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Titolo Mps tiene dopo slittamento Assemblea, ma occhio a lunedi

Da Mrinvest

Se domani l’Assemblea non trovasse un accordo sull’Aumento di Capitale, Profumo e Viola si dimetterebbero e il titolo Mps sarebbe in balia delle vendite.

Titolo MPS Il titolo Mps perde il 2,2% a metà seduta di oggi, scivolando a 17,29 centesimi, per una capitalizzazione complessiva a Piazza Affari appena sopra i 2 miliardi di euro. In apertura, le azioni MPS avevano iniziato le contrattazioni in rialzo, ma il calo vi è stato dopo lo slittamento dell’Assemblea degli Azionisti a domani, non essendo stato raggiunto per un soffio il quorum in prima convocazione.

L’Assemblea è chiamata a votare l’Aumento di Capitale da 3 miliardi, come chiesto dal Presidente Alessandro Profumo e dall’Amministratore Delegato Fabrizio Viola. Ma contro la ricapitalizzazione è schierata la

Fondazione Mps, che con il 33,4% ha i numeri per bloccarla. L’Ente vorrebbe rinviare l’aumento dalla fine di gennaio a dopo il 12 maggio, avendo così il tempo di cedere buona parte della quota per rimborsare i 339,15 milioni di euro di debito residuo.

Tuttavia, un rinvio sarebbe molto negativo per la banca, visto che i 3 miliardi servirebbero per rimborsare i Monti-Bond per un pari importo e su cui pesa una cedola annua del 9%. Lo slittamento costerebbe a Mps circa 90 milioni di euro di maggiori interessi da corrispondere al Tesoro.

Cosa accade senza l’aumento a gennaio

Un accordo tra i manager e il socio di riferimento non c’è, e se domani l’Assemblea dovesse votare contro i tempi dell’aumento previsti dai primi, Profumo e Viola si dimetterebbero, lasciando Rocca Salimbeni in balia di un futuro cupissimo, in cui lo scenario prevalente sarebbe la nazionalizzazione della banca, come imporrebbe di fare Bruxelles al Tesoro, a salvaguardia dei suoi 4,07 miliardi di obbligazioni sottoscritte.

Per questo, il titolo Mps potrebbe essere tempestato dalle vendite nella seduta di lunedì, nel caso in cui non si dovesse raggiungere un accordo per un aumento a gennaio o saltasse ancora domani il quorum per votare.

Oltre tutto, la stessa ricapitalizzazione vale una volta e mezza il valore attuale di Borsa dell’Istituto ed è già difficile trovare acquirenti disponibili. Si prevede per questo che vi sarà un forte sconto sul Terp (Theoretical ex right price), cosa che la Fondazione vorrebbe evitare ad ogni costo, visto che se il titolo dovesse scivolare sotto i 12,80 centesimi, le dodici banche creditrici della Fondazione potrebbero escutere le azioni concesse loro in pegno. Un rebus difficile da risolvere, premesso anche che tutta la politica senese è schierata con la Fondazione e contro Profumo-Viola. Per questo, la volatilità del titolo Mps potrebbe essere molto alta nelle prossime sedute e risentirà delle notizie contrastanti che arriveranno da Siena.


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