To Rome with Love

Creato il 16 marzo 2013 da Nehovistecose

(To Rome with Love)

Regia di Woody Allen

con Woody Allen (Jerry), Roberto Benigni (Leopoldo Pisanello), Penélope Cruz (Anna), Alec Baldwin (John), Judy Davis (Phyllis), Jesse Eisenberg (Jack), Greta Gerwig (Sally), Ellen Page (Monica), Alessandro Tiberi (Antonio), Alessandra Mastronardi (Milly), Antonio Albanese (Luca Salta), Ornella Muti (Pia Fusari), Flavio Parenti (Michelangelo), Alison Pill (Hayley).

PAESE: USA 2012
GENERE: Commedia
DURATA: 111’

A Roma si intrecciano quattro storie: l’ex agente teatrale americano Jerry tenta di lanciare il consuocero italiano appena conosciuto, tenore provetto che però è intonato soltanto sotto la doccia; il giovane studente di architettura Jack si innamora di un’amica della fidanzata, aspirante attrice un po’ matta; lo sconosciuto Leopoldo diventa famoso tutto d’un tratto ma non sa il perché; il timido Antonio è costretto a fingere con gli zii borghesi di essersi sposato con la prostituta Anna, mentre la vera moglie si è persa per Roma e sta accettando di buon grado le avances dell’attore Luca.

Dopo Londra, Barcellona e Parigi, il 77enne Allen sbarca a Roma, con una commedia divertente e grottesca che parla, ancora una volta, dell’amore. Midnight in Paris era un film sulla vita, To Rome with Love è un film sulla morte: non a caso vi torna Allen attore, sei anni dopo Scoop, visibilmente invecchiato e nel ruolo di un agente teatrale che vuole esorcizzare la morte lanciando un ultimo, grande cantante. Le quattro linee narrative, che non si incontrano mai e apparentemente sono slegate, hanno in realtà un filo conduttore tutt’altro che implicito: Allen riflette sul tema del successo come “bisogno umano di essere ricordati” da qualcuno. Il cercare ostinatamente di “restare impressi” da qualche parte (tv, cinema, libri, ecc…) sembra la cosa più importante per l’uomo moderno; che, tristemente, non si accorge di quanto tutto ciò sia effimero e, di conseguenza, vacuo ed inutile. E la scelta di Roma, con le sue rovine immortali lasciate ai posteri, col suo essere cangiante restando sempre più o meno la stessa, appare una scelta non casuale che sottolinea la piccolezza e la mediocrità dell’uomo di oggi dinnanzi al genio dell’uomo di ieri. L’episodio con Allen attore è in pieno “Allen Style”, divertente e pungente, quello con Benigni è un piccolo capolavoro di umorismo grottesco e satirico. Tutti e quattro sono romantici e malinconici, tutti e quattro dicono qualcosa di noi. Lo fanno in modo non banale, a tratti geniale.

Allen regista, dopo più di 40 film, è ancora in grado di inventarsi trovate visive originali (come l’inserimento del “grillo parlante” John nella storia d’amore di Jack, o la cornice affidata a un vigile urbano e a un abitante di Piazza di Spagna) che i suoi colleghi più giovani si sognano. Certo, non è mai stato così “chiaro” e cristallino, talvolta addirittura didascalico per quanto riguarda le simbologie sottese alla storia, ma ci sembra ingeneroso fargliene una colpa. Invecchiando (e, quindi, andando verso la fine) si sente il bisogno di dire le cose come stanno, senza girarci intorno troppo. Allen, come il buon vino, è invecchiato bene. Come il suo alter-ego Jerry, tenta di lasciarsi qualcosa di buono per ricordarci di lui. Missione compiuta. Critica e pubblico non hanno comunque gradito, accusando il film (a torto) di essere l’ennesimo saggio sul belpaese visto con gli occhi di uno straniero. Basterebbe la sequenza notturna al Colosseo (bellissima, e il monumento non si vede nemmeno) per capire che non è affatto così. Cast stellare: Cruz strepitosa, Baldwin e Davis impagabili, Albanese e Benigni bravissimi, ma la migliore – udite, udite! – è la Mastronardi, ex star dei Cesaroni. Fotografia digitale preziosa dell’esperto Darius Khondji, degno erede del grandissimo Carlo Di Palma (1925 – 2004). Divertente, poetico, intelligente. Da vedere.



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :