Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege – Un’occhiata alla Closed Alpha

Da Videogiochi @ZGiochi
di Giovanni "Giopa" Panzano

Dopo l’uscita di Tom Clancy’s Rainbow Six: Vegas 2 il brand Ubisoft è letteralmente sparito per svariati anni, per poi tornare sulla scena con l’annuncio di quel misterioso Patriots di cui, però, non si è più saputo nulla. Senza quindi annunciare la cancellazione di quello che sarebbe dovuto essere il successore di Vegas, durante lo scorso E3 di Los Angeles è arrivato come un fulmine a ciel sereno Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege, nuovo titolo che sembra focalizzarsi sulle irruzioni. Noi abbiamo avuto modo di provare la versione Alpha del gioco che, nonostante le ovvie mancanze dovute al suo essere ancora in sviluppo, ci ha dato modo di osservare le meccaniche alla base del gameplay. Ecco quindi le nostre impressioni.

WALL BREACH

Una volta avviata la Closed Alpha di Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege, il menù tutt’altro che definitivo vi permetterà semplicemente di giocare ad un’unica modalità, Hostage Rescue, all’interno di due diverse mappe. Tale modalità di gioco mette due squadre da cinque giocatori ciascuna l’una contro l’altra. I primi avranno il compito di difendere un ostaggio, gli altri di portarlo in salvo. Nel corso dei tre minuti a disposizione bisognerà quindi effettuare un’azione fulminea, stando però attenti a non danneggiare il bersaglio, pena la perdita istantanea del round. Un altro modo per portare a casa il match è quello di eliminare ogni singolo avversario, poiché, almeno in questa modalità, non esiste respawn (la durata dei match però rende l’attesa molto leggera). Per bilanciare poi il leggero vantaggio dei difensori, che barricandosi all’interno di una stanza potrebbero lasciar trascorrere i 180 secondi “camperando”, viene data agli attaccanti la possibilità, all’inizio del match, di esplorare l’intera area di gioco utilizzando dei piccoli droni dotati di telecamera, in questo modo potrete sin da subito localizzare la posizione dell’ostaggio.

Ovviamente per effettuare questo tipo di irruzioni avremo bisogno di un’attrezzatura particolare e ogni singola classe avrà in dotazione qualcosa di utile. Niente più equipaggiamento personalizzato infatti, in Siege all’inizio di ogni round sarà possibile scegliere una tra le cinque classi a disposizione (ognuna di queste può essere scelta da un solo giocatore, vince quindi chi arriva primo a selezionarla). Ciascuna classe ha i suoi gadget e le sue armi, anche se in alcuni casi sarà possibile scegliere tra più armi primarie. Giusto per fare qualche esempio, l’assalitore sarà in possesso di un martello per tirare giù in un colpo le barricate (per ogni finestra o porta si potrà creare una barriera fatta di legno), il silenziatore può disturbare gli avversari con un jammer e innalzare piccoli ripari per evitare il fuoco nemico e così via. Sebbene alcune classi siano più efficaci di altre, ci è piaciuta molto la diversificazione tra ognuna di esse e, soprattutto, l’impossibilità da parte di più giocatori di scegliere la stessa. In questo modo si viene a creare un maggiore equilibrio e ogni giocatore avrà un ruolo ben preciso nella partita. Buono anche il gunplay che, per quanto non sia particolarmente vicino alla realtà, risulta piuttosto gradevole.

Le due mappe messe a disposizione dallo sviluppatore per la Closed Alpha sono una villetta e l’Air Force One. Entrambe di dimensioni piuttosto contenute, ma la loro stratificazione permette più approcci alla situazione. Come accennato sopra, si potranno barricare le varie porte e finestre per impedire agli avversari di fare immediatamente irruzione nella stanza dove risiede l’ostaggio, ma con determinate classi potremo anche erigere ulteriori barriere per rinforzare le pareti più deboli. In Siege infatti molte pareti e superfici sono distruttibili, mentre i proiettili sono in grado di trapassare praticamente qualunque materiale, consentendo così di eliminare anche gli avversari ben nascosti. Purtroppo le aree distruttibili, per quanto ben realizzate, ci sono sembrate davvero poche rispetto alle dimensioni della mappa, ma c’è sempre la speranza che si tratti di un limite di questa versione acerba.

Dal punto di vista tecnico è davvero troppo presto per tirare le somme, infatti nonostante l’impatto visivo sia decisamente buono, mancano ancora diverse texture ed effetti che vedremo solo nella versione finale del titolo (o magari nella beta prevista nel corso dell’estate). Le stesse impostazioni grafiche risultano tutt’ora bloccate, impedendo qualunque modifica che non riguardasse la risoluzione.


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