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Ti senti innocente? Non hai mai pensato al modello economico in cui vivi

Creato il 26 gennaio 2016 da Redatagli
Ti senti innocente? Non hai mai pensato al modello economico in cui vivi

I miei nonni paterni erano persone semplici, povere e semplici. Tutta la loro vita la passarono a lavorare facendo lavori pesantissimi. Erano persone meravigliose che faticarono la loro intera vita per mai avere alcuna sicurezza economica.
L'unico viaggio che fecero fu quello che dal sud Italia li portò al nord.
Vissero 72 anni lui e 71 lei.

Per la stragrande maggioranza della gente che condivide questo granello di sabbia nell'universo, la povertà è ancora attuale. Se ci chiedessimo per quale motivo per una fetta di mondo è possibile avere uno stile di vita agiato e con molte garanzie, ci ritroveremmo a parlare di tecnologia, diritti, progresso ed emancipazioni.
In realtà dovremmo dire soltanto una parola. Idrocarburi.
Gli idrocarburi, per quanto riguarda l'energia, sono dei serbatoi compatti (in poco volume abbiamo molta energia utile) e l'energia che posseggono possono liberarla in poco tempo (questo significa fornire elevata potenza), che la tecnologia ha imparato ampiamente a sfruttare sotto forma di calore e lavoro svolto.
Energia sprigionata dal sole, giunta sulla terra milioni di anni fa, assorbita da organismi viventi dell'epoca che - una volta morti ed i loro corpi andati in decomposizione - si sono trasformati in una miscela di idrocarburi liquidi e gassosi, il petrolio e il gas naturale.

Ti senti innocente? Non hai mai pensato al modello economico in cui vivi
Possedere idrocarburi significa possedere la libertà dalla fatica e la garanzia del soddisfacimento dei bisogni primari. Significa la possibilità di stressarci sul lavoro e andare in vacanza, di spendere soldi in beni di prima necessità ed in una valanga di oggetti di cui dopo qualche giorno dall'acquisto non sapremo neanche più di avere, di permettere ai nostri genitori di invecchiare fino a 94 anni con una badante che li assista, di andare in depressione per la nostra vita iperfrenetica e poi poter pagare le sedute di psicanalisi.
Noi dei paesi pasciuti, che incolpiamo gli Stati Uniti per le loro "esportazioni di democrazia" o l'Europa per le sue "missioni di pace", che appendiamo al balcone la bandiera arcobaleno (made in china), sembriamo essere come un grasso signore durante una cena che si gusta una bistecca fiorentina e nel mentre accusa i macellai di uccidere innocenti animali ed elogia i vegani.

L'Uomo del XXI secolo è dissociato dalla realtà, confuso e totalmente incoerente nei suoi pensieri e nelle sue azioni. Come si potrebbe rimanere sani in un sistema che ti bersaglia di input, dicendoti cosa devi fare, chi devi essere e cosa devi avere?
Riponiamo con cura le nostre bandiere arcobaleno nel cassetto, togliamo le varie jesuischarlate dal nostro profilo Facebook e affrontiamo il problema da animali pensanti quali siamo e non da vittime del marketing.
Pensare di rimpiazzare il ruolo degli idrocarburi con fonti d'energia rinnovabile è un'ingenua utopia. Con la tecnologia attuale non si può coprire il fabbisogno di nazioni sviluppate o in via di sviluppo.

Lasciate che vi conduca un po' oltre la realtà. Immaginiamo che si scopra un nuovo modo di ottenere energia infinita e pulita senza necessità alcuna di idrocarburi: questo porterebbe veramente pace e benessere all'umanità intera?
L'energia deve essere comunque impiegata su delle materie prime per la produzione di beni di consumo e di queste non ve ne sarebbero a sufficienza per tutti.
Attualmente nel mondo è praticato soltanto un sistema economico, che per ritenersi in salute deve crescere all'infinito.
Schematizzo: un mondo finito, con risorse finite, ed una economia con crescita infinita. Questa è semplicemente follia.

Diamo ancora un po' sfogo alla nostra immaginazione. Supponiamo che si inventi un sistema economico degno di questo nome: allora avremmo energia in grande quantità, un'economia (economia – dal greco οἶκος (oikos), "casa" inteso anche come "beni di famiglia", e νόμος (nomos), "norma" o "legge") che gestisce la produzione di beni tenendo in considerazione i limiti fisici e di rigenerazione del nostro pianeta.
A questo punto la società sarebbe disposta ad accettare una diversa concezione della libertà personale?

Sfatiamo il mito dell'impatto zero: ogni persona o azione ha un impatto, più o meno piccolo, sull'ambiente. Per questo si dovrà porre un limite alla popolazione mondiale, quindi alla nascite, ed alla produzione di beni.
Facile da comprendere che concetti simili risultino alquanto assurdi e portano alla mente scenari Orwelliani; ma mettere in dubbio l'immutabilità dello stato attuale delle cose ne vale della nostra sopravvivenza.
Erich Fromm nel suo libro "Essere o avere?" diceva: "Ben pochi sforzi sono stati compiuti per sondare la possibilità di elaborare modelli sociali completamente nuovi e per metterli alla prova dell’esperienza. In realtà, finché i problemi della ricostruzione sociale non prenderanno, almeno in parte, il posto dell’interesse per la scienza e per la tecnica che occupano attualmente le migliori menti, la fantasia umana non sarà in grado di dar corpo a nuove e realistiche alternative”.
La sobrietà dovrà essere la parola chiave del futuro.

Questo non significa tornare al medioevo, semplicemente vuol dire soddisfare le vere necessità e tornare padroni del tempo della propria vita. Significa avere rispetto di tutti gli esseri viventi, contemporanei o che verranno dopo.
È facile, quanto inutile, dire di volere la pace nel mondo se poi non si creano le condizioni per cui essa ci sia.
Non credo nella cattiveria e nella crudeltà delle persone, se non di una piccolissima percentuale di umanità psicopatica; credo nelle ingiustizie abominevoli che la gente comune compie ogni giorno senza accorgersene, ritenendosi persone "per bene" perché pagano le tasse e salutano il vicino di casa.
Le ingiustizie, ahinoi, soffrono dell'effetto boomerang.
Se potessimo toccare con mano la sofferenza che creiamo ad altri uguali in tutto e per tutto a noi non riusciremmo a rimanere indifferenti.

Matteo Fanelli

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