Tutto nasce nel lontanissimo 2008 (l'ironia è d'obbligo). L'allora sindaco di Roma Veltroni pensa a rinnovare il manto stradale di via Nazionale sostituendo i sanpietrini con un moderno asfalto fonoassorbente. Vista però la vicinanza delle elezioni (Veltroni si sarebbe dimesso di lì a poco per fondare il PD e candidarsi alle Elezioni Politiche 2008) sceglie di lasciare la decisione sul merito al suo successore. A fine maggio dello stesso anno Gianni Alemanno diventa sindaco di Roma e la sua decisione è: lasciamo i sanpietrini in via Nazionale, riqualificandoli. E così nel 2009 iniziano i lavori.
Nel quinquennio alemanniano decine di volte la stessa ditta che si era aggiudicata il rifacimento della strada deve intervenire su più punti per mettere una pezza a lavori mal fatti. Tutto questo a spese di chi? Ma dei contribuenti naturalmente. Alemanno forse in merito dovrebbe chiarire. Già da due anni (se non di più) via Nazionale si presenta così: ogni volta che piove Roma scopre di avere un terzo fiume dopo Il Tevere e l'Aniene, avvallamenti continui, buche coperte con il catrame. Senza contare che tutti i piani alti (ma neanche troppo) delle case e degli alberghi sono sottoposti all'effetto terremoto ad ogni passaggio degli autobus.
Oggi nutriamo alcune speranze.
La prima: che il sindaco Marino e l'assessore ai Lavori Pubblici Pucci proseguano sulla loro strada togliendo i sanpietrini destinandoli alle aree pedonali o alle zone 30.La seconda: che si decida di far passare un tram su via Nazionale anche in considerazione del fatto che la strada è nata nell'Ottocento proprio per questo scopo.La terza: che si scopra il nome della ditta che nel 2009 ebbe l'incarico, che si capisca in che circostanza venne incaricata che, eventualmente, la si radi da qualunque futuro incarico.Giorgio Carra