Ti prego lasciati odiare di Anna Premoli

Creato il 01 marzo 2013 da Nasreen @SognandoLeggend

Nata nel 1980 in Croazia, Anna Premoli nel 1987 si è trasferita a Milano, dove si è laureata in Economia dei mercati finanziari, presso la Bocconi. Ha lavorato alla J.P.Morgan e, dal 2004, al Private Banking di una banca privata, dove si occupa di consulenza finanziaria e ottimizzazione fiscale. La matematica è sempre stata il suo forte, la scrittura invece è arrivata per caso, come “metodo antistress” durante la prima gravidanza. Ti prego lasciati odiare è stato pubblicato in ebook nell’estate 2012, ed è subito salito ai primi posti nella classifica dei libri più scaricati. Questa è la sua versione cartacea.

 

Titolo: Ti prego lasciati odiare
Autore: Anna Premoli
Serie: //
Edito da: Newton Compton (Collana: Anagramma)
Prezzo: 9.90 € (ebook)
Genere: Romanzo rosa
Pagine: 320 p.
Voto:

Trama: Jennifer e Ian si conoscono da sette anni e gli ultimi cinque li hanno passati a farsi la guerra. A capo di due team nella stessa banca d’affari londinese, tra di loro è da sempre scontro aperto e dichiarato. Si detestano, non si sopportano, e non fanno altro che mettersi i bastoni fra le ruote. Finché un giorno, per caso, sono costretti a lavorare a uno stesso progetto: gestire i capitali di un nobile e facoltoso cliente. E così si ritrovano a dover passare molto del loro tempo insieme, anche oltre l’orario d’ufficio. Ma Ian è lo scapolo più affascinante, ricco e ambito di Londra e le sue “frequentazioni” non passano mai inosservate: basta un’innocente serata trascorsa in un ristorante, per farli finire sulla pagina gossip di un noto quotidiano inglese. Lei è furiosa: come possono averla associata a un borioso, classista e pallone gonfiato come Ian? Lui è divertito, ma soprattutto sorpreso: le foto con la collega hanno scoraggiato tutte le sue assillanti corteggiatrici. E allora si lancia in una proposta indecente: le darà carta bianca con il facoltoso cliente se lei accetterà di fingersi la sua fidanzata. Sfida accettata e inizio del gioco! Ben presto però, quello che per Jennifer sembrava uno scherzo, si rivela più complicato del previsto e un bacio, che dovrebbe far parte della messa in scena, scatena brividi e reazioni del tutto inattesi…

Estratto


Recensione

di Akikorossella

Ecco a voi l’ennesima montatura mediatica, la nuova trovata pubblicitaria della Newton Compton, che deve avere un ufficio marketing da far impallidire anche quello di Amanda Knox.

Stiamo parlando di un romanzetto rosa da spiaggia, di quelli usa e getta che prendi in edicola per passare il tempo mentri aspetti che tuo figlio esca dall’acqua o finisca la partita di beachvolley.

Per carità, nulla di male in tutto ciò, nessuno dice che tali libri non debbano esistere o che non siano godibili: il romanzo in questione è piacevole da leggere, scorre via molto velocemente – si legge in due o tre orette al massimo -, ha una scrittura semplice e priva di fronzoli o descrizioni noiose. Ma da qui a dire: “Se è un caso editoriale ci sarà un perché”, come recita la copertina, ce ne passa eccome. Questo non è un caso editoriale, è semplicemente un viral marketing coi fiocchi.

L’autrice esce da una discreta esperienza di auto-pubblicazione, in cui ha riscosso molto successo con i suoi due e-book fotocopia, che sono stati scaricati in quantità notevoli. La casa editrice l’ha notata e ha subito capito che la trama stereotipata si poteva adattare davvero bene a una campagna di martellamento neuronale su larga scala. Dato che gli Harmony e pseudo-Harmony mascherati da romanzi vanno tanto di moda, la Newton ha colto la palla al balzo. Nulla di male nel pubblicare un libro di questo tipo, ripeto, però non prendiamo i lettori per i fondelli!

La trama è la solita dai tempi di Catullo, ovvero il tira-e-molla, odi et amo. Il Principe Azzurro che detesta Cenerentola, ma che poi improvvisamente rimane tramortito dalla sua acidità e se ne innamora disperatamente.

“«Io e te siamo un errore», gli ripeto ancora, ma lui non si scompone.
«E allora facciamo questo errore, al resto penseremo dopo», mi dice.”

La storia inizia con delle simpatiche scenette di odio profondo tra i due protagonisti, Ian e Jennifer, colleghi di lavoro. I due non perdono occasione per scannarsi a vicenda e, addirittura, arrivare alle mani.

“«Sono felice di farti sorridere in una giornata così difficile
per te. Non avevi una presentazione diciamo… un’ora fa,
Jenny?», mi chiede sapendo bene di andare a segno.
«Bastardo», sibilo entrando finalmente nell’ascensore.
Ops, credevo di averlo solo pensato, ma è evidente che non
è così.
Ian mi segue e ridacchia.
«Io sarò anche in drammatico ritardo, ma tu come mai entri
a quest’ora? Uno ligio al dovere come te in genere non perde
occasione per farsi notare…», gli dico aspra come una mora
colta molto prematuramente.
«Colazione con una cliente», dice con tono neutro, per nulla
scalfito dalla mia accusa.
Certo, Ian porta fuori tutte le clienti. Si dice che svengano
davanti a lui.
A essere sincera, è probabile che svenga tutta la popolazione
femminile di questo edificio. E anche di quello di fronte. E
quello nella via accanto…
Mi fa molto piacere essere l’unica a non farlo.”

Ma chi è Ian? Ovvio, è lo strafigo-principe-miliardario che spopola tra le modelle e appare su tutti i giornali, il classico scapolo d’oro. Una persona superficiale che ama la vita mondana e le modelle stupide e ignoranti, possibilmente bionde. Sì, perché in questo libro qualunque donna dai capelli diversi dal color topo di fogna della protagonista, che non sia insulsa e bruttina come lei, è immancabilmente una gallina idiota, priva di qualsiasi titolo di studio e occupazione. Le belle donne in questo libro sono tutte viziate e dedite all’organizzazione di eventi. Alla faccia della Stefanenko, che è laureata in ingegneria meccanica pur essendo una modella. L’autrice forse si è vista soffiare un fidanzato da una bella ragazza, perché non perde occasione per sottolineare, attraverso la caratterizzazione dei personaggi femminili, quanto ignoranti e prive di valori siano le modelle. Questo aspetto non è solo un pensiero della protagonista, il che potrebbe essere perfettamente coerente, ma è dimostrato anche nei fatti narrati e nei dialoghi: a sentire le modelle aprir bocca c’è da mettersi le mani nei capelli, nessuna esclusa.

Quindi una prima nota dolente del libro è proprio la stereotipizzazione dei personaggi, sia secondari che principali. Non solo le modelle, ma anche Ian e Jenny non brillano per originalità. Jenny è la tipica secchiona sfigata, per di più vegetariana e proveniente da una famiglia hippy (per la serie: strana a tutti i costi), di aspetto ordinario e con una presunta intelligenza superiore. Passa tutto il tempo a cantarsela da sola, dicendo di essere super spiritosa e colta e ridendo alle sue stesse battute. Inutile dire che la sua decantata ironia in realtà è pietosa e non dimostra un briciolo di maturità né quel quid pluris che dovrebbe contraddistinguerla (per esempio, non ha alcun interesse degno di nota, non parla chissà quali lingue straniere, non ha alcun talento artistico o culturale, non fa neppure volontariato… si può sapere per quale motivo l’avrebbero assunta in una posizione dirigenziale?  Solo perché è secchiona? Almeno fosse membro del M.E.N.S.A…).

Ian è un ragazzetto insulso privo di qualsiasi cultura, l’unica sua attrattiva è l’aspetto fisico; non ha alcuna istruzione peculiare del suo rango (avete mai conosciuto un nobile non decaduto? Al di là dei soldi, gli viene insegnato almeno il galateo), nulla di ciò che fa è in linea con la sua posizione sociale: piuttosto, sembra uno di quei parvenu che, per sfoggiare il loro arricchimento, girano in Porsche, portano un Rolex d’oro di dimensioni enormi al polso, vestono solo di marca ed escono solo con escort di lusso. Oltre ad essere incostante è pure psicolabile, perché non solo trova attraente una che gli ha rotto il naso e che lo umilia dalla mattina alla sera, ma passa pure dall’odio all’amore in due secondi, senza che la situazione cambi minimamente. Nessuna delle sue affermazioni fa trasparire un carattere brillante, anzi sembra molto scialbo e inconsistente, e l’amore che tutti hanno verso di lui è ingiustificato (per esempio la famiglia di lei).

“Alzo gli occhi e incontro il suo sguardo. Chiaramente un errore:
i suoi famigerati occhi azzurri mi imprigionano e stentano
a lasciarmi andare. Capisco perché abbia tutta Londra ai
suoi piedi; davvero, so essere obiettiva e riconoscere un uomo
oggettivamente, fastidiosamente bello. Mi dicono che i giornali
scandalistici scrivono spesso di lui: un nobile, un futuro
duca, l’erede principale di un impero d’indubbio valore, con
una presenza fisica che non passa inosservata. È facile parlare
di lui e della schiera di donne con cui si fa fotografare. Sono
tutte modelle oppure PR pseudolavoratrici, che fanno finta di
avere un’occupazione in attesa di accalappiare qualcuno.
Certo, tutte insieme non raggiungono il QI di una persona di
media intelligenza, ma questo conta poco. A Ian basta essere
idolatrato, non chiede altro.”

Lo schema della storia non varia mai, lo stile non evolve e le battute sono sempre le stesse. I due si scambiano battutine, si punzecchiano, fanno finta di odiarsi ma intanto fanno di tutto per passare del tempo insieme. Non si capisce perché, Ian improvvisamente inizia a tampinare Jenny, nonostante lei lo insulti in continuazione. Sentimenti repressi da anni? Schizofrenia galoppante? Non ci è dato sapere. Noi sappiamo solo ciò che l’autrice ci racconta attraverso la protagonista, ovvero che nei precedenti cinque anni i due si sono scannati sia verbalmente che fisicamente, senza che ciò ci venga mostrato.

Sullo stile non c’è molto da dire; piacerà a chi non ama i virtuosismi e i termini ricercati, farà ribrezzo agli amanti della literary fiction e delle tecniche letterarie. È scritto in prima persona quindi il POV non cambia mai, e non ci sono assolutamente errori di infodump (grazie al cielo!) proprio perché la narrazione è lineare e veloce, priva di descrizioni.

Un ultimo particolare è il salto temporale che avviene un paio di volte nella storia: ad alcuni può dare fastidio “perdere” un pezzo di trama che sarebbe potuto essere sviluppato bene, soprattutto per approfondire il rapporto di coppia.

Vi lascio con un link interessante, due recensioni a confronto, di cui una davvero onesta, quella di Lady Mortifera: http://bibliotecaromantica.blogspot.it/2013/02/abbiamo-letto-ti-prego-lasciati-odiare.html


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