La promozione dell’Ancona non segna semplicemente il ritorno di una piazza storica – due campionati di A, una finale di Coppa Italia – nella geografia del calcio professionistico. E’ il successo di un modello che ha preso piede negli ultimi anni nel nostro Paese, mutuato dall’Inghilterra: quello dei supporter trust, cioè delle associazioni di tifosi che mirano a dare un contributo fattivo alla vita della squadra del cuore. E il contributo di Sosteniamolancona si è rivelato preziosissimo nel processo di rilancio, dopo il fallimento del 2010 e la caduta in Eccellenza.
Ad Ancona i tifosi, stringendo un patto col lungimirante presidente Andrea Marinelli, detengono il 2% delle azioni della società ma soprattutto vantano due rappresentanti nel consiglio d’amministrazione, che possono porre il veto su questioni relative a sede, colori sociali, marchio. Inoltre Sosteniamolancona ha creato una scuola calcio (Ancona respect) per bambini immigrati, dove si insegna non solo a giocare a pallone ma pure a convivere con culture differenti.
David Miani, presidente del trust dorico, spiega: “La scelta di un’Ancona 1905 partecipata dai tifosi e guidata da Andrea Marinelli si è rivelata vincente. Un cammino molto lungo che ha imposto sacrifici e battaglie dai quali nessuno si è tirato indietro e ha visto i tifosi dell’Ancona sempre al fianco della squadra in qualsiasi condizione e oltre tutte le difficoltà. Dopo 4 anni la società ritorna in un ambito più congeniale alle sue tradizioni sportive, soprattutto con un progetto nuovo e innovativo per il calcio italiano, la partecipazione attiva dei tifosi, lo stadio senza barriere, il settore giovanile come fulcro dello sviluppo sostenibile del calcio e un pool di imprenditori espressione del territorio che potrebbero contribuire attraverso l’impegno sportivo anche all’immagine della città”.
L’approdo in Lega Pro dell’Ancona sarà da stimolo per le altre associazioni riunite sotto il coordinamento di Supporters in Campo, l’emanazione italiana della rete europea Supporters Direct. Sono una quindicina i trust di tifosi in Italia: dalla Roma al Modena, dal Taranto al Piacenza, dall’Arezzo al Rimini, dal Lecce al Venezia. Alcuni si muovono tra mille ostacoli e la ritrosia delle società, altri sono più che mai protagonisti delle vicende societarie. Basti pensare alla Fondazione Taras e a Noi Samb che hanno la responsabilità dei settori giovanili di Taranto e Sambenedettese, o a Lucca United che gestisce il museo della Lucchese. E’ la via italiana a un calcio a misura di tifoso.
di Marco Iaria da:http://footballspa.gazzetta.it/