(titolo)

Da Chiara Lorenzetti

Pochi giorni fa ho avuto l’onore di incontrare una persona speciale che definire poetessa è limitativo.
Ho conosciuto Benedetta Murachelli nei meandri puliti e belli del web (già, si possono anche fare incontri belli e puliti, nel web), durante la sua partecipazione a Cortilinversi; prima di lei sono arrivate a me le sue poesie.
Pensieri incustoditi è il suo blog e vi invito apertamente a leggerlo. (cliccate qui per l’accesso diretto al blog)

GUARDA
“Guarda
È pesante la luna
stasera
Dondola la sua falce
nel cielo
E colpisce il mare.”

C’è un vento pungente nelle sue parole, nessuna maschera a coprire le parole; quello che deve essere detto, è detto.

Come dicevo, pochi giorni fa ho avuto il piacere di incontrarla ed è stato come se ci fossimo conosciute da sempre. Lascio all’intimità delle nostre parole il senso del nostro incontro; a voi riporto una parte del lavoro che Benedetta ha fatto negli anni ’70 con gli alunni delle scuole elementari: un percorso di apprendimento attraverso la poesia.
I bambini, si sa, sono intelligenza pura, senza filtri e condizionamenti e ciò che vedono, dicono.

Lucia “parte con un titolo, poi parla d’altro”
Sara “secondo me per il titolo lascia la riga bianca e lo mette dopo”
Massimo “Il poeta ascolta o vede poi pensa, poi scrive e alla fine mette il titolo”

Questo pensano i bambini dei poeti; forse solo loro hanno il cuore e la mente pura per comprenderli.
E voi, poeti, scrittori o anche solo noi qui, a scrivere nei blog, come e quando scrivete il titolo? Quanto valore gli date?
Può un titolo cambiare il senso del contenuto?
Il titolo viene prima o dopo?

Chiara 

Ps: del lavoro di Benedetta e dei suoi alunni, se ne parlerà, prima o poi, perché è un lavoro straordinario, fuori dal suo tempo; un lavoro che scava nella profondità di sé e che permette la conoscenza.