Three to Play – Episodio 1

Da Videogiochi @ZGiochi

Three to Play – Episodio 1

È tempo di nuove rubriche in quel di Z-Giochi che festeggia i suoi quattro anni proponendovi contenuti freschi e di immediata consultazione. Vista la gran quantità di free-to-play rilasciati negli ultimi mesi, abbiamo pensato di raggruppare i nostri pareri all’interno di una rubrica che non avrà una cadenza fissa, con lo scopo di analizzare in maniera comunque seria ma più leggera quei titoli (tre per volta) che sempre più spesso scarichiamo sui nostri PC, perché gratis e al tempo stesso poco esosi in termini di richieste hardware. Non sempre, però, anzi sarebbe più opportuno dire “raramente”, i così chiamati free-to-play ci ripagano del tempo speso per il download, proponendoci gameplay vergognosamente abbozzati e fasi di gioco dannatamente noiose.

Per la nostra prima puntata della rubrica Three to Play abbiamo scelto di rimboccarci le maniche per affrontare Battle Islands, strategico di DR Studios e 505 Mobile Games, Firefall, un MMO che segna l’esordio nel mondo di videogiochi da parte di Red 5 Studios e, per finire, di Royal Quest sviluppato da Katauri, gli stessi developer del famoso ed apprezzato King’s Bounty.

BATTLE ISLANDS

Gli strategici free-to-play con elementi social vanno sempre più di moda, l’ultimo arrivato è Battle Islands, titolo ambientato nella Seconda Guerra Mondiale che consente di creare la propria isola militare in modo tale da immergersi in questo conflitto storico. Nessuna trama a sostegno, ma subito un tutorial sul posizionamento delle difese per le varie strutture, di cruciale importanza, da difendere ad ogni costo. Diversamente da altri giochi, la struttura ad isole rende molto complessa la costruzione di un accampamento militare ben curato anche a causa dei vari ostacoli come alberi e pietre, e soprattutto nelle prime fasi quando le risorse sono molto limitate. I combattimenti potrebbero in tal caso risultare abbastanza proibitivi, visto che per accumulare unità di un certo livello bisognerà affrontare almeno una settimana di gioco piuttosto costante.

Le missioni della modalità campagna sono varie, ma più che rappresentare una vera e propria modalità di gioco risulta essere un allenamento a quel che verrà, agli scontri per cui servirà una buona strategia d’attacco: andare a testa bassa non servirà a nulla, ma andranno ponderate mosse, numero di unità da schierare e dove utilizzarle. Queste si differenziano in fucilieri, artiglieri, veicoli come i carro armati, ma in nostro aiuto verranno anche imboscate realizzate con l’ausilio di mine e trappole. Peccato non poter riutilizzare le truppe già schierate e sopravvissute, costringendoci così a ricostruire da zero la nostra armata. L’azione di gioco è piacevole anche grazie alla scalata alle classifiche e ad alcuni aspetti social connessi all’account Facebook, ma l’accessibilità free-to-play va via via svanendo, e il giocatore si sentirà quasi oppresso ed obbligato a spendere moneta reale per i potenziamenti che richiedono un numero di risorse troppo alto. Dal punto di vista tecnico è un titolo sufficiente: il comparto grafico non eccessivamente elaborato permette la riproduzione del gioco su una vasta gamma di hardware, e possiamo fare un discorso analogo sul comparto sonoro: sono presenti pochissimi brani musicali e gli effetti utilizzati sono sì buoni, ma non spiccano di certo per qualità.

PERCHÉ GIOCARLO: varietà di unità e strutture, classifiche online e aspetti social.

PERCHÉ NON GIOCARLO: alla lunga il free-to-play viene meno, per gli upgrade servono troppe risorse e si è invogliati a mettere mano al portafogli.

Parere a cura di Giorgio Tiretti

FIREFALL

L’avvento delle console di nuova generazione ha reso tutto il mondo videoludico un campo di battaglia, ed in questo terremoto poco caotico per le nuove uscite, ma decisamente di più per la guerra alla risoluzione e al numero di fotogrammi per secondo a cui gira questo o quell’altro titolo multi-piattaforma, che gli sviluppatori meno conosciuti non si è dato per vinto, anzi, si sono fatti forza per creare nuovi piccoli capolavori. È così che introduciamo Red 5 Studios, un gruppo di menti che in passato ha lavorato alla prima versione del più giocato MMO di sempre, World of Warcraft, ed è appunto da questo manipolo di sviluppatori che nasce l’idea di creare un MMOTPS come FireFall.

Come da copione MMO, la trama non è mai l’elemento fondamentale del gioco, tutte le quest gravitano attorno al filone principale della storia, magari fornendo qualche spunto per delle sotto-trame abbozzate, ma è la possibilità di cooperare con compagni di squadra abili nel farming e nell’azione in terza persona che attira videogiocatori di tutto il mondo su questo free-to-play. Azione che incalza fin dalle prime battute di gioco: in un futuro prossimo, la razza umana entra in contatto con alieni giunti fino a noi (forse) per errore, venendo a conoscenza di un materiale alieno dal potenziale sconosciuto, la Crystite. Non ci vuole molto prima che gli umani attribuiscano a questo materiale un valore enorme, che porta a tempi di prosperità e notevole crescita tecnologica, a cui seguiranno cruente guerre tra razze. Lo scenario dipinto è chiaramente apocalittico e a noi toccherà scegliere una delle cinque classi disponibili per il nostro eroe (modificabili durante il corso della partita): Assaltatore, Biotico, Dreadnaught, l’Ingegnere ed il Recoon. Il sistema di loot è lo stesso che si trova in tutti gli MMO, mentre le quest che seguono a filo doppio la trama principale verranno svolte in istanze che utilizzano un sistema di selezione dei giocatori, in base al livello degli stessi; ogni istanza potrà essere affrontata con un massimo di quattro giocatori e il loot è diviso equamente fra tutti i partecipanti. L’ambiente di gioco è vario ed estremamente caratterizzato, gli scenari sono curati, vivi di vegetazione e vi lasceranno a bocca aperta. Le tavolozze di colori fanno il loro dovere alla perfezione e anche a bassa risoluzione il gioco si presenta bene, non abbiamo riscontrato grossi bug, se non quelli comuni per i giochi che sono stati in lavorazione per così tanto tempo, e il fatto che gli sviluppatori siano sempre all’opera sugli aggiornamenti ci fa ben sperare sulla risoluzione degli stessi. Ottimo anche il lavoro svolto con le soundtrack e i rumori ambientali, davvero curati. Inoltre, pollice alto per la mancata presenza del negozio online, ciò ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo e ci fa ben sperare, soprattutto pensando che già ora alcuni potrebbero avere problemi nel PvP, figuriamoci se venisse introdotta la valuta reale per recuperare materiali rari o armature epiche.

PERCHÉ GIOCARLO: ottimi contenuti, classi e sottoclassi molto curate, comparti grafico e sonoro di pregio.

PERCHÉ NON GIOCARLO: PvP mal bilanciato, alcune problematiche tecniche legate al lungo sviluppo.

Parere a cura di Ivan Borriello

ROYAL QUEST

Katauri Interactive si è sempre resa nota nell’ambito dei giochi strategici, tra i suoi titoli più rinomati possiamo citare Space Rangers e King’s Bounty; tuttavia, la casa di sviluppo russa ha spiazzato l’audience, presentando recentemente un hack ‘n’ slash free-to-play dotato di una ben curata componente multiplayer: Royal Quest. Ambientato nell’affascinante mondo di Aura, qui magia e tecnologia coesistono alla perfezione e gli abitanti vivono in una terra ricca, con oltre 100 paesaggi che spaziano da rigogliose foreste, ad aridi deserti e freddi ghiacciai, donando all’intera ricostruzione scenica un’impressionante varietà ambientale. Appena entrati nel gioco, verremo posti dinnanzi alla creazione del personaggio, anche se c’è l’impossibilità di decidere la razza, visto che è presente solo quella umana, nonché della classe a cui apparterrà il nostro futuro alter-ego (guerriero, arciere, mago e ladro). Anche se la penuria di opzioni potrebbe far storcere il naso, è interessante sapere che una volta raggiunto il livello 20 si potrà scegliere un’ulteriore classe avanzata, che permetterà al proprio guerriero di utilizzare nuove mosse. La personalizzazione del personaggio è semplice: basterà decidere genere, colori, viso e capelli, dopodiché un nome. Da qui, ci si troverà in un piccolo tutorial che spiega come muoversi nel mondo di Aura, per poi giungere finalmente all’interno del mondo di gioco.

Preso possesso del nostro protagonista, saremo liberi di andare dove più ci aggrada e rimbalzare da città a città oppure uscire nella natura selvaggia uccidendo tutto ciò che si trova. Il gioco vanta un buon PvP, dove sarà possibile scontrarsi con altri giocatori in arene o in campi di battaglia, oppure assediare qualche castello di proprietà di qualche altro gamer. Ma la cosa più importante sono le quest: anche se spesso nello svolgerle ci sono sembrate noiose e monotone, quest’ultime non sempre si risolvono uccidendo mostri, alcune volte saremo chiamati a consegnare del materiale, oppure a cercare particolari oggetti da portare al nostro superiore. Parlando dei combattimenti, non sono sembrati particolarmente ispirati: tutto si basa sul classico “clicca sopra il nemico” e il vostro alter-ego vi si lancerà contro, con animazioni piuttosto semplici e ripetitive. Tuttavia è interessante sapere che le abilità sono acquisite al volo: ogni volta che si salirà di livello si potranno collocare i punti nell’albero delle abilità, acquisendone quindi di nuove o potenziando quelle che già si hanno.

Visivamente risulta essere luminoso e colorato, con un’impostazione grafica dei menù e dell’indicatore del mouse che ricorda molto da vicino World of Warcraft. Ogni personaggio è abbastanza dettagliato e diversificato e il primo impatto con le location di gioco è quello di trovarsi in un mondo fiabesco a metà strada tra Occidente ed Oriente, anche se Katauri poteva fare di più per rendere il tutto più avvincente. Le texture sono ben gestite, mentre le tante opzioni grafiche assicurano la possibilità di far girare il gioco anche su PC meno recenti, ma il comparto audio non strabilia, con musiche anonime e spesso fastidiose, ed effetti sonori nella media.

PERCHÉ GIOCARLO: l’assalto al castello in PvP, graficamente carino.

PERCHÉ NON GIOCARLO: quest spesso noiose, una sola razza, comparto audio migliorabile.

Parere a cura di Thomas Del Guercio


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