In questi giorni l'abbiamo vista sul red carpet della Berlinale per presentare The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. Accanto a Lei Edward Norton e Bill Murray, interpreti della commedia ambientata negli anni Trenta che ha aperto la 64esima edizione del Festival di Berlino. «Ogni volta che qualcuno dice che un film è una cosa che senti piuttosto che comprendere, ebbene, qui è il contrario - dice la Swinton. - È una favolona con spunti politici ma è proprio bello ed è pieno d’amore». Non è la prima volta che l'attrice lavora con Anderson, già nel 2012 aveva aperto Cannes con Moonrise Kingdom, film che inaugura il ciclo.
Tanti e tutti diversissimi tra loro i ruoli che hanno segnato la sua carriera. Da Orlando (ore 21.00) di Sally Porter, dove veste i panni di un giovane uomo bellissimo al quale la regina d'Inghilterra lascia in eredità un titolo nobiliare, fino alla madre algida e anaffettiva di E ora parliamo di Kevin (ore 22.40). Storia delicata, ma che arriva come un pugno nello stomaco. Si ispira al controverso romanzo della scrittrice Lionel Shriver. Chi meglio di una regista come Lynne Ramsay e di un'attrice come la Swinton per dare vita ad un film che indaga sulla natura umana?