Le 19 puntate precedenti le trovate qua, come al solito da leggere dal basso all'alto per l'ordine cronologico.
Se mai entrerete nel mondo del commercio dovete sapere che la tattica del proibito e del maledetto funziona sempre.
Anche quando non è una tattica studiata a tavolino.
Ogni volta che veniva il Fornitore (quello normale, non il Pornitore, ossia il fornitore di Porno) io mi prendevo 2,3 horror sconosciuti scrausi soltanto per potermeli poi vedere personalmente. Tanto erano gli unici titoli che costassero pochissimo (sui 30 euro, gli altri fino ad 80) e nel caso fossero andati male ci avrei rimesso una quindicina d'euro, Estiqatsi pensa che se pò fa.
Di solito cercavo di vedermeli appena arrivavano, almeno avrei potuto dare 2,3 indicazioni i giorni successivi a chi avesse avuto il coraggio di noleggiarli.
Mi arriva un film strano con una ragazza squartata in copertina, Murder Set Pieces.
Era un film immondo. Girato male, fotografato peggio, malato, con riferimenti alla cazzodicane addirittura all'11 Settembre, insomma, una cosa che nemmeno Uwe Boll dando il peggio di sè poteva partorire.
Ma, soprattutto, era un film immorale.
Io stravedo per la donna e per il genere femminile, non so se sia questo il motivo di tanta rabbia.
Ma un film così misogino non l'avevo mai visto. Il protagonista ammazza e squarta tutte, o.k. Ma troppe volte si va oltre il limite, con soffoconi (fellatio) ad una testa di donna mozzata, con lui che ammazza barbaramente una bambina dicendole "tanto diventerai troia anche te!" e cose del genere. E o.k, si va avanti così con donne stuprate, uccise e mutilate ma poi sei sicuro che lui avrà quello che si merita.
Col cazzo!
Lui prende l'autobus e se ne va ad ammazzare future troie altrove.
O.k, dite voi, potevi semplicemente buttarlo.
Ma vedete, quando si spendono 35 euro per un film in un negozio che certo non vive nell'oro un pochino rompe il cazzo.
E allora metto il mio bel cartello fuori.
"SCONSIGLIO LA VISIONE E PRENDO LE DISTANZE DA MURDER SET PIECES, UN FILM VISIVAMENTE, MORALMENTE ED ETICAMENTE INACCETTABILE.
NON NOLEGGIATELO O, SE LO FATE, FATELO SAPENDO A COSA ANDATE INCONTRO".
Vi giuro, ero molto molto onesto. Tanto che a chi me lo chiedeva da dentro il negozio non lo davo. Ma fuori il noleggio non si controlla.
Risultato? circa 350 euro di noleggi.
Per una tipologia di film che quando arrivavano a 50 euro c'era da andarsi a sbronzare tipo vincita dell'enalotto.
Il 90% dei clienti poi veniva in negozio e mi diceva:
"Ma quel film fa schifo!"
"E io che cazzo vi avevo detto?"
"Sì, ma fa schifo!"
"Artonfa ("ancora lo ribadisci?" in perugino), io che dovevo fa più che divve de non prendelo?"
"Sì ma fa schifo!"
Quel giorno capii mio malgrado quanto la pubblicità può fregare la gente. Che poi qua non c'era una fregatura, ma la pura e semplice verità. La proibizione non è una chiave che chiude le porte, ma una che le apre, lo si sa.
Era una bellissima giornata estiva, di quelle cioè in cui nessuno noleggiava film.
Vedo un gruppetto di persone fuori dalla mia porta, sul ciglio della strada.
Lei spicca su tutti.
Lunghissimi capelli neri, liscissimi, che gli arrivavano quasi fino al culo, un bel culo.
Vedo la sua mano che, mentre parla, continua ad allisciarsi sensualmente i capelli, parte in alto ed arriva quasi in fondo, in un gesto automatico sì, ma davvero affascinante. Un angelo vestito completamente di bianco, sia la camicetta sopra che gli stretti jeans sotto.
Stava di schiena a 5 metri dal negozio, con un gruppo di ragazzi albanesi che sembravano pendere dalle sue labbra.
"Chissà con quale di quei 3 se la farà" pensavo io.
Poi si gira, si gira verso il negozio.
E' come se tutta la scena fosse al rallentatore, con una di quelle musichette degli scollacciati erotici degli anni 80.
Non è una superfica.
E' un uomo.
Orrendo poi, praticamente identico alla figlia di Fantozzi.
(Che sempre un uomo era tra l'altro.)
Incrocio il suo sguardo.
Sorride e con un passo donatogli dalla Grazia Divina si avvicina al mio negozio.
Vedo che quel completo bianco che vedevo da dietro in realtà è una specie di copia delle mise di Elvis, compresi i lustrini d'oro.
"Posso entrare?" mi fa.
"Certo!" rispondo io.
"Mi chiamo Elton, come Elton John, ma io no come lui, io scopo fiche"
"Ah, hai capito", gli faccio io "e pure parecchie mi sa"
Mi indica con il dito e mi fa l'occhiolino.
E mentre io ringrazio Dio di avermi dato questo privilegio lui muove velocemente indietro la testa.
I lunghi capelli neri volano in alto, morbidi come seta.
Mi perdo, come ipnotizzato, a guardarli.