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Toh! Berlusconi si riaffaccia sulla scena politica e subito scoppiano gli scandali giudiziari

Creato il 24 settembre 2012 da Iljester

Toh! Berlusconi si riaffaccia sulla scena politica e subito scoppiano gli scandali giudiziariMah! Non voglio essere complottista, ma a volte ti ci spingono. Fino all’altro ieri tutto era tranquillo, poi Berlusconi si azzarda a tirar fuori il naso dall’anonimo silenzio di questi mesi e paventa una sua ricandidatura alle politiche, e guarda un po’ che accade? Spuntano come funghi nuovi e interessanti scandali giudiziari, questa volta nella regione Lazio, amministrata dalla bravissima Polverini.

Evidentemente il Cavaliere fa paura, e la rimonta del PDL nei sondaggi non ha fatto altro che alimentare il terrore di chi nel 2013 già pensava di spartirsi le poltrone del Governo e installarsi con viti a pressione nel palazzo del potere vita natural durante. Tolto di mezzo il Berlusca con la scusa dello spread, non rimaneva infatti altro che lasciare affondare miseramente la barca piddiellina, che già da sola si era procurata ampie falle, visto lo scarso appeal e l’inettitudine di certi personaggi da cui è rappresentata.

Toh! Berlusconi si riaffaccia sulla scena politica e subito scoppiano gli scandali giudiziari

Ciononostante Berlusconi aveva e credo abbia ancora qualche cartuccia da sparare. Ma finché si era ritagliato il ruolo di “padre” della patria in odor di pensione, tutto era rimasto immerso nella bonaccia… nella “normalità” (nessuna indagine, se non pregressa, nessuno scandalo, niente) del teatrino politico italiano: PD e UDC che amoreggiano, Grillo che sbraita e Di Pietro e Vendola a fare i comprimari; prima naturalmente della grande abbuffata che avrebbe visto tutti i big del centrosinistra e i venduti del centrodestra a spartirsi a suon di affamati latrati, la preda: il popolo italiano, le sue istituzioni e la RAI.

E invece – dannato Berlusca – ha pensato che forse l’Italia avrebbe ancora avuto bisogno del centrodestra. E bum! Ecco un nuovo scandalo che investe il partito berlusconiano. Puntuale come un orologio svizzero: lo scandalo Fiorito, le allegre spartizioni dei fondi destinate ai partiti, l’uso degli stessi per feste e festini e chissà che altro. Scandalo che per inciso non è peggiore né migliore di altri, un po’ meno pubblicizzati dalla liturgia della stampa di regime, ma targati – ahimè! – centrosinistra. Mi riferisco al sistema Sesto e al sistema Lusi e alla sanità pugliese.

La domanda a questo punto è d’obbligo. Perché? Perché adesso? Perché a ridosso delle elezioni, che si celebreranno fra qualche mese? La risposta è ardua e c’è chi ritiene si tratti del caso. Ma sappiamo bene che il “caso” in Italia non esiste. Nel nostro paese non si muove “foglia” che il potere non voglia. E il potere che ha sospeso la nostra democrazia qualche mesetto fa in nome dello spread, ha deciso che chi esce fuori dagli schemi (Berlusconi) non debba governare e gli deve essere impedito di governare, a qualunque costo.

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Un ordine che si ripete da anni, ma che negli anni ha trovato un grosso ostacolo nel consenso elettorale che il Cavaliere ha riscosso e nell’approssimazione dei tentativi di “farlo fuori”. Almeno finché lo Stato italiano non ha rischiato seriamente di non ripagare i debiti alla finanza speculativa. Ah, perché allora gli squali della City, di Wall Street e del MIB, con i loro amici cinesi, russi, americani e tedeschi, magari tutti uniti nelle logge massoniche più oscure e segrete, hanno detto stop: basta Cavaliere al Governo. Ci prendiamo noi il governo italiano e ci mettiamo chi vogliamo noi. Nella fattispecie Monti e poi qualche fantoccio di finta-sinistra, per acquietare le masse proletarie e dar loro l’illusione della vittoria dei più deboli sui più forti.

Poi però il Cavaliere si è ridestato dal sinistro mollatogli a novembre con il placet quirinalizio, ed ecco spuntar nuove indagini giudiziarie. Fondate o meno che siano, è curioso vedere come cadano sempre a fagiolo: elezioni, ripresa dei consensi del centrodestra, presa di coscienza che l’Italia è un paese di puttane e puttanieri anche senza il Cavaliere (soprattutto senza di lui). Insomma, per farla breve: quando pare che il popolo dubbioso inizi a vedere quanto sia pericoloso per il suo destino votare a sinistra (per via del fatto che esiste un forte e stretto collegamento tra la sinistra e il potere finanziario), ecco che il Manovratore preme l’ennesimo bottone dello scandalo giudiziario, anche perché oggi l’arma dello spread non può più essere utilizzata. Sarebbe difficile correlare l’aumento di questo insano e artificioso indice finanziario con la ridiscesa in campo del buon Silvio.

Ma l’arma giudiziaria è un’arma buona per tutte le stagioni, e se a essere colpiti sono i piccoli, i fiancheggiatori del Cavaliere, i suoi alleati e i suoi politici, beh… è molto più efficace che utilizzarla per colpire direttamente lui, l’uomo di Arcore. Non tutti infatti hanno la sua caparbietà, la sua faccia tosta e la sua voglia di lottare. E così è più probabile che i piccoli cedano, che si arrendano e che si lascino travolgere, piuttosto che rimanere seduti sulla poltrona a fare da bersaglio.

Ed è il caso di Polverini, governatore della Regione Lazio. Le probabilità che molli, che si lasci condizionare dalla stampa, dagli avvisi di garanzia, dagli interrogatori in procura e dalle richieste di dimissioni insistenti ufficiali e ufficiose, sono alte. E a farne le spese come sempre sarà la democrazia, soggetta al potere giudiziario e non solo.


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