Tina Modotti, un nuovo sguardo. Una mostra a Roma

Creato il 29 gennaio 2012 da Filmdifio

Edward Weston fotografa Tina Modotti

D’indole ribelle, proletaria per nascita, Tina Modotti appartiene a quella generazione di artisti che hanno intrecciato i fili dell’impegno sociale alle cause che, nella prima metà del XX secolo, hanno condotto a nuovi modi di intendere la ragion d’essere dell’uomo contemporaneo. Attrice di teatro e cinema, fotografa, rivoluzionaria, pasionaria perseguitata, musa di grandi artisti come Neruda e Alberti, modella di Rivera e Siqueiros, figura controversa dai molti nomi e dalle molte vite, la Modotti ha avuto una grande vera passione: la fotografia.Una mostra (vernissage il 1° febbraio. Fino all'11 marzo) organizzata dall’Ambasciata del Messico  all'Instituto Cervantes di Roma (piazza Navona 91) ne offre un ritratto unico, grazie a una selezione di fotografie scattate tra il 1923 e il 1927 che ci pone di fronte a immagini innovative e semplici.Tina Modotti ha messo la fotografia prima messa al servizio degli ideali sociali e poi sacrificata per la lotta politica, rivelatasi quando aveva vent’anni grazie a Edward Weston, il maggior fotografo dell’epoca che l’amò e ne fece la sua musa. Una donna dalla vita intensa e scandalosa per il costume dell’epoca, in largo anticipo sui tempi. È stata il simbolo della nuova condizione femminile del Novecento, sulla strada dell’emancipazione e della liberazione sessuale. Il giorno dell'inaugurazione si proietterà “Tinissima. Il dogma e la passione”, documentario di Laura Martínez Diaz - presentato in anteprima lo scorso aprile a Città del Messico - che racconta cronologicamente l’esperienza personale e artistica della fotografa fino al momento in cui lascia l’Italia. Ma il documentario racconta anche del periodo californiano, con un focus sui film che l’hanno vista protagonista nella Hollywood dell’epoca, e una ricostruzione con materiale d’archivio del periodo messicano. 
 Inoltre ogni venerdì alle ore 19, dal 3 febbraio al 9 marzo, si tiene il ciclo “La rivoluzione messicana nel cinema”, con la proiezione di sei pellicole: “La Negra Angustias” di Matilde Landeta (1949), “Ora sí ¡tenemos que ganar!” di Raul Kamffer (1978), “Vámonos con Pancho Villa” di Fernando de Fuentes (1935), “María Candelaria” di Emilio Fernández (1943), “La Rosa Blanca” di Roberta Gavaldon (1961) e “La sombra del Caudillo” di Julio Bracho (1960).Info: www.roma.cervantes.es - tel. 06.686 1871 - pnavona@cervantes.es

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