Per il via libera dell'accordo e' gia' in calendario, prima della firma, il cda di Telecom Italia Media. Della nuova realta' che si verra' a creare non entrera' a far parte una terza frequenza di Telecom, il canale 55 Uhf, che verrebbe comunque affidata in gestione alla nuova societa' Timb-Rete A. La scelta di escludere il terzo multiplex e' legata alla volonta' di Telecom Italia di valutare in futuro diverse opzioni per la destinazione di tale infrastruttura.
La trattativa, che e' iniziata a ottobre scorso quando i due gruppi con una nota ufficiale avevano annunciato la firma di un memorandum of understanding, ha subito piu' rallentamenti anche per la successiva scelta di Telecom di mantenere la proprieta' di un mux. La nuova realta', secondo lo schema emerso nel corso della trattativa, sara' controllata al 70% da Telecom e al 30% da L'Espresso. Le valutazioni circolate per il perimetro societario comprendente tutti e cinque i multiplex ammontavano a circa 500 milioni di euro. E' molto probabile che l'operazione non passera' al vaglio dell'Antitrust visto che non vengono superate le soglie di fatturato che fanno scattare l'intervento dell'Autorita'.
I tre multiplex per la trasmissione della banda tv di proprieta' di Telecom Italia Media hanno una copertura media del 95% della popolazione italiana e l'affitto della banda alle emittenti televisive ha originato nel 2013 ricavi per circa 74 milioni.
I principali canali ospitati sono La7 del gruppo Cairo, Mtv e Mtv Music di Viacom, Real Time e D-Max di Discovery. I due multiplex di Rete A, che in base all'ultimo bilancio disponibile del 2012 hanno una copertura del 90%, hanno generato ricavi intorno ai 26 milioni lo scorso anno e ospitano, tra gli altri, Deejay Tv, Cielo di Sky Italia, LaEffe del gruppo Feltrinelli e Focus di SwitchoverMedia (passata lo scorso anno a far parte di Discovery)
Una volta completata l'integrazione, l'intenzione sia da parte di Telecom sia da parte dell'Espresso, secondo indiscrezioni, e' quella di valutare offerte per il nuovo operatore di rete creato avviando cosi' un disimpegno dal settore televisivo. E' possibile che i principali interessati al business delle frequenze tv possano essere fondi di investimento infrastrutturali o comunque private equity.