Timeshifters - Demone

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
Saltai giù dal cornicione con un grugnito, era alto abbastanza per farmi rompere una gamba, ma non sufficiente a uccidermi – Cosa siamo venute a fare qui? – chiesi sottovoce. Ala Mozzata mi fissò con un sorriso – Morrigan questo è il fulcro del loro potere. – Mi ero documentata riguardo quel periodo storico e sulle rivolte: in effetti la Cabala era caduta per mano degli stessi soldati che avrebbero dovuto proteggerla e benché non fosse scritto sui libri di storia, la banca dati riportava dettagliatamente l’aiuto fornito da Ala Mozzata e dagli altri serafini del cambiamento. Del resto in quel periodo storico erano state frequenti le ribellioni e mentre il neomedioevo finiva, le varie corporazioni regionali erano collassate in se stesse cercando di resistere alla pressione ricevuta da parte della gente comune. Miliardi di morti dopo, i sopravvissuti avevano dato vita a quella che sarebbe evoluta nella civiltà illuminata di Grove. Il neomedioevo era nato per sovrappopolazione e mancanza di risorse: l’umanità si era resa conto che un pianeta solo non bastava a soddisfare il fabbisogno di venti miliardi di persone, ma lo spazio era ancora troppo costoso e lontano per risolvere il problema, specie quello delle materie prime come l’ossigeno e l’acqua. In pochi decenni la presunta società civile aveva finito per soccombere, interi governi erano stati risucchiati in un vortice di miseria e impoverimento e mentre i diritti umani finivano nel dimenticatoio le poche personalità che avevano mantenuto la propria ricchezza, diventavano i nuovi leader di un pianeta troppo affollato. La Cabala era solo l’ultimo dei tantissimi gruppi organizzati nato per risollevare le sorti dell’umanità, ma i suoi fondatori non erano immuni alla corruzione e quella che sembrava una fiorente corporazione era diventata un organo del regime, unica incaricata di vegliare sulla moralità delle clonazioni e sulle sperimentazioni genetiche. La facciata della Cabala rimaneva comunque molto religiosa e mentre nei ranghi più bassi si pregava e combatteva per un fine tecnicamente giusto, le alte sfere erano impegnate nel guadagnare e cedere il potere accumulato in decenni di soprusi – Un giorno dovrò leggere quello che c’è nella banca dati riguardo voi serafini del cambiamento! – Ala Mozzata sorrise a quelle parole senza replicare, consapevole forse che l’avessi già fatto. L’angelo scartò di lato piegando le ali in maniera anomala, prima di lanciarsi contro una guardia per trafiggerla con il proprio spadone. Il corpo del malcapitato era stato spaccato in due dall’arma modificata grazie alle capacità del controllo remoto e mentre Ala Mozzata litigava con le sue due personalità, io scivolavo alle spalle di un’altra guardia per trafiggerlo con le mie armi – Andiamo! – la richiamai, avvicinandomi all’ingresso di quel basso edificio in cui l’angelo diceva di aver trovato il leader di quella gente. L’aspetto del serafino stava lentamente cambiando in quello del mostro senza cervello che conoscevo fin troppo bene e trattenendosi a stento Ala Mozzata mi fece segno di seguirla all’interno. La sala che trovammo era illuminata con delle fiaccole, mentre un tappeto smunto e consumato voleva accogliere chi entrava per la funzione settimanale. Non sembrava esserci tecnologia, anche se molte delle cose che avevo visto della Cabala erano dipendenti dalla conoscenza tecnologica, all’interno delle loro mura non c’era nulla, se non qualche genetista che si divertiva a sperimentare con la povera gente. Le ali dell’angelo continuavano a perdere vigore, mentre avanzava nella stanza – Sono qui, lo sento: ci stanno osservando. – sussurrò con voce tragica. Sollevai lo sguardo al soffitto. Due angeli identici a quello che mi accompagnava erano fermi su un cornicione, appollaiati con le sei ali chiuse intorno al corpo, in modo che solamente gli occhi luminosi potessero essere distinti da tutto il resto – Credo di averli visti. – ammisi sfoderando le armi. I serafini si lanciarono in picchiata contro di noi, causando in Ala Mozzata la conversione completa nella sua gemella cattiva. Quella figura saltò sui nostri aggressori, scontrandosi con una spada altrettanto imponente tra uno svolazzare di ali bianche e nere. Dannazione, speriamo che non si faccia uccidere. Pensai evitando il mio aggressore con un balzo all’indietro. – Strega, non sai che è sacrilego vestire il colore del demonio all’interno dei luoghi sacri? – tuonò l’angelo, con una voce che di minaccioso non riusciva a mantenere nulla – La mia fede ti purificherà nel fuoco divino dei nuovi adoratori! – – Dici la mia veste rossa? – – Saccente depravata. – mi zittì l’altro caricandomi a testa bassa. Sorrisi a quelle parole, decidendo che ero stanca di giocare secondo le regole, anzi non riuscivo a trovare quella faccenda di qualche genere di rilevanza, mi annoiavo. Attivai la collana proprio mentre quello spadone avrebbe dovuto squarciarmi in due, sciogliendolo come fosse ghiaccio e scartando di lato afferrai le spalle di quell’esperimento genetico, dimostrandogli quanto potevano far male le sue fiamme purificatrici. Ala Mozzata intanto stava ancora combattendo contro il suo avversario, il povero malcapitato era stato mutilato alle ali superiori e al braccio sinistro. Obbligato dall’odio che proveniva da Ala Mozzata, il serafino aveva perso la sua algida figura avvizzendo nell’orrido angelo caduto, simile a quello che l’aveva ferito a morte – Ferma! – la richiamai fissando gli occhi di quella che era stata Ala Mozzata. La pupilla completamente rossa aveva cancellato completamente l’iride e l’odio che sprigionava quella figura sembrava lambire persino la mia coscienza – Vuoi davvero uccidere un tuo simile così? – – Fallo. – tuonò una voce alle mie spalle. Un uomo con indosso le vesti di quella presunta religione mi fissava, ignorando le grida del serafino che avevo arso vivo e che ancora si contorceva in preda al dolore – Uccidilo e consegnami questa diabolica miscredente. Dimostrale che neanche un signore del tempo resiste alla volontà della Cabala! – – Si maestro. – annuì l’angelo mettendo fine alla vita del suo simile, prima di avvicinarsi a me. Respinsi quella creatura con tutte le mie forze, ma sapevo benissimo di non poter competere con quell’arma potenziata. Scartai di lato, colpendo Ala Mozzata alle costole con le mie spade corte, ma l’angelo caduto non accusò neanche il colpo, usando la propria forza per gettarmi a terra – Traditrice, non sai neanche contro cosa ti sei messa! – – Ala Mozzata non può sentirti. – commentò il prelato, divertito da quello scontro – Lei è in mio potere fintanto che rimane in queste mura. Non è splendido che qualcuno abbia condotto uno dei vostri TSC qui e che l’abbia affidato proprio a un serafino? – Ero a terra, dolorante per il colpo ricevuto, alla mercé di quella stessa creatura che avevo creduto amica e per la prima volta da quando ero diventata una dei timeshifters, mi sentivo impotente e debole – Avanti allora uccidimi, fai del tuo peggio mostro! –