Credit: ESA/NASA/JPL/University of Arizona
Titano, la grande luna di Saturno, potrebbe avere una dura e resistente crosta di ghiaccio.
Le analisi dei dati gravitazionali e topografici di Titano, inviati dalla sonda della NASA Cassini, potrebbero suggerire qualcosa di inaspettato: la rigida crosta ghiacciata potrebbe affondare le sue radici in un oceano sottostante.
I risultato dello studio, condotto da Douglas Hemingway e Francis Nimmo dell'University of California, Santa Cruz, sono stati pubblicati il 28 agosto sulla rivista Nature.
La forza gravitazione propria di un punto qualsiasi in superficie, dipende dalla quantità della massa in quel punto: più forte, più massa.
"Normalmente, se si vola su una montagna, ci si aspetta di vedere un aumento di gravità a causa della maggiore massa della montagna", spiega Nimmo. "Su Titano, quando si vola sopra un monte, la gravità si abbassa. Questa è una osservazione molto strana".
Una possibile spiegazione è che ogni ostacolo topografico sulla superficie di Titano è compensato da una "radice" profonda, abbastanza per sopraffare l'effetto gravitazionale di quanto emerge dalla superficie stessa.
Questa sorta di radice potrebbe essere intesa come un iceberg che si estende ed affonda nell'oceano sottostante. E in questo caso, in presenza di un grande blocco di ghiaccio, la Cassini potrebbe rilevare una gravità inferiore (il ghiaccio ha una densità inferiore a quella dell'acqua, un blocco di ghiaccio pesa meno di un volume analogo di acqua).
Da'altra parte, una precedente ricerca suggeriva che anche Titano, come altre lune del nostro Sistema Solare, nasconde un oceano sotto la sua superficie ghiacciata, con uno spessore di 50 - 200 chilometri.
Hemingway, autore principale del documento, spiega:
"Se le grandi radici sotto il guscio di ghiaccio sono la risposta, questo significa che il guscio di ghiaccio di Titano deve avere uno strato rigido molto spesso".
Tale condizione, infatti, sarebbe necessaria per mantenere il grande blocco sommerso.
Credit: Doug Hemingway
Se questi risultati sono corretti, i vulcani di ghiaccio ipotizzati qualche anno fa, sarebbero alquanto improbabili. Analogamente, Titano sarebbe geologicamente meno attiva del previsto: sarebbero da escludere processi di riciclo della crosta tipo la tettonica a zolle presente sulla Terra.
Almeno per i primi 40 chilometri, la superficie di Titano sarebbe un mondo rigido, freddo e morto.
La studio solleva interrogativi anche sull'interno della luna, che potrebbe non essere diviso in strati come ipotizzato e come ci si aspetterebbe per un corpo di queste dimensioni (anche l'asteroide Vesta sembra avere un nucleo, un mantello e una crosta).
Un orbiter intorno a Titano potrebbe risolvere il mistero: non ci resta che sperare nelle prossime missioni.