Fabio si trova in uno di quegli internet café con vecchi computer, diffusi soprattutto nelle periferie e nei sobborghi. Sta imparando le basi per fare dei furti creditizi via web.
Fabio, non è il suo vero nome, sta prendendo delle lezioni online da un hacker esperto. È disarmante il candore con cui ci parla della sua nuova carriera, così ci spiega: “Compro piccoli oggetti, come cellulari e fotocamere, questo perché le persone non si rendano conto che io sto utilizzando le loro carte di credito…”
L’esempio, da una storia vera riportata dalla BBC, parla di un ragazzo di San Paolo, povero e con una famiglia da sostenere. Sono molti i cyber criminali che attaccano gli Stati Uniti, dove tutto è più sviluppato, compreso il crimine informatico. Ma l’esempio di Fabio descrive molto bene lo stesso fenomeno che si verifica in Italia, oppure dall’Africa o dall’Est Europa. Ma chi sono questi ladri online? Riprendendo un argomento già trattato in passato dal nostro blog, vi proponiamo una classificazione dei profili tipici:
- Bambini e adolescenti tra i 6 e i 18 anni
A quest’età solitamente il cyber crimine prende le forme del bullismo, nello specifico cyber bullismo, come un caso recentemente segnalato da La Stampa. In questi casi si tenta di appropriarsi di informazioni riservate, magari conservate in un computer e non i rete, per renderle pubbliche, oppure si riproduce un profilo online (proprio di recente un utente della nostra Fan Page ci ha chiesto istruzioni al fine di segnalare un profilo fake fatto a suo nome e con evidenti finalità denigratorie)
. - Hacker organizzati.
L’obiettivo di questi gruppi è di unire le forze e le competenze per raggiungere precisi obiettivi. Si dice che i Pachistani siano tra i più abili hacker del mondo e i loro obiettivi possono essere economici e/o politici. Alcuni dei siti che negli ultimi anni hanno subito i maggiori attacchi sono quelli della NASA e di Microsoft.
- Cracker di professione.
Lo fanno solo per rubare soldi. I cracker sono gli hacker al servizio del crimine. Possono essere assoldati da altri per rubare informazioni riservate (come nei migliori film di azione). Tutto questo finché non vengono pagati dalle stesse organizzazioni contro cui combattevano per mettere alla prova i propri sistemi di sicurezza (sì, avviene anche questo nella realtà).
- Altri.
Sono tanti i motivi che possono spingere delle persone a forzare dei sistemi di sicurezza informatica, ad esempio degli ex dipendenti per rifarsi delle ingiustizie che hanno (o pensano di aver) subito, com’è accaduto a Gucci. Si tratta di crimini contro la legge, contro l’ordine costituito e in quanto tali possono avere anche motivazioni poco razionali.
Photo: rrenzoo