Ha raccontato che dopo tutto da quelle parti respirano rugby: Anna presenzia ai match della nazionale scozzese in veste di rappresentante del rugby di lassù, come del resto anche i principi William (Inghilterra) quanto Harry (Galles), i quali si fanno vedere spesso a Twickenham (una delle prime uscite tra il duca di Cambridge e Kate Middleton avvenne proprio durante una partita di Sei Nazioni, contro l'Italia). E ha aggiunto come vivere a Cheltenham, prestigiosa località nel Gloucestershire lontana dalla mediatica Londra, abbia aiutato a non avere pressioni e attenzioni fastidiose per le sua storia d'amore: "In campagna sono libero di vivere la mia vita, di giocare a rugby e di vedere gli amici". Con i regali, però, è tutto un altro paio di maniche perché "non so mai se piaceranno o meno a Zara". In ogni caso non sarà certo quel regalino - rifarsi il naso - che la futura suocera forse s'aspettava ...
Non partiranno per la luna di miele: il 6 agosto l'Inghilterra affronta il Galles a Londra e Tindall non vuole mancare. L'obiettivo non è solo quello di andare davvero in Nuova Zelanda, ma di guadagnarsi i gradi di capitano come accaduto nel Six Nations, data anche l'assenza di Lewis Moody: "Capitanare una squadra è meraviglioso perché è un onore. Mostra quanto sei rispettato e creduto. Ma il rugby è tutta una questione di gioco: sei scelto come capitano per quello che fai sul campo e per come sei d'esempio agli altri. Per essere capitano, devi giocare da capitano".
Con la maglia inglese ha collezionato 70 caps e segnato 74 punti (14 mete e due conversioni). Si è rimesso in forma: "La scorsa stagione pesavo 108 chili e mi sentivo troppo pesante. Adesso sono appena sopra i cento". Sette chili lasciati per strada per sentirsi meglio e forse per essere più comodo anche con l'abito di cerimonia addosso. Punta tutto sul fatto che l'Inghilterra sia guidata da Martin Johnson, campione del mondo da giocatore e capitano nel 2003: "E' un uomo molto intelligente che capisce il rugby ed è già stato in una finale di World Cup. Sa come ci si sente. E' importante avere in squadra gente che è passata per i periodi migliori e peggiori". Tutta esperienza.
Nella finale in questione, quella in Australia, c'era anche lui, col numero 12 sulle spalle nonostante giocasse outside centre. "Avevamo lavorato sodo per tanto tempo e tutti si attendevano che vincessimo: quando ce l'abbiamo fatta, è stato stupendo". Se quello è stato il suo momento migliore, rimpiange di non aver mai preso parte ad un tour dei Lions, ma in calendario c'è quello australiano del 2013 e Tindall non ha alcuna intenzione di smettere prima. Con buona pace di Zara che la luna di miele magari vorrebbe anche farla, prima o poi.