Il suo nome è Lucia ma tutti la chiameranno Mimì, non saprà mai il perché. A mio avviso questo rende Mimì il personaggio più tragico della produzione operistica di Giacomo Puccini e forse di tutta la produzione melodrammatica che io conosca.
Nella Bohéme il colpo di genio di Puccini e degli autori del libretto, Giuseppe Giacosa e Luigi Illica è stato quello di sottolineare che Lucia ignora perché tutti la chiamino Mimì.
Nell'opera "il perché non so" c'è quando conosciamo Mimì per la prima volta e poco prima che Mimì muoia, "bella come un tramonto", quando rievoca quella "notte di luna" in cui incontra Rodolfo. Quel "perché non so", più drammatico della stessa morte di Mimì, cadenza l'intera Bohéme. Non è la morte di Mimì il dramma dell'opera di Puccini ma è l'oscurità intorno al suo nome. Non conosco le ragioni che hanno spinto gli autori della Bohéme a questa straordinaria invenzione e non mi pare che nel romanzo cui l'opera è ispirata, Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, si vada oltre la presentazione di "Mademoiselle Lucile, surnommée Mademoiselle Mimi".
Egon Schiele, La morte e la fanciulla, 1915
Museo del Belvedere, Vienna.
Il testo della canzone di Schubert è di Matthias Claudius, un poeta tedesco, esponente dello Sturm und Drang. Il testo, composto da due asciutte quartine, è di una essenzialità che toglie il fiato.
La morte e la fanciulla
La fanciulla:
Via, ah, sparisci!
Vattene, barbaro scheletro!
Io sono ancora giovane, vai via!
E non mi toccare.
La morte:
Dammi la tua mano, bella creatura delicata!
Sono un'amica, non vengo per punirti.
Su, coraggio! Non sono cattiva,
dolcemente dormirai fra le mie braccia!
Matthias Claudius (1740 – 1815)
L'accostamento di morte e bellezza è ineludibile e probabilmente l'una non esisterebbe senza l'altra.
Non so se Illica e Giacosa abbiano realmente fatto riferimento al tema della morte e della fanciulla ma io ho sempre immaginato che i due librettisti della Bohéme abbiano pensato che la morte chiama per nome le sue fanciulle e quel nomignolo, Mimì, potesse servire ad ingannare la grande mietitrice, almeno per un po' di tempo.
Quell'inganno, come sappiamo, non è servito ad allontanare il destino di Mimì.