Il Daesh, il gruppo terroristico che in Occidente è conosciuto, in modo errato, come ISIS (“Stato Islamico” è ancora più sbagliato e fuorviante), ha decapitato un poliziotto iracheno che durante la prigionia indossava una maglia del Napoli Calcio. L’omicidio si inserisce all’interno della guerra civile in corso in quei luoghi tra il Daesh e le forze armate dei vari stati.
Non si tratta in ogni caso di un tifoso del Napoli né di un messaggio particolare, a differenza di quanto riportano altri siti e giornali web, bensì di una semplice coincidenza: nelle zone più povere del mondo, infatti, è attiva l’associazione Dribbla la Povertà Onlus, che distribuisce indumenti sportivi, tra i quali maglie di calcio delle più importanti squadre calcistiche, consegnate da donatori di tutto il mondo. Non hanno per questi motivi fondamento tutti gli allarmismi che in questi minuti stanno riempendo la Rete, i quali hanno come conseguenza quella di aumentare pregiudizi e odio nei confronti di chi è musulmano, il tutto per qualche lettura in più: questo non è l’Islam.
Sono da segnalare, inoltre, tutti quegli italiani che stanno scrivendo commenti quali “Che bello, un napoletano in meno” e simili.