Tirolo, turismo, Frau Emma

Creato il 16 luglio 2012 da Sara


La Emma più famosa credo sia senza ombra di dubbio la Bovary, ma per quanto la sua romantica e tragica storia ci abbia fatto sognare e magari anche immedesimare, non è reale, solo una splendida creazione della penna del grande Flaubert. Emma Hellenstainer invece è veramente esistita, fatta di carne ed ossa e mi sono decisa a parlarne perché nel Tirolo è proprio un'istituzione, una pioniera-simbolo dell'albergatrice perfetta, decorata nel 1886 addirittura della croce d'oro al merito dall'imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe per il suo instancabile e generoso impegno a favore delle truppe imperiali-regie e in occasione della terribile alluvione del 1882 che ha tragicamente colpito la zona.

Ne ho già accennato parlando del lago di Braies, gli Hellenstainer oltre dell'hotel sull'omonimo lago, sono proprietari dell'albergo "L'aquila nera" di Villabassa che esiste ancora oggi al centro della piazza del paese col nome di "Emma". Questa Emma è una donna molto intraprendente per l'epoca in cui ha vissuto, soprattutto là fra i monti, di lei si diceva che fosse una grande lavoratrice e che ci sapesse fare con i forestieri anticipandone sempre bisogni e desideri, ragion per cui all'epoca il suo albergo diventa presto famoso. Vale come prova l'aneddoto di quella cartolina postale giunta puntualmente a destinazione spedita da oltreoceano e recante come destinatario e indirizzo semplicemente "Frau Emma in Europa, Autriche".

Donna di grande carisma, la nostra Emma tratta tutti i clienti con la stessa cortesia e disponibilità, che siano ricchi o meno abbienti. Anche se comincia a lavorare in cucina alle 5 del mattino, trova il modo di dedicare del tempo ad ogni ospite e se vivesse oggi sarebbe subito invitata a tenere dei corsi di formazione alberghiera. Da imprenditrice lungimirante ci tiene ad offrire un buon livello di igiene, di confort e cibo, quello che definiamo oggi sinteticamente "rapporto qualità-prezzo" e forte di questi principi contribuisce anche all'abbellimento del paese, piantumando, curando i giardini, creando un gruppo di teatro e organizzando i servizi di trasporto. Secondo la figlia Josefine: "era una delle poche persone che quando il flusso turistico si volse verso il Tirolo, ebbe coscienza del fatto che bisognava offrire qualcosa di speciale per attirare i clienti".

Leggo queste informazioni al "Museo del Turismo Haus Wassermann" di Villabassa. Si tratta di un museo piccolo e curatissimo che offre uno spaccato degli ambienti e degli stili di vita a cavallo fra l'800 e il '900 nella regione. Non è certo paragonabile al grande e modernissimo Turiseum di Merano, ma entrambi i luoghi, attraverso le loro scelte museali, testimoniano dell'importanza che riveste il turismo per il Tirolo, sicuramente la prima vocazione dell'economia locale e della fierezza della popolazione nel difendere e rivendicare il proprio mondo con il suo folklore e le sue tradizioni.

Anticamente residenza di una famiglia nobile, dal 1892 al 1977 la casa diventa proprietà della Famiglia Wassermann. Il signor Hans va a Salisburgo a imparare le ricette dei migliori dolci del mondo e al suo ritorno lavora come pasticciere per un certo tempo da Frau Emma, all'Aquila Nera, prima di mettersi in proprio ed aprire al pian terreno della casa la sua Konditorei.


Anche per lui gli affari vanno a gonfie vele: l'alta Pusteria è da sempre luogo di passaggio e con l'inaugurazione della nuova linea ferroviaria Fortezza-Villach nel 1871 non ci sono più solo viaggiatori occasionali, ma veri e propri turisti attirati dalla bellezza delle montagne e la salubrità delle acque termali che abbondano nella zona.


All'ultimo piano del museo Wassermann in questo momento e fino al 30 settembre c'è una mostra di fotografie veramente straordinarie del Tibet e delle sue etnie di Roberto Bertoni. Vederle in questo contesto montano, fra altipiani, vette solitarie, innevate e silenziose e grandi spazi vergini ha un sapore particolare, una geografia lontana che invece avvicina, come un ponte di fratellanza e comprensione fra gli uomini offerto dalla natura. A Villabassa sventolano le bandiere tibetane con  le toccanti parole del fotografo: