Quello di Botes è il primo equivoco tattico che Brunel si trova a dover risolvere. Questione preliminare: non è il calciatore del Benetton. Nella scorsa stagione ha realizzato 127 punti in Celtic. Ma in quella attuale, tranne un paio di trasformazioni estemporanee, ha piazzato solo con il Leinster. I cecchini sono Burton e, le rare volte che può essere schierato, De Waal.
Il nodo più importante riguarda però l’attacco. Brunel ha cominciato già a Parigi a lavorare sulla distribuzione dei giocatori, specie degli avanti, per blocchi e zone di campo. Materia nella quale è un indiscutibile esperto. Ma perchè le costruzioni offensive possano prendere corpo è fondamentale al più presto una mediana affiatata che goda di fiducia incondizionata.
Botes è un giocatore di indubbia qualità. E’ svelto di gambe e di idee, ha un buon calcio
tattico, un passaggio preciso. Legge le difese, varia gli angoli di corsa, cerca e trova il break, nell’uno contro uno può battere chiunque, visto come si è bevuto Bowe a Monigo. Uno come lui fa tanto comodo a questa Italia. Il problema sembra essere come schierarlo.
Il citi è portato a pensare che Botes sia talmente bravo da poter diventare il mediano di apertura da qui ai Mondiali. E in questo ruolo lo sta sperimentando, utilizzandolo a partita
in corso al posto di Burton. Penso che Brunel abbia un ottimo fiuto. E che non sia impossibile che il sudafricano di Treviso possa un giorno indossare con autorevolezza
anche la maglia numero dieci. (…)
Ma per ora quel ruolo non è il suo. Vi ha giocato solo qualche spezzone con il Treviso. E quello di mediano di apertura è il più complesso e delicato dei posti: richiede tempo, fiducia, affinamento come con i grandi vini rossi. Mentre per ora sulle spalle del creativo ed elettrico Tobias, ci sono solo pressione, responsabilità e una comprensibile confusione tattica dovuta a un progetto tecnico appena imbastito. (…)