“To The Wonder” di Terrence Malick: un’analisi profonda sul tema dell’amore coniugale

Creato il 22 settembre 2013 da Alessiamocci

Ci sono film che vederli è un po’ come entrare in un inferno, altri che esercitano su di te in pieno l’effetto catartico. La catarsi in questo caso è la meraviglia a cui si ispira il titolo.

E la meraviglia cui allude Malick è la meraviglia dell’amore e di un mondo la cui bellezza dovrebbe essere protetta. Anche questa volta Malick ha regalato un grande film, forse inferiore a ‘The tree of life’ , ma sempre superlativo.

La particolarità del film è questo parlare, all’inizio , della protagonista (interpretata da Olga Kurylenko)  con frasi che vengono trascritte sullo schermo  e la cui brevità porta a pensare che siano i versi di una poesia, una sorta di succedersi di endecasillabi, pronunciati con una voce bassa e con una grande sofferenza.

La storia all’inizio mostra una coppia di innamorati. Lui è un ispettore ambientale in viaggio a Parigi, lei è una giovane parigina , bella ma in cerca di un grande amore. E sembra che questo amore lo trovi in lui, Neil, interpretato da Ben Affleck. Le scene di grande bellezza si svolgono nelle lagune intorno a Mont Saint Michel.

La coppia poi ritorna in America, in Oklahoma, dove il protagonista riprende il suo lavoro. Lei, Marina, vive il suo amore con tanta passione e con lei vi è la figlia avuta da un precedente matrimonio.

Si amano i due, ma al sopraggiungere della scadenza del permesso di soggiorno questo amore sembra dissiparsi, e i due si separano. Lei ritorna a Parigi con la figlia. Lui prosegue il suo lavoro e si reca a trovare una giovane del posto.

Ne nasce una relazione che però andrà a finire. Queste due relazioni si succedono sullo schermo con dialoghi che sembrano poesie. Non va dimenticato che Terrence  Malick nel film “To The Wonder” non cura solo la regia ma anche la sceneggiatura. E altra particolarità è il doppio binario dei pensieri e delle parole.

Il regista esprime i pensieri e traduce anche questi in parole. Tutto il film è un susseguirsi di immagini relative alle due storie ma inserite in quadri naturalistici di incomparabile bellezza. C’è Mont Saint Michel, con il castello e le sue lagune, poi il Texas con i suoi bufali, i cavalli, radure sconfinate, i terreni dove si compie l’azione estrattiva, e lui , il protagonista che cammina anche in ambienti contaminati per raccogliere campioni da analizzare.

Tutto, in questo film, è una metafora, la natura fotografata in tutta la sua bellezza sembra essere una preghiera a Dio ( va ricordato che la fotografia è di Emmanuel Lubezki) e questo Dio, silenzioso, sembra aver abbandonato l’uomo.

Nella crisi del suo rapporto Marina si consulta con una sacerdote, Padre Quintana, anche lui con una fede vacillante, e il sacerdote parla e le sue parole sono sempre ristoro e donano speranza. Un invito ad amare sino alla fine, e a correre il rischio del tradimento, dell’abbandono.

È l’amore che ama. È l’amore il senso della vita. Il resto conta solo marginalmente. Il prete sarà costretto ad abbandonare la parrocchia e a recarsi altrove, ma il suo compito continuerà, in quei luoghi della terra dove si ha sete e fame della parola di Dio e la coppia…

Il film è una analisi profonda sul tema dell’amore coniugale e quello religioso, ma accompagnato da un procedere di immagini lento e studiato. Una grande opera che esce dagli schemi usuali e si trasforma in un momento di riflessione profonda sui temi della vita. Da vedere come sono da vedere tutti i film di Malick.

Written by Elisabetta Marchetti  


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