Ti prego lasciati odiare - Anna Premoli

Creato il 06 marzo 2013 da La Stamberga Dei Lettori

I Contenuti
Jennifer e Ian si conoscono da sette anni e gli ultimi cinque li hanno passati a farsi la guerra. A capo di due team nella stessa banca d’affari londinese, tra di loro è da sempre scontro aperto e dichiarato. Si detestano, non si sopportano, e non fanno altro che mettersi i bastoni fra le ruote. Finché un giorno, per caso, sono costretti a lavorare a uno stesso progetto: gestire i capitali di un nobile e facoltoso cliente.
E così si ritrovano a dover passare molto del loro tempo insieme, anche oltre l’orario d’ufficio. Ma Ian è lo scapolo più affascinante, ricco e ambito di Londra e le sue “frequentazioni” non passano mai inosservate: basta un’innocente serata trascorsa in un ristorante, per farli finire sulla pagina gossip di un noto quotidiano inglese. Lei è furiosa: come possono averla associata a un borioso, classista e pallone gonfiato come Ian? Lui è divertito, ma soprattutto sorpreso: le foto con la collega hanno scoraggiato tutte le sue assillanti corteggiatrici. E allora si lancia in una proposta indecente: le darà carta bianca con il facoltoso cliente se lei accetterà di fingersi la sua fidanzata. Sfida accettata e inizio del gioco! Ben presto però, quello che per Jennifer sembrava uno scherzo, si rivela più complicato del previsto e un bacio, che dovrebbe far parte della messa in scena, scatena brividi e reazioni del tutto inattesi…
La Recensione
Finalmente un romanzo di genere rosa scritto come si deve, dal principio alla fine. Non mi metterò ad analizzare tutti i personaggi o le situazioni, questo perché, il testo mi è piaciuto e non voglio svelarne tutti i retroscena.La protagonista, un'affascinante donna in carriera molto risoluta e ferma nelle sue posizioni, si scontra con un uomo tanto bello quanto superficiale, secondo lei almeno. In un ritmo serrato di dialoghi, assisteremo a una battaglia all'ultimo sangue che ci condurrà sui sentieri morbidi del cuore. In un ambiente di lavoro professionale, Jennifer ci mostrerà tutti i lati della sua combattiva personalità, dimostrando, come spesso accade, che il pregiudizio non porta proprio da nessuna parte, se non a farci un'idea sbagliata del soggetto che stiamo giudicando a priori negativamente. Ian da parte sua invece, racconterà ad un pubblico femminile, più attraverso i gesti che le parole, la scoperta della propria fragilità di uomo e il desiderio di attaccamento verso una donna che lo farà letteralmente uscire fuori di testa.Trovo che il climax di tensione sia ben distribuito durante tutto il corso della vicenda, la protagonista viene caratterizzata in un modo e questa scelta caratteriale viene portata avanti fino alla fine; il protagonista maschile a tratti appare un pochino debole, ma soltanto perché si trova ad essere attratto sempre di più da una donna che in principio rendeva difficile persino parlare del costo di un pacchetto di caramelle senza costringerlo ad alzare la voce. Ho letto in un'intervista che l'autrice, per scrivere il romanzo si sia ispirata ai romanzi "Regency", ma di cosa tratta questo genere?

"Il romanzo Regency è ambientato rigorosamente nel periodo che va dal 1911 al 1820, con ambientazione preferibilmente inglese o coloniale.Questo periodo, durante il quale re Giorgio III, incapace di governare a causa della pazzia, fu sostituito dal figlio, divenuto nel 1820 re Giorgio IV, fu segnato dalle guerre napoleoniche, ed è diventato terreno fertile per la narrativa, in quanto si tratta, per l’Inghilterra, di un’epoca di passaggio capace di fornire molti spunti letterari. O forse è meglio dire inesauribili, visto che ancora oggi il genere Regency non conosce tramonto.Dal rigore dell’epoca vittoriana, nell’epoca della reggenza si va incontro a un diffuso lassismo nei costumi dell’alta società, che seguendo le mode dettate dal giovane reggente, dedito al gioco e alle feste, si uniforma a nuove regole di etichetta e abbigliamento.Gli echi delle battaglie nel Continente giungono attraverso gli ufficiali, che diventano parte integrante della narrativa Regency decretando una volta per tutte “il fascino della divisa” sulle giovani donne. Già in orgoglio e pregiudizio, così come in persuasione, questi elementi entrano a far parte dell’universo femminile narrato dalla Austen: l’infido Wickam, che seduce la giovane Lydia dopo aver affascinato tutta la famiglia Bennett, Wentworth, antico e imperituro amore di Anne Elliott rappresentano due aspetti del rapporto fra le fanciulle inglesi e il lontano mondo militare.L’aspetto più importante resta, nel genere Regency, il mercato matrimoniale, che si svolge principalmente durante la Stagione Londinese, nel periodo in cui i Lord risiedono nella capitale per partecipare alla Camera. Feste e balli hanno lo scopo principale di mettere in mostra le giovani in età da marito e di combinare per entrambe le parti matrimoni vantaggiosi.Non si possono dimenticare le vicende che d’estate si svolgono nelle varie tenute di campagna, così come gli intrecci che avvengono fra i possidenti terrieri, meglio se almeno in possesso di un Mr. davanti al nome.Rare le problematiche sociali, ma non assenti: l’inizio dell’era industriale non può restare fuori dal mondo dorato raccontato nel genere." Fonte

Anna Premoli è stata definita "il primo vero caso italiano di successo passato attraverso l'autopubblicazione". L'autrice non ambisce a vivere di scrittura, dal canto mio però, spero che si dedichi alla stesura di un nuovo romanzo. Diciamoci la verità, questo tipo di letteratura è passibile di critica da tutte le parti e non sono io, a volerne giudicare i contenuti o a salire sul podio dell'illeggibilità conferendole una medaglia; ritengo soltanto che, oggettivamente, sia scritto con criterio, includendo tutti gli elementi che fanno di un romanzo rosa un vero romanzo di genere. Apprezzabile l'inserimento di scene sessuali velate, che visto il periodo, sono una rarità :) meno apprezzabile l'inserimento di qualche parolaccia; nonostante infatti, in due situazioni calzi perfettamente l'uso di alcune parole forti, non sono un'amante di suddette parole anche se oggi come oggi, viene quasi naturale accettarle, visto soprattutto il cambiamento d'uso del linguaggio.

Se dovessi trovargli un difetto, sarebbe senza ombra di dubbio il voler usare la prima persona per raccontare le vicende. La prima persona è un espediente immediato, semplice e di facile attuazione, peccato che non ci permetta di scoprire i sentimenti e le sensazioni di Ian che, come ho scritto più in alto, intuiremo dalle sue azioni e non dai suoi pensieri.Pur non essendoci una trama molto originale, trovo invece i dialoghi ben costruiti e la scelta di un ambiente lavorativo che accoglie entrambi i protagonisti, una piacevole novità che spero di ritrovare anche in altri romanzi di genere.Per terminare la recensione, riporto l'intervista pubblicata su Wuz.Anna Premoli: non farò della scrittura il mio lavoro, scrivo quando ne ho vogliaDall'e-book in self-publishing alla libreria, 5 ristampe in 3 settimane e il romanzo è subito in classifica. Ti prego, lasciati odiare di Anna Premoli -una commedia brillante sulla competizione uomo-donna nel mondo del lavoro, con annessi sentimentali-, è un nuovo caso interessante di auto-promozione che diventa successo.Lei parla della scrittura come "metodo antistress", ma la sua biografia racconta anche la storia di una donna esperta di mercati finanziari e dunque in sintesi dotata di forti capacità di analisi.Quanto ha influito questa sua preparazione nella creazione dei suoi romanzi? Quanto sono frutto di una corretta analisi, di uno studio degli elementi del romanzo rosa da ricomporre per dare vita a un libro destinato al successo?Non ho mai scritto nulla pensando che un giorno l'avrei pubblicato, quindi non c'è stato più di tanto grande lavoro di preparazione o di ricerca. Scrivere mi serviva e mi serve ancora per staccare, per svagare la mente. Io poi scrivo a braccio, senza decidere prima come evolverà la storia.L'idea nasce proprio mentre sto scrivendo. Sono i personaggi, man mano che gli do vita, a indicarmi la strada da seguire.Quando ha deciso di auto-pubblicare i suoi libri immaginava già questa attenzione da parte del pubblico?  Al di là dei titoli, certamente ben scelti, che strategia ha adottato per farsi notare nel mare magnum del self-publishing? Basta il passa-parola? È necessaria anche una strategia marketing tra blog, social network e altro? Quali consigli darebbe a un'aspirante scrittrice  che volesse tentare la sua stessa strada?Mi sono trovata autopubblicata solo perché mio marito mi ha forzato la mano e ha deciso di provare per gioco questa strada dopo che io mi ero rifiutata di mandare il testo agli editori classici.Nel mio caso è bastato il passaparola, anche perché non ho mai voluto farmi alcun tipo di pubblicità: niente blog, niente social network, niente di niente. È stata una scelta voluta.I risultati inattesi hanno stupito prima di tutto me stessa. Ero convinta che il mio libro sarebbe rimasto nascosto nel mare di libri proposti.  Dopo aver sperimentato il successo nel self-publishing arriva quello tradizionale del libro stampato (può raccontarci brevemente come è nata la collaborazione con Newton?). Il suo romanzo è entrato tra i primi titoli nella classifica nazionale.È cambiato il suo approccio alla scrittura? Diventerà la sua principale attività?
La Newton è molto attenta alle classifiche dei vari store di ebook e vedendo recensioni e dati di classifica dei miei libri mi ha contatto direttamente l'agosto scorso.Hanno letto Ti prego lasciati odiare, gli è piaciuto e mi hanno voluta con loro. Ma non è proprio mia intenzione fare della scrittura il mio lavoro: ne ho già uno che mi piace molto. L'approccio alla scrittura rimane poi sempre lo stesso: scrivo quando ne ho voglia, senza forzarmi, quando sento nascere l'esigenza.
Le ambientazioni italiane dei romanzi rosa funzionano raramente. Infatti il suo romanzo è ambientato a Londra. Una scelta legata a esperienze autobiografiche?Non esattamente. Ho scelto Londra in omaggio ai romanzi regency anglosassoni, ma anche perché è una realtà che tanti italiani conoscono.I suoi protagonisti lavorano per una banca d'affari londinese. Lei ha lavorato per la "famigerata" J.P. Morgan. Anche qui, quanto di autobiografico troviamo nel romanzo? Nella caratterizzazione dei personaggi troviamo elementi ispirati alla realtà?È chiaro che conosco l'ambiente finanziario, in fondo è l'aria che respiro da circa un decennio ormai. Ma non c'è molto di autobiografico nel romanzo e non ho mai voluto scendere in dettagli troppo tecnici. I personaggi sono solo frutto della mia immaginazione.

Per scegliere il linguaggio e la scrittura da adottare - ricchissima di dialoghi e scarna nelle descrizioni - si è ispirata ad altri romanzi di genere? Lei legge abitualmente romanzi rosa?
Io leggo moltissimo e in realtà apprezzo sia gialli che romanzi rosa. Ma da cinque anni ormai leggo quasi solo in inglese, quindi può essere che il mio modo di scrivere risenta di quest'abitudine.Non ho riflettuto molto sul "come" scrivere prima di iniziare, mi è venuto naturale. Anche da lettrice amo molto i dialoghi perché reputo che in questo modo il testo risulti più scorrevole e che sia più facile immedesimarsi nel personaggi.
Sta già scrivendo un nuovo romanzo? Se sì, può anticiparci qualcosa?
Sto scrivendo, ma è troppo presto per parlarne. Chissà cosa ne verrà fuori.
Fonte dell'intervista                                                                          
Giudizio: +4stelle+
Articolo di Romina Carboni

Dettagli del libro
  • Titolo: Ti prego lasciati odiare
  • Autore: Anna Premoli
  • Editore: Newton Compton 
  • Data di Pubblicazione: 3 gennaio 2013
  • Collana:  Anagramma
  • ISBN-13: 978-8854147928
  • Pagine: 318
  • Formato - Prezzo: Euro 14,90 (Disponibile anche in ebook a euro 3,49)


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