Toglietemi tutto, ma non il mio Report

Creato il 11 ottobre 2010 da Mapo
La Litizzetto ha appena finito di auspicare l'introduzione sul mercato di un assorbente femminile funzionante a Pellet per l'inverno, poi un filo di pubblicità (come è nello stile di Raitre), ed ecco che mi adagio sul divano in attesa della solita e rassicurante puntata di Report, uno dei pochi motivi per cui mi trovo talvolta ad accendere quel gigante elettrodomestico nero che occupa buona parte della parete della sala.Quando la telecamera inquadra uno studio televisivo con un pavimento scuro, dei maxischermi lampeggianti sullo sfondo e la faccia magra di un giornalista con i capelli bianchi e la evve moscia (che riconosco non essere la Gabanelli solo dopo qualche istante) mi sento perduto. Qualcosa non va."PresaDiretta". Che roba è?E così sarebbe questo il nuovo (?) programma di giornalismo d'inchiesta della domenica sera su Raitre?! A stento riesco a contenere la rabbia, ma, contrariamente a quel che faccio abitualmente, decido di vederne almeno un po' prima di esprimere il solito, tranciante giudizio.La puntata verte su un tema abbastanza fumoso e mal definito, quello della presunta mancanza di italianità (e, quindi, di patriottismo) di italiani sparsi in ogni dove, raccolti a varie latitudini di questo nostro stivale. L'ever green del "tu lo conosci l'inno?" è il monotono leite motiv della serata. Si va dalle solite interviste agli operai che scioperano e urlano, ai fantasiosi punti di vista di neo-sindacalisti della Lega, fino ad un fantomatico "Mondiale dei senza nazioni" (e verrebbe da chiedersi come mai!), dove va in scena una curiosa partita Padania - Regno delle due Sicilie, con il vostro -mio no, vi prego!- rappresentante in regione preferito, mr. Renzo Bossi, alias La Trota.Il tutto si risolve in un susseguirsi di chiacchere da bar riprese dalle telecamere, sotto gli occhi di un inviato compiacente dallo sguardo a metà tra il divertito e lo scandalizzato, ereditato con ogni probabilità dalla precedente esperienza lavorativa alle Iene. Contenuti? Ben pochi.Dove sono le inchieste sulle infiltrazioni mafiose negli appalti statali? Quegli organigrammi incapibili pieni di nomi e cognomi a capo di milionarie off shore con sede dall'altro capo del mondo? E le telecamere nascoste che riprendono primari ospedalieri che confessano candidamente come funziona il mercato delle raccomandazioni?Penso a come sia facile far passare questi toni accesi da tribuna da stadio per un vero programma d'inchiesta, in modo da far tacere realtà ben più scomode, come quelle che raccontava il buon vecchio Report, l'unico programma TV in grado di rendere ancora più triste il lunedì mattina in questa Italia - nonostante la "Buona notizia" finale - quando uno si alza ed esce di casa dopo il weekend, magari a bagno nella pioggerellina di una Lombardia già uggiosa e deve per giunta imbarcarsi sui mezzi pubblici.Ed è così che mi trovo, già dopo la prima mezzora, a brontolare tra me e me contro questa Rai sempre più TV generalista, commerciale e asservita ai palazzi del potere. Penso a Minzolini e, ne sono certo, mi sale la pressione. Penso alla povera Gabanelli, immaginandola sotto qualche ponte della capitale, senza niente da mangiare a far compagnia a quei barboni che fino a qualche mese fa prendeva ad esempio per denunciarne la deriva italiana.Sto per spegnere la TV quando, in uno degli stacchi pubblicitari, dopo la solita pubblicità dal Mulino Bianco, le tre note della sigla del caro e vecchio Report riempiono l'appartamento. Mi giro e sorrido, mentre ascolto soddisfatto il tema della puntata di settimana prossima: doppi incarichi di politici e funzionari pubblici. Proprio quello di cui brontolavo oggi pomeriggio, in macchina.Vorrà dire che anche domani mattina mi alzerò facendo a meno di sentirmi un po' triste per come va il mondo. Ancora per una settimana.

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