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Thyssen tra lavoro, vita e giustizia: un precedente promettente

Creato il 16 aprile 2011 da Alessandro @AleTrasforini
A distanza di quasi quattro anni si ricordano morti tra fiamme, olio incandescente, grasso, fumo e nera cenere depositata ovunque. Sono passati molti giorni da quella notte, a cavallo tra 5 e 6 dicembre 2007.
I morti per ustioni se ne andarono lentamente, tra sofferenze atroci. Con la Sentenza di ieri, forse, si sono riscritte pagine importanti, soprattutto rivolte alla tutela di tutti quei lavoratori che, giornalmente, affidano ai datori di lavoro la propria integrità psico-fisica in cambio di denaro.
Con questo giudizio il tema della Sicurezza sul Lavoro trova una sponda fortissima con cui rafforzare appieno la sua necessaria idea di utilità.
Prevenire infortuni è essenziale, prescindendo da qualsiasi contesto produttivo.
Le armi per minimizzare gli incidenti sono notevoli, corredati da norme efficaci e ben strutturate: Documenti di Valutazione dei Rischi (DVR), Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), Deleghe di Funzione solo per citarne alcune.
Prevenire è possibile, va ricordato soprattutto in questi casi.
Il rogo della Thyssen è stato, per i giudici, omicidio volontario con dolo eventuale. Per l'amministratore delegato Herald Espenhahn sono state confermate le richieste fatte dal procuratore Guariniello: 16 anni e mezzo di reclusione.
Detenzioni a pioggia sono state comminate anche a tutti gli altri imputati, anch'essi accusati di omicidio colposo.
Si poteva prevedere, dunque.
Il precedente che questa sentenza potrà costituire avrà una portata potenzialmente devastante: niente avvenne per caso, gli impianti di gestione erano scarsamente manutenuti, con mancato utilizzo volontario delle necessarie misure di sicurezza. Un precedente come questo servirà, forse, ad affermare che i costi per la sicurezza non sono poi così inutili.
Prevenire significa sottrarre qualcosa all'utile immediato, ma prevedendo incassi maggiori per il futuro. Le parole del pm Guariniello confermano la portata della sentenza: "E' una svolta epocale, da oggi in poi i lavoratori possono contare molto di più sulla sicurezza."
Nonostante la sentenza, niente e nessuno potrà alleviare il dolore di quelle famiglie che hanno perso i loro cari.
La Thyssen, chiamata inevitabilmente a strutturare una strategia di difesa, aveva parlato di processo politico ed ideologico, votato a condannare il capitalismo.
In casi come questi, per fortuna, è evidente che non c'è capitalismo che tenga.
E'opportuno ripensare la struttura economica, connettendo temi come questi ad efficaci codici di responsabilità sociale di impresa: è opportuno ristrutturare i finanziamenti, investendo in opere di formazione ed informazione che impediscano il ripetersi di episodi così terribili ed, al tempo stesso, terribilmente evitabili.
Prevenire facendo sicurezza è un'attività necessaria, non più rimandabile: tutto questo va alla memoria dei morti per quella assurda strage: Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rondinò e Giuseppe Demasi.
Si poteva evitare, non finiamo mai di ripetercelo.
Al di là di qualsiasi Testo Unico o di qualsiasi legge a supporto, è opportuno usare questi episodi per rievocare lo spirito fondamentale dell'etica della sicurezza.
Il diritto del Lavoro e la Giurisprudenza hanno inferto all'ignoranza produttiva un colpo mortale, destinato a farsi sentire ancora per moltissimo tempo.
I poteri di spesa ed amministrazione delle risorse di bilancio potevano essere investite dai dirigenti in opere di manutenzione, miglioramento od attenta pianificazione delle opere di sicurezza e protezione: si poteva evitare, per usare parole poverissime.
Si poteva evitare, è meglio ripeterselo.
E' altrettanto doveroso ripetre le parole dell'uomo che quella notte chiamò i soccorsi, Piero Barbetta:
"[...]è la prima volta che vngono date delle condanne così pesanti a degli industriali di questa portata. E' una sentenza in un certo senso storica. [...]Resta tutto (nella mente di quella notte, nds). Sono ricordi che non svaniranno mai, anche quando il tempo avrà allontananto di molti anni quella tragedia. [...]"
La giustizia finirà di fare il suo corso, consapevole di avere iniziato a tracciare un sentiero comunque importante. Per il resto, attenti al processo breve: processi come questi vedono questa norma come un'impietosa Spada di Damocle.
THYSSEN TRA LAVORO, VITA E GIUSTIZIA: UN PRECEDENTE PROMETTENTE

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COMMENTI (1)

Da mogol_gr
Inviato il 22 aprile a 12:55
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Espenhahn Beppe Grillo.