L'inizio della gara ricorda proprio l'altra semifinale in tutto e per tutto, a parti rovesciate: iniziativa in mano costante agli ospiti Saracens, i quali del resto non han certo le caratteristiche per reggere passivamente dei pesi massimi come i Tigers, e sfida iniziale al piede tra due giovanissimi, il già testatissimo Owen Farrell schiarato come al solito secondo centro e l'astro nascente George Ford (nella foto di gruppo dei giovani in campo), che dopo aver trascinato le Tigri alla vittoria nella Anglo-Welsh Cup, sia nelle fasi eliminatorie che in finale sui Saints (dove andò in doppia cifra), approfitta dell'infortunio del titolare Toby Flood dichiarato indisponibile immediatamente prima dell'inizio, per mettersi in mostra nel più positivo dei modi.
Gara che ricorda l'altra semifinale si diceva, con quell'equilibrio instabile e l'iniziativa Sarries, ma solo nel primo quarto. Sul 3-6 per i Sarries e una meta mangiata dal solito David Strettle che poi scompare (riesce a danzare con miglior equilibrio di Carla Fracci sulla linea dell'out, ma perde il controllo dell'ovale schiacciandolo in meta, come nei minuti finali contro il Galles), la situazione pare sotto controllo. Invece il patatrac arriva praticamente al primo affacciarsi dei Tigers nei 22 metri avversari. E' la combinazione di una bel colpo d'occhio e apertura di Ford (il ragazzo non ha solo i piedi), un angolo perfetto di Alesana Tuilagi in taglio da destra verso il centro, un errore al centro della difesa che abbocca a una corsa civetta: ecco la meta che letteralmente cambia la gara. Infatti assesta un terribile colpo d'incontro ai Saracens che stavano rosicchiando certezze oltre che metri e disciplina. Nonostante tutto gli ospiti riprendono il loro dispendioso gioco fatto di coraggio, sfonda e allarga veloce per il dominio territoriale, con Neil De Kock in mediana a dar velocità e Charlie Hodgson all'apertura a fare regista e metronomo. La disciplina dei Tigers è pur sempre messa a dura prova: i Saracens recuperano 10-12, per essere superati da un altro piazzato di Ford che porta le squadre al riposo sul 13-12. In evidenza nel primo tempo oltre ai già nominati, da una parte la pur rimaneggiata terza linea di massacratori delle Tigri: Newby instancabile uomo-ovunque anche se impreciso, l'impenetrabile Mafi e lo sfondatore Waldrom, più il coraggio dell'estremo Geordan Murhpy che emula il connazionale Kearney - gli ovali volanti son tutti suoi; dall'altra parte si mettono in mostra lo skipper Ernst Joubert e il lucido e intraprendente estremo Alex Goode. Le seconde linee di assoluto livello Botha e Bortwick, Skivington e Parling, si annullano a vicenda in una battaglia continua e strisciante che alla fine fa vittima l'anglo sudafricano sul versante "sbagliato" (la proprietà dei Saracens è di una società del Paese Arcobaleno), uscito per una botta in testa. Nel quadro del tipo di partita, il mediano di casa Ben Youngs fa il suo e sbaglia poco, mentre il fratello di Alesana, Manu Tuliagi. si vede poco, assorbito a dar testate pazzesche a chi non le teme (ma saran davvero fratelli? Secondo me da quelle parti usano la medesima parola per definire cugini e affini).
Il copione è il medesimo nel secondo tempo: iniziative Saracens e aggressività Tigers sui punti d'incontro, col peso della mischia sempre più duro da tenere per gli ospiti. Alla fine è non a caso uno dei più tosti protagonisti dello scontro a ritardare e frenare gli impatti, il tongano Steve Mafi, a firmare la meta risolutiva dell'incontro al 48', sempre con lo zampino di Ford. Farrell prova a risalire il gap ma riesce solo a limare lo svantaggio, più tardi arriverà un altro piazzato di Ford, quando la pressione della mischia ordinata Tigers, con l'ingresso di Castrogiovanni si fa sempre più devastante. Addirittura a un certo punto la prima linea Tigers sente l'odore del sangue e sfida gli avversari per lunghi minuti e rifacimenti sulla linea dei cinque metri, rinunciando addirittura a un facile piazzato. Si sa come vanno a finire queste cose, l'arbitro fischia 50-50 e alla fine ha ragione il subentrato Carlos Nieto che mette in difficoltà Ayerza, ma almeno i Tigers hanno consumato un bel po' di tempo tenendo lontani i Sarries dalla loro metà campo e facendo riposare i trequarti.
Sia come sia, netta la vittoria dei Tigers, che vendicano la sconfitta in finale dell'anno scorso e raggiungono meritatamente l'ottava finale di Premiership consecutiva: sarà prima contro seconda della stagione regolare. Potendo puntare i Tigers a un raro double ancorché "locale", avendo quest'anno già in tasca la LV= Cup. Intascata guarda caso grazie alla bravura di un giovanotto che forse non pensava di giocare (e che l'Equipe insiste a dare in Francia l'anno prossimo: prendiamolo come segnale che 'sto George Ford non è una promessa, è una certezza).