Pubblichiamo la struggente lettera di una disperata madre Italiana che gira da qualche giorno in rete tanto per accompagnarla dalle nostre considerazioni.
Questa lettera è stata inviata dalla signora anonima al Presidente della Repubblica Napolitano e al Presidente del Consiglio Letta. È stata pubblicata su diversi quotidiani, anche nazionali, suscitando un certo comprensibile clamore.
Eccola riportata integralmente
Egregio Sig.Presidente della Repubblica e Sig.Presidente del Consiglio,
«Scrivo questa lettera aperta da inoltrare ai giornali tramite l’ass.ne Legittima Difesa, non scriverò pubblicamente il mio nome onde evitare ulteriori vessazioni da parte di chi dovrebbe tutelare la gente in difficoltà. Io chiedo di perdere la cittadinanza italiana e diventare una extracomunitaria, lo chiedo perché sono stanca di non poter vivere con mio figlio solo perché italiana e come italiana non ho diritto ad agevolazioni in materia di aiuto, in particolare di punteggio per l’assegnazione di una casa popolare.
Sono attualmente senza lavoro, dopo anni di lavoro saltuario, nell’ultimo anno dopo la separazione ho vissuto a Milano avevo un lavoretto ed una famiglia che mi ospitava, ma mio figlio , che vive con i nonni, ha cominciato a sentire la mia mancanza. Sono quindi tornata nella mia città pur di stare qualche ora al giorno con lui, ospite di amici una settimana in un posto, poi altro posto, il sacrificio in attesa della casa popolare ritenevo di avere tutti i requisiti…volevo ricongiungermi a mio figlio….ma non rende punteggio un solo figlio e non nello stato di famiglia…qualcuno dovrà spiegarmi senza una casa come posso dichiarare un nucleo famigliare….non mi spettano aiuti diversamente dalle famiglie straniere io italiana non sono gradita nella mia terra…l’Italia è un paese fondato sul lavoro…Bugie….il lavoro è prima per gli stranieri…le case popolari prima agli stranieri…i contributi prima agli stranieri…
Non mi uccido perchè non do questa soddisfazione e poi comunque mio figlio ha bisogno di me.. ma vi prego con il cuore toglietemi la cittadinanza Italiana e fatemi diventare extracomunitaria, voglio avere una casa per vivere con mio figlio, mi sento discriminata per essere Italiana…chiaramente questo appello è anche alla Sig.ra Ministro pari opportunità….mi dia le stesse opportunità di chi italiano non è.
Fiduciosa di una risposta.. anche se dubito…I miei riferimenti personali sono a conoscenza dell’Ass.ne Legittima Difesa che invierà questa mia richiesta ai giornali».
In fede M.M.
Casi simili si stanno moltiplicando e guarda caso tutto questo sta succedendo da quando l’Italia ha un Ministro dell’Integrazione proveniente da un Paese non comunitario. Ciononostante siamo d’accordo per la non strumentalizzazione politica di questo grido esasperato. La lettera deve ad ogni modo far riflettere. Innanzitutto sarebbe bene informarsi sulla reale situazione degli stranieri non comunitari in Italia i quali anche in casi di ottima preparazione socio-culturale versano per la maggior parte in condizioni estremamente umili per non dire raccapriccianti. Ovviamente chi ha fatto un percorso nella legalità e si è creato vuoi tramite gli studi vuoi con un lavoro regolare la possibilità di rientrare a pieno titolo a far parte dell’economia della sua circoscrizione amministrativa di vita e per estensione del tessuto sociale dell’intero paese paga le tasse e si rende competitivo. In proporzione si tratta di un privilegio di pochi. Il quel caso i diritti non sono una ricompensa né tanto meno devono essere percepiti come il risultato della compassione delle autorità nei confronti di chi è più simpatico o fa più tenerezza. Obbediscono a criteri di valutazione istituzionali che decidono verso quale residente e quale contribuente indirizzare l’assistenza dello Stato. C’entra poco il fatto di essere straniero o meno. Altra cosa è che la nostra mittente deve anche capire che il tutto non è di perdere la Cittadinanza Italiana. La sua è una domanda surreale che vogliamo classificare come provocazione, ma non è escluso che possa ottenere soddisfazione. Tuttavia seguendo il suo ragionamento, dovrebbe prima lasciare l’Italia, farsi accettare da uno stato terzo (possibilmente non comunitario) che le conceda la Cittadinanza seguendo un iter ben preciso o a volte lasciato a discrezione delle autorità locali. Anche questo seppur con un certo grado di difficoltà pensiamo sia possibile. Ora da Cittadina non Comunitaria il calvario comincerebbe al momento della richiesta del Visto per L’Italia onde usufruire dei privilegi che secondo lei sono esclusivi degli stranieri. È una via crucis e lo può dire qualsiasi straniero. Supponiamo che ci riesca. Attenzione non sia mai che arrivi clandestinamente in Italia su un gommone ad esempio. Lì davvero ci sarebbe poco da ridere. Ammetiamo che entri regolarmente. Una volta in Italia dovrà dimostrare di avere le carte in regola per ottenere la possibilità di stabilirsi come residente permanente, provare con un’occupazione regolarmente dichiarata e tassata, un contratto d’affitto e con reddito sufficiente che merita il Permesso di Soggiorno che verrebbe consegnato da 8 a 12 Mesi dopo che ne ha fatto domanda ogni anno e forse passato qualche anno (5 in media) si potrebbe esaminare una sua eventuale richiesta di casa popolare. Ci ragioni bene insomma.
Non abbiamo motivi per dubitare dell’intelligenza della Signora anonima e quindi ci viene quasi naturale pensare che abbia voluto con un certo successo del resto usare l’ironia per portare alla luce un problema vero, il nodo del quale è l’incapacità sempre più evidente e dolorosa dello Stato Italiano a proteggere e assistere i suoi cittadini. Sono gli effetti perversi della crisi economica che colpisce tutti indiscriminatamente e se l’obiettivo della signora è di gridare la sua frustrazione ha tutta la nostra solidarietà.