La regia è semplicemente fantastica, i raccordi grafici a cui Spielberg ci ha abituati raggiungono qui un livello di pura poesia, il ritmo è sempre incalzante e il film scorre senza mai annoiare lo spettatore. La storia prende spunto da due celebri albi di Hergé: “Il Segreto del Liocorno” e “Il Tesoro di Rackam il rosso” ricombinandole in una gradevole sceneggiatura che ci porterà in giro per il mondo per svelare un antico segreto insieme a Tintin, il suo fidato e astuto cane Milou, i due buffi agenti Dupont e Dupond, lo strambo Capitano Haddock e il temibile Sakharine. Numerose le citazioni e i rimandi ad altre pellicole, da segnalare l’apertura/omaggio che vede un Hergé digitale ritrarre Tintin con il suo inconfondibile tratto. In conclusione, Le avventure di Tintin – Il segreto dell’unicorno riesce a regalare quella pura magia del cinema iniziata ormai più di un secolo fa con Georges Méliès e il suo Viaggio nella Luna, la speranza è che le prossime incarnazioni cinematografiche di questo simpatico e avventuroso reporter dal ciuffo all’insù siano all’altezza di questo splendido esordio.