Tokyo Night, di Chiara Gallese

Creato il 06 aprile 2011 da Braviautori

“Tokyo Night” è il romanzo con cui Chiara Gallese esordisce nella scrittura, ma non è la prima opera dell’Autrice. In effetti, dell’opera prima questo testo ha sì la freschezza e l’incanto, ma la scrittura della Gallese denota già (verrebbe da dire quasi: tradisce) uno stile e una sicurezza rari per un romanzo d’esordio. Chiara ci accompagna con capacità e sensibilità nel microcosmo degli affetti e degli amori di Keiko, giovane donna alle prese con i problemi tipici della sua età: l’accesso al mondo del lavoro, il confronto con le proprie aspirazioni e aspettative, l’incontro con l’amore, il rapporto con la famiglia.
Tramite un percorso ideale, segnato dalle tappe delle fermate della metropolitana di Tokyo, Chiara dà vita e voce a Keiko, ma attraverso questo personaggio realizza in realtà l’affresco di una città e di una generazione. Il gusto dell’Autrice trova la massima espressione proprio nel saper evocare le stesse atmosfere e sensazioni che scrittori famosi hanno saputo trasmettere con le loro opere ambientate in Giappone. Nei passaggi d’ambientazione cittadina, che sono prevalenti, il ritratto di Keiko e della capitale richiama per accuratezza e nitore sia le pagine di Terzani che quelle della sua compagna di vita Angela Staude, col suo “Giorni giapponesi”. Ne emerge un’Asia frenetica, consumista e sempre intenta a mangiare o a imbastire colloqui di lavoro e contatti d’affari. Quando la scena si sposta dallo scenario della capitale, riaffiora l’Asia antica, millenaria e contemplativa, riflessiva e profonda. In quei passaggi, sentiamo echeggiare le suggestioni dolenti e malinconiche di uno scrittore come Soseki o il respiro infinitamente saggio degli haiku e dei tanka.
Keiko non è il solo personaggio riuscito cui dà vita la Gallese: i protagonisti sono tutti ottimamente caratterizzati e credibili. Spesso il lettore nel caso di Keiko deve rammentare a se stesso che la voce narrante della protagonista è frutto dell’immaginario di un’Autrice italiana e non giapponese, perché l’immedesimazione appare perfettamente riuscita. Anche i coprotagonisti, soprattutto Masayuki e Michele, sono resi con un sapiente lavoro di scavo psicologico e un equilibratissimo gioco di “detto” e “non detto” che ci fa capire l’indole dei personaggi lasciandoli però al tempo stesso avvolti in un alone di seducente mistero.
Ma il vero punto di forza del testo è un altro. Ciò che ne discosta l’esito da semplice “gradevole lettura” a ottimo romanzo è il sapiente montaggio a incastro degli episodi che si susseguono nel corso dell’opera. La bravura della Gallese consiste nell’aver alternato e costruito in maniera intelligente, raffinata, mai banale, un percorso che vede avvicendarsi momenti diversi, e, prescindendo dall’ordine cronologico in cui si susseguono gli episodi narrati viene tracciato un percorso del cuore, dei sentimenti e delle sensazioni. Questo montaggio eccellente dà al testo un tocco unico, malinconie e momenti in cui i protagonisti sono in stato di grazia si avvicendano nel vissuto dei personaggi esattamente come accade nell’esistenza reale, e per questa ragione arrivano dritti al cuore di chi legge.
Un romanzo perfetto? Quasi. L’Autrice sconta solo in minima parte lo scotto dovuto a una pubblicazione in proprio. Le uniche pecche che si possono imputare alla scrittura della Gallese si riducono a piccole, veniali sbavature di editing che la supervisione di un professionista del settore o di un forte lettore avrebbero individuato e contribuito a correggere, in fase di rilettura, senza alcun particolare problema. Peraltro, verso la fine del romanzo si intravvede una maggior consapevolezza anche di questi aspetti e il tentativo di intervenire sotto questo punto di vista: forse è soltanto mancata una revisione completa del testo ma comunque si tratta di dettagli marginali, altri sono i punti di forza dell’opera che compensano pienamente.
Un romanzo toccante, davvero coinvolgente, dunque, che getta una luce nuova su una cultura e un paese molto lontani dal vissuto di un europeo, contribuendo a illuminare da un’angolazione in più la realtà giapponese: anche il punto di vista di chi non è nuovo a letture che parlino del Paese del Sol Levante ne uscirà stimolato e arricchito. Un libro da leggere e probabilmente, a distanza di tempo, rileggere per assaporarne meglio le molteplici sfumature.
Un testo questo che ha la forza per conquistare e trascinare anche chi dal Giappone non si sente affatto incuriosito e attirato, perché “Tokyo Night” contribuisce in maniera significativa, originale, autentica a riportarci un vissuto lontano dalla nostra cultura d’appartenenza alimentando l’interesse per un mondo distante, spesso difficile da capire ma non per questo meno affascinante e capace di un forte richiamo.

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