Domenica il 30enne atleta padovano tesserato per l’Aeronautica Militare si è dovuto accontentare del secondo posto nella specialità dell’arco olimpico (categoria senior). Davanti a lui il fossanese Matteo Fissore, argento nella prima tappa indoor di Coppa del Mondo e recentemente nominato ambasciatore dello sport della sua cittadina; dietro Luca Melotto, riserva azzurra a Londra 2012. Il 2013 di Marco Galiazzo è stata una stagione di “esperimenti”: “ho viaggiato di meno e mi sono allenato di più a casa, apportando qualche cambiamento alle solite metodologie di lavoro; l’anno post olimpico permetteva di provare qualche novità, dal prossimo però ricomincerò a gareggiare all’estero con la nazionale”.
L’obiettivo è naturalmente Rio 2016: “sarebbe per me la quarta olimpiade, un traguardo non scontato, da raggiungere attraverso i mondiali dell’anno prima; ci stiamo preparando per quello”. Nelle tre precedenti partecipazioni ai Giochi Marco è sempre tornato a casa con una medaglia; in due occasioni d’oro. “Ad Atene è arrivato il titolo individuale” racconta, “a Pechino l’argento a squadre (con Mauro Nespoli e Ilario Di Buò), mentre a Londra siamo finalmente riusciti a vincere la gara a squadre (con Nespoli e Michele Frangilli). Impossibile dire quale dei tre podi sia stato più bello; ogni olimpiade è unica, è come se ogni partecipazione fosse sempre la prima. Spero di viverne tante altre”.
Titoli nazionali, europei e mondiali. Probabilmente il primo campione olimpico nella storia dell’arco azzurro non si aspettava tutto questo il giorno che tirò la prima freccia. “Iniziai a 13 anni un po’ per caso, quando mi regalarono un arco scuola”. Tre anni dopo la prima convocazione in nazionale, nel 2001 l’oro ai mondiali juniores di Firenze, poi la definitiva consacrazione. Per Marco Galiazzo non ci sono segreti: “un buon arciere deve avere carattere, molta pazienza, non deve arrabbiarsi ma imparare dai propri errori”.
Luca Bianco
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