PIA16165: Titan's Hot Cross Bun: Titano a sinistra, Venere a destra
NASA/JPL-Caltech/ASI
Le immagini radar della sonda Cassini hanno rilevato alcune nuove curiose forme sulla superficie della grande luna di Saturno, Titano. I risultati sono stati presentati ieri in occasione della conferenza Division of Planetary Sciences della American Astronomical Society a Reno, Nevada.
Alcune zone, soprannominate 'hot cross bun' in quanto ricordano proprio il caratteristico dolce, sembrano un cumulo gigante con fratture in superficie: sarebbero il vapore e il calore a causare questi crack.
L'immagine, scattata dalla Cassini il 22 maggio 2012, mostra un tumulo di forma quasi circolare molto simile ad una zona di Venere, un'area di 30 chilometri sulla sommità del vulcano Kunapipi Mons. Qui, si è formata una sorta di croce.
Gli scienziati pensano che queste fratture visibili anche su Titano, estese per circa 30 chilometri, siano il risultato di un sollevamento causato dal magma in risalita.
"La 'hot cross bun' è una conformazione che non abbiamo mai visto prima su Titano, dimostrando che Titano continua a sorprendere anche dopo 8 anni di osservazioni della Cassini", ha detto Rosaly Lopes, esperto radar della missione Cassini al Jet Propulsion Laboratory, a Pasadena in California. "Il cumulo può essere il risultato di ciò che è noto sulla Terra con il termine laccolite, un'intrusione formata dal magma che spinge verso l'alto. Le Henry Mountains nello Utah ne sono un esempio."
Un altro gruppo di scienziati della missione Cassini, guidati da Ellen Stofan, della Proxemy Research a Rectortown in Virginia, hanno scrutato le immagini radar dell'emisfero nord di Titano. La grande luna di Saturno è l'unico mondo diverso dalla Terra, ad avere liquido stabile in superficie, idrocarburi invece di acqua. I mari sono stati visti finora solo nell'emisfero nord.
Una nuova analisi delle immagini radar raccolte dalla Cassini dal 2008 al 2011 suggerisce però che un tempo, mari poco profondi erano presenti anche al polo sud.
Stofan e i colleghi hanno trovato due possibili candidati oggi asciutti: uno di questi sembra avere un diametro da 485 a 280 chilometri, profondo poche centinaia di metri. L'Ontario Lacus, il più grande lago ora presente al polo sud, si trova su un suo litorale e probabilmente è ciò che resta oggi di quel mare.
Un altro team guidato da Oded Aharonson del California Institute of Technology di Pasadena, pensa che cicli analoghi ai terrestri Croll-Milankovich, siano in corso anche su Titano. Questi cicli spiegano i cambiamenti climatici sulla Terra in rapporto al moto del pianeta e alle sue orbite intorno al Sole. Su Titano, a lungo termine, potrebbero provocare un trasferimento di idrocarburi da un polo all'altro. Secondo questo modello il polo sud sarebbe stato ricoperto da mari circa 50.000 anni fa.
Il team della Cassini esaminando tutte le immagini radar raccolte dalla sonda durante la missione, che proprio l'altro ieri ha festeggiato 15 anni, ha confermato la stabilità dei mari presenti al polo nord, verificando che non si tratta di eventi transitori.