Roma è una città dalle origini antichissime. Capitale e cuore pulsante di uno degli imperi più grandi della storia, questa città è diventata nel tempo un’icona di potere e prestigio. Roma viene continuamente ricreata nei film e noi continuiamo ad immaginarla maestosa e pot
Persone comuni in una Roma cosmopolita che merita di essere osservata da un’angolazione diversa.
Una Roma che combatteva. I suoi generali celebravano le vittorie con archi di trionfo, enfasi e bottini. La vita normale poteva cambiare grazie ai profitti: esseri umani importati insieme all’esercito romano. Schiavi e servi. Così molte vite di persone comuni, iniziavano all’estero e finivano a Roma. Diventavano romani. Uomini messi all’asta, venduti, comprati e poi liberi di divenire a tutti gli effetti, cittadini romani. Nella civiltà romana la condizione di schiavo rientrava in quella più generale dipendenza che il cittadino romano riservava allo straniero. Venivano venduti nelle botteghe, sui mercati o nel Foro, sotto la sorveglianza di appositi magistrati, a tutela dei rilevanti profitti statali.
Ma dove viveva questa moltitudine umana? Trastevere, ospitava le maggiori comunità di immigrati, una zona cosmopolita che serviva per imparare un mestiere, acquisire conoscenze utili, una volta libero si entrava a far parte della cittadinanza. Essere romano, era una vocazione. Uno status a cui aspirare. Essere cittadino romano comportava una notevolissima serie di privilegi. Persone diverse in un mix caotico che convivevano. Un insieme di persone senza radici, pieni di speranze e in cerca di un futuro migliore. Forse la città li consumava ma, offriva loro
Il nome di Monte Testaccio deriva dal latino testa, ovvero coccio!
Questo riferimento si deve al materiale con il quale fu artificialmente innalzato e cioè le anfore scartate dal limitrofo insediamento posto sulla sponda del Tevere. Una montagna di pezzi di anfore accatastati uno sull’altro fino a formare una collina enorme. Anfore olearie, un bene preziosissimo che veniva usato dappertutto: per cucinare, come fonte di luce e come prodotto di bellezza. Se ne consumava un’enorme quantità. Proveniente dalla Spagna e dall’Africa, caricato sulle navi, scaricato e messo nei magazzini, travasato in vasi più piccoli e pronto per il consumo. Roma importava tutto quello che le serviva e non solo olio, ma anche grano, pelli, legno, corde, vino. Era una città di consumatori. Ecco cosa faceva l’impero per Roma, la tenne in vita!
Alimento essenziale per la sopravvivenza era il pane, che veniva razionato e distribuito a tutti. Roma sapeva che un popolo affamato è un popolo insoddisfatto che diventa molto pericoloso, ecco perché provvedeva. Essere fornai a quell’epoca era veramente redditizio. Una professione di successo.
Roma divenne una città imprenditrice, una grande novità per l’epoca che la rendeva unica. Creò un mondo tutto nuovo per distinguere le persone, attraverso le professioni. Magazzinieri, produttori di cappotti, dirigenti, fornai, pescivendoli, sarti ecc. persone che attraverso il lavoro acquistavano un’identità. Roma creò
Ecco cosa significava trovarsi là, nell’impero romano, nella città più importante e appariscente del mondo. La città globale che ancora oggi ci parla del suo glorioso passato.