L’appartamento di Tolosa tuttora accerchiato dalle forze del RAID
Tutto tace: Il dubbio plana se il giovane tolosano sia ancora vivo oppure no
Sono oramai più di trenta ore che Mohamed Merah è trincerato nell’appartamentodi Tolosa e si sta insinuando il dubbio se sia ancora vivo.
Il dialogo tra Mohamed Merah e il suo negoziatore del RAID (corpo speciale della polizia) si è interrotto ieri sera alle 22:45, ora in cui il giovane di Tolosa aveva annunciato che si sarebbe arreso.
Ultimo messaggio a questa stessa ora in cui cambiando completamente le sue decisioni annunciava che era pronto a “morire con le armi in mano”.
Da allora il silenzio! Silenzio interrotto solo da esplosioni di granate orchestrate dalla polizia sotto le finestre del giovane unicamente con lo scopo di ottenere reazioni e senza volontà di eliminare l’assediato che il governo vuole catturare vivo.
Ma anche due colpi di arma da fuoco non identificati verso le due di notte e il ministro dell’Interno Claude Gueant visibilmente preoccupato, si interroga sullo strano prolungato silenzio chiedendosi come tanti altri se Merah è ancora in vita.
Claude Gueant per altro ieri sera confermava che l’attacco alla scuola ebraica non era il vero bersaglio del giovane che aveva nel mirino un poliziotto, ma non riuscendo nell’intento aveva dirottato sulla scuola la sua determinazione omicida
Il personaggio di Mohammed Merah si colora con colori sempre più decisi ed uscendo da un primo iniziale flou mostra un giovane ben conosciuto dai servizi di polizia per crimini comuni, che aveva effettuato ben due soggiorni in Afganistan.
Il primo nel 2010 terminato con un rimpatrio in Francia ad opera degli Americani ai quali era stato consegnato dai servizi afgani che lo avevano interpellato per un banale controllo stradale, un secondo nel 2011di oltre due mesi, interrotto questa volta a causa di un’epatite.
Man mano nuovi particolari si aggiungono e di questo giovane che era capace di rimanere per ore a guardare scene di decapitazione e di donne sgozzate, si scopre che nella cité dove viveva, Mohamed Merah si era fatto conoscere per gesti di marcata violenza e non ultimo aveva attraversato il quartiere brandendo una sciabola e inneggiando a Al Qaîda.
Sembra tra l’altro che il giovane che viveva di sussidi, avesse più di un alloggio, notizia che rilancia tante domande. Come poteva un giovane senza troppe risorse permettersi di affittare più di un appartamento? Riceveva dunque delle sovvenzioni? Da chi? Un fondamentalista isolato o con connessioni? Sicuramente dei dubbi planano nei confronti dei familiari che sono stati interpellati e da ieri sono sotto stato di fermo. Nell’automobile di uno dei fratelli, noto per la sua adesione alla ideologia salafista, sono stati trovati dosi di esplosivo.
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