se ce la faccio io vuol dire che non è poi così difficile…
Avrete ormai capito che ci sono delle giornate in cui mettermi ai fornelli è una necessità. Oggi alla voglia di pasticciare in cucina se ne è aggiunta un’altra: SPERIMENTARE!
Così, libro alla mano, ho deciso di preparare uno dei piatti più diffusi qui in Thailandia. Tom Yum Kung (ต้มยำกุ้ง) - letteralmente zuppa mista di gamberi- ovvero Zuppa Agropiccante di Gamberi (Hot & Sour Prown Soup). Ristorante che vai variante che trovi. Dopo oltre 4 anni qui so bene come mi piace: piccante, che si senta bene il sapore del lemongras, con il latte di cocco e tanti funghi!
Galangal, lemon gras, foglie di bergamotto, peperoncino e lime un tripudio di colori e profumi per una ricetta che ci vuole più per preparare gli ingredienti che a cucinarla.
Apro il libro e controllo di avere tutto l’occorrente.
Ingredienti:
- 6 gamberoni di fiume (va be’, io ne ho comprati 9, melius abundare quam deficere)
- 200 gr di funghi freschi (presenti, ho comprato quelli che comunemente in italiano si chiamano orecchioni o fungo ostrica)
- 5-6 peperoncini piccanti (in casa non mancano mai)
- 2 fuscelli di lemon gras (il profumo è incredibilmente delicato quando fresco e deciso quando bollito)
- 2-3 foglie di combava-agrume simile al lime molto diffuso qui- o begarmotto (in realtà anche qualcuna in più se non sono fresche)
- 2 ramoscelli di coriandolo (ci doveva pur essere qualcosa che m’ero scordato, no? Poco male visto che posso fare a meno del suo sapore “metallico”)
- 3 cucchiai di salsa di pesce (in alternativa la salsa densa di soia può andar bene)
- 1 lime (e qui scatta la voglia di Cuba Libre)
- 3 tazze di brodo di pollo (non avendolo preparato dovrò accontentarmi di quello di dado)
E basta? Già a colpo d’occhio mi rendo conto che manca sicuramente qualcosa: il galangal (una radice medicamentosa di una pianta della stessa famiglia dello zenzero ma dal sapore più delicato) e le melanzane tailandesi, non sempre presenti ma che a me piacciono e quindi ce le metto. Dimenticavo, 1 pomodoro! L’ultima volta che Gloy l’ha preparata qui mi ha fatto correre al supermercato solo per comprarne uno e questa volta ce l’ho.
Il latte di cocco è un ingrediente che origina in tutti i ristoranti 2 varietà di tom yum e, ovviamente come da premessa, io lo aggiungerò alla fine.
Ora che non manca nulla all’appello iniziamo a seguire le istruzione passo a passo.
Per prima cosa i gamberi: si toglie la testa, si lavano sotto l’acqua corrente e, incidendo il dorso, si “svenano”, ovvero si toglie il filetto nero, facendo attenzione di lasciare la coda intatta (la presentazione dei piatti tailandesi ha sempre una notevole importanza).
Mentre si porta ad ebollizione il brodo si lavano gli aromi, facendo attenzione che il lemon gras venga tagliato diagonalmente.
Una volta aggiunti al brodo i vari aromi, il pomodoro tagliato in 4 pezzoni e le melanzane, si copre e si lascia bollire a fuoco moderato per alcuni minuti.
Visto che non riesco mai a stare senza far nulla lancio una sfida via Twitter: metto 2 foto e chiedo il nome delle melanzane tailandesi e del piatto che sto cucinando; in palio il soggiorno gratuito a casa mia qui a Bangkok! Scatta fra Lucia e Valentina la caccia alla soluzione dei quesiti…
Dopo 5 minuti lascio le 2 rivali sfidarsi in una frenetica ricerca via internet e assaggio il brodo: il gusto non è quello voluto, perché? Telefono a Noom il quale meticolosamente mi elenca quello che usa lui; pasta di tamarindo! Ecco cosa manca. Sono convinto che chi scrive i libri di cucina lo faccia apposta: lasciare fuori un ingrediente apparentemente banale per far sì che il risultato non sia mai altrettanto buono e che l’allievo non superi in bravura il maestro. Guardo la foto e noto anche che il latte di cocco l’hanno aggiunto - la zuppa non è trasparente ma ha riflessi del latte- ma non inserito nella descrizione della ricetta.
Aggiunto il tamarindo in pasta, arrivano la salsa di pesce, i gamberi e i funghi e il gioco è fatto! Ancora 5 minuti e si va a tavola.
Per poco non mi dimenticavo di aggiungere il latte di cocco; per fortuna che ho la brutta abitudine di assaggiare in continuazione e me ne sono accorto. Il risultato finale? L’ho fatto giudicare ai miei amici tailandesi arrivati nel frattempo per vedere il farang impazzire con la cucina tailandese.
Forse l’aspetto non è altrettanto invitante che sul libro ma vi assicuro che se Noom e Sun mi hanno fatto i complimenti vuol dire che così male non era.
Il concorso? Fra le 2 contendenti a suon di cinguettii sono arrivate le risposte esatte! Rullo di tamburi e congratulazioni a Valentina di Enogastronovie!
La prima legge della dietetica: se ha un buon sapore, non è per te.
Isac Asimov
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