana eccessivamente impregnato di jazz), mi son detta che – forse - il troppo stroppia.
E sia, dunque: stoppiamo temporaneamente il jazz. Acido o basico che sia.
Signori, diamo la parola al puro funk.
Meglio ancora se tutto italiano.
Eccomi dunque a presentarvi una manica di groovemen, raggruppatisi in band nel lontano 1991 e tuttora in attività. Autori di brani che voialtri giovini dalla parlata easy potreste ben incasellare come «funkettoni», «pezzi che tirano» e simili definizioni.
«Bando alle ciance, Scribacchina: di chi caspita stai parlando?»
«L’abitudine a prologare ti fa straparlare. Per una volta, falla breve e proponi ‘sto gruppo»
«Minimo tirerai fuori Alan Sorrenti, hehe… ah no, parlavi di un gruppo, giusto?»
C’avete ragione pure voi, soliti lettori: ultimamente son prolissa.
Ebbene, taglierò corto. I musicisti di cui oggi voglio proporvi l’ascolto sono i Ridillo, gruppo soul-funk tutto italiano.
Mirabili musicisti, intelligenti affabulatori.
E che ironia nei loro testi, signori miei!
Ironia, ammiccamenti, citazioni a go-go (pure la pessima opera del Mogol, m’han citato…), testi in bilico tra detto e non detto. Sento e non sento.
Sornioni e sorridenti quanto basta.
E giacchè qui siam sul mio blog, ovverosia in casa mia, mi permetto di proporvi una personalissima selezione scribacchinica dell’opera dei Ridillo. Se poi pensate che vi sian pezzi migliori di quelli proposti, beh, ve ne farete una ragione: qui, a far il bello e il cattivo tempo, c’è una donzella bassista. Evidentemente di parte, giacché le decisioni le prende dopo aver attentamente sezionato il giro di basso.
Partiam con un brano recente, pezzo che vi strizza l’occhio dall’inizio alla fine, titolato L’elastico:
E tu, solito lettore che citasti Alan Sorrenti, sentiti un po’ il seguente brano, titolato Figli Di Una Buona Stella. Immagino sia pane pei tuoi denti:
E ancora, l’incantevole Mangio Amore (brano che ai tempi divorai – in maniera figurata, s’intende), Funk Lab e Il Poeta Si Diverte (musica dei Ridillo, testo di Aldo Palazzeschi – signori miei: se non è classe, questa…):
Infine, La Vera Disco (apertura con l’accoppiata basso-piano Rhodes, giusto per accontentar noialtri bassisti), e Aroma Funky:
E mentre voialtri v’ascoltate i Ridillo, Scribacchina torna alle sue bisogne.
Già lo sapete: mica si vive (e si scrive) di sola musica. Purtroppo.
À bientôt, soliti lettori.