Ideatori: Craig David Wallace, Charles Picco, Anthony Leo
Attori: Alex House, Maggie Castle, Billy Turnbull, Melanie
Leishman, Chris Leavins, Jason Mewes
Paese: Canada
D'ora in poi quando si nominerà la parola “trash” in ambito televisivo non si penserà solamente ai programmi proposti dai canali nazionali, ma anche e soprattutto a questa nuova serie creata tra gli altri da Craig David Wallace, autore del corto omonimo di cui la serie riprende il soggetto, che mette in chiaro fin da subito e in maniera spudorata la ferma intenzione di rispettare tutti gli stilemi del genere. Non è ben chiaro quanto sia sit-com e quanto serie televisiva classica, avendo elementi di entrambe. I tempi sono quelli tipici di una situation-comedy, dato che la durata media dei singoli episodi è di 20 minuti, come anche l'ambientazione unica, o quasi. Della serie più classica ha invece la fotografia e la struttura narrativa, che è molto più vicina all'idea di continuità lineare che di continuità costruita attraverso singole, seppur non a se stanti, parentesi comiche. In ogni caso non ci si soffermerà a riflettere troppo su aspetti di questo tipo, dato che non prendendosi per niente sul serio la serie in questione, non si intravede motivo alcuno per farlo invece in questa sede.
Per avere fin da subito un'idea anche solo sommaria di quanto lontana sia la serietà da “Todd and The Book of Pure Evil”, nonostante il titolo sia in questo senso già più che sufficiente, è utile introdurre il soggetto: Todd è un ragazzo fondamentalmente idiota; Curtis è il suo migliore amico, evidentemente più idiota. Entrambi non fanno altro che fumare erba e sembrano seriamente intenzionati a sfondare con il loro gruppo metal, i Barbarian Apocalypse. Peccato che del gruppo facciano parte solo loro due e che alla batteria ci sia Curtis, che ha un braccio solo. Spinto da tre singolari figuri, Todd si mette alla ricerca del “Book of Pure Evil” del titolo, un libro in grado di esaudire in modo leggermente distorto i desideri di chi lo possiede.
Diviene immediatamente chiaro che la serie punta all'imbecillità più becera quando Todd trova il presunto segretissimo libro esposto in bella vista all'interno della scuola e ottiene una chitarra elettrica che lo rende un musicista strepitoso. L'effetto collaterale, però, è che suonandola chiunque sia presente perde gradualmente sangue da svariati orifizi – tra cui anche quello anale - fin quasi a perdere la vita. Non poteva essere girato pilot più esplicito. Da questo momento in poi, infatti, viene delineata una struttura a puntate autoconclusive in cui il libro si paleserà agli occhi di coloro che per insicurezze o delusioni sembrano averne bisogno. Si alterneranno quindi sullo schermo enormi organi sessuali parlanti che pietrificano chi li guarda, mostri di grasso assassini, zombi di vecchi musicisti che reclamano vittime nello scantinato della casa di uno degli studenti e altre amenità dello stesso calibro. Non manca, tuttavia, una trama orizzontale, seppur appena accennata e utile principalmente come collante dei vari episodi, riconducibile ad una setta satanica occulta che cerca insistentemente il libro e al fatto che il protagonista sembra destinato a qualcosa di più grande: due cliché che si perdono nel mare di stereotipi banalizzati in maniera estrema nel corso di queste prime 13 puntate, come vuole ogni prodotto trash che si rispetti.
In linea col genere, ovviamente, anche dialoghi e personaggi. I primi non sono altro che un susseguirsi di scambi che ridicolizzano l'horror e il teen drama, tra urla di terrore e parentesi introspettive rese intenzionalmente stupide. Ogni linea in realtà lo è ed è assolutamente improbabile durante la visione imbattersi anche solo nell'ombra di una qualche scelta semi-seria.
Dei livelli di idiozia del protagonista e di Curtis si è già scritto. Fortunatamente però non sono gli unici a distinguersi in questo senso. Impossibile a tal proposito non citare il custode della scuola, Jimmy – interpretato da quell'autorità nell'ambiente che risponde al nome di Jason Mewes, che non può aprire bocca senza generare ilarità – che tra collezioni di dinamite e scorte di marijuana consiglia il protagonista con discorsi tanto insulsi nel loro voler apparire criptici quanto presumibilmente utili; altrettanto ridicolo l'antagonista, Atticus, che tra una gamma espressiva notevole e atteggiamenti pilotati dalla setta occulta – anch'essa notevole, peraltro – quasi tiene in piedi da solo ogni singola puntata.
Non si può infatti fare a meno di notare che purtroppo il prodotto non riesce sempre a intrattenere come potrebbe. Nonostante rispetti, come si scriveva, alla lettera le linee guida del genere, anche attraverso una certa dose di splatter ignorante e dozzinale, sembra troppo spesso dare per scontata la capacità di divertire degli stereotipi utilizzati. Non è un caso che si sorrida parecchio ma che siano assai rari i momenti in cui si ride di gusto, come nell'undicesimo episodio in cui il musical metal, dominato da Chris Leavins (l'attore che interpreta Atticus), viene messo su in maniera obiettivamente esilarante.Benché il posticcio sia parte integrante del tutto, non significa che possa un prodotto simile essere effettivamente superficiale. Quel posticcio deve, al contrario, essere studiato e calcolato, così come l'opera nel suo complesso, e “Todd and the Book of Pure Evil” troppo spesso sembra non dedicare originalità e mestiere alla costruzione.
La serie, a conti fatti, una visione la merita di certo, anche perché non richiede sforzo alcuno. Inoltre è stata rinnovata per una seconda stagione, già andata in onda, e forte del successo ottenuto potrebbe tranquillamente riservare miglioramenti. Nel qual caso si tornerà senza dubbio a parlarne in questo spazio.