Da un paio di settimane è uscito THUNUPA (Parco della Musica Records, 2012) secondo album del giovane sassofonista pescarese Piero Delle Monache, classe 1982, del quale su questo blog ho già recensito, a suo tempo, il disco di esordio “Welcome” del 2010 (qui).
Il titolo particolare rievoca la leggenda sudamericana di un dio andino e di un vulcano boliviano e fa da sfondo a un percorso narrativo-musicale originale che ha impegnato in questi ultimi tempi il musicista dopo lunghi anni di gavetta, “anni rotolanti” nel titolo di uno dei brani del disco.
Il lavoro comprende nove composizioni originali, di cui una in due diverse versioni, che spaziano da brevi sketch solistici, ad affascinanti esecuzioni in quartetto con il contributo del pianista Claudio Filippini, già sideman di Mario Biondi, Maria Pia de Vito e Fabrizio Bosso, del bassista Tito Mangialajo e del batterista Alessandro Manzi, due esperti e apprezzati professionisti.Il primo brano si intitola Samar, termine arabo che significa “narrare storie” e ci propone una originale serie di evoluzioni solistiche sovrapposte con uno preciso sfondo ritmico monotono. Di seguito un breve assaggio
Il secondo brano, intitolato Ascolta se piove, è uno dei pezzi forti dell'album ed infatti verrà ripreso più avanti in una diversa versione. Il titolo ricorda il nome di una via di una cittadina della Normandia, un romantico ricordo dell'artista che gli offre lo spunto per evidenziare le sue eccellenti qualità liriche. Segue un breve schizzo solistico Aperol che scherzosamente immagina un dialogo fra un barista ed un avventore.
I successivi tre brani: Rollin' Years (Mr. Michael Blindlove), RW2 e Rue des Saisons costituiscono il nucleo centrale del disco, tre diversi temi, tutti avvincenti e non banali, che evidenziano le qualità compositive e interpretative del sassofonista con l'apporto significativo dei colleghi del quartetto. Ascoltiamo un estratto da Rollin' Years
Dopo un altro breve schizzo solistico, molto delicato, intitolato Sweetness, troviamo la ripetizione di Ascolta se piove,in una versione elettronico-onirica, con in evidenza anche il fender rodhes di Claudio Filippini.
Il brano successivo è quello che dà il titolo all'album e certamente il più suggestivo e innovativo con l'inserimento, in un contesto musicale evocativo, di voci narranti che leggono frasi di un libro che rievoca legende andine. Decisamente insolito e affascinante. Ascoltate questo breve estratto
Il tutto si conclude con un altro breve sketch solistico, questa volta del fender rodhes di Filippini, dal significativo titolo Dreamers.