Togo/ Un collettivo di cittadini "Salviamo il Togo" che incontra resistenze a far sentire la propria voce contro il regime / Sosteniamolo

Creato il 10 settembre 2012 da Marianna06

Non c’è dubbio che di libertà autentica in Togo di questi tempi, per non dire da anni, ce n’è in giro molto poca.

Anzi si respira, a detta di testimoni oculari, un clima socio-politico fortemente deteriorato.

Liberi sono solo coloro che ruotano intorno alla “cricca” del presidente Faure Gnassingbé e ne condividono  politica e benefici a iosa.

Per tutti gli altri, l’opposizione, non c’è spazio alcuno di manovra ,né tantomeno libertà di parola.

E di certo non è novità.

Basti ricordare chi era il padre di Faure Gnassinbé e come prese il potere, a suo tempo, e come lui, il figlio, ne abbia raccolto abilmente il “testimone”, tenendolo ben stretto.

Poiché non tutti i togolesi, in patria e all’estero, sono però di corta memoria ecco allora ,alcuni mesi fa, la nascita di un collettivo che intende proseguire sulla strada di una dura opposizione al regime odierno.

E’ cosa buona se si considera che “Salviamo il Togo” include più di un’organizzazione della società civile, dai difensori dei diritti civili a formazione politiche vere e proprie, che intendono chiudere definitivamente con l’attuale esecutivo.

E questo scetticismo rabbioso non emerge dal nulla o caso da parte di facinorosi dell’ultima ora, perché i diritti dei cittadini,con abbondanza di prove testimoniali,anche fotografiche e divulgate sui network, sono state quasi ampiamente calpestati, e quasi sempre, tanto nelle città che nei villaggi. Bastava ci fosse solo il vago sospetto d’appartenenza ad opposta fazione e giù botte da orbi da parte degli sgherri, asserviti al potere e pagati per questo, con morti e/o feriti lasciati nelle strade, nelle piazze e anche nei campi.

E i malcapitati, quelli che sono tuttora in carcere, non se la passano certo meglio. Le carceri africane non sono affatto hotel a cinque stelle e la dignità umana è calpestata ad ogni occasione propizia specie quando si è intenzionati a rendere chiaro chi è il più forte nella contesa.

Nessun dialogo è possibile, dunque. E soprattutto attualmente permane il macroscopico scandalo di una riforma del codice elettorale inaccettabile, perché unilaterale.

  a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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