¡toma la calle!

Creato il 22 maggio 2011 da Kris @zinfok

Le elezioni amministrative spagnole odierne sono state caratterizzate da giornate pre-elettorali intensissime di colore e allegria per "las calles" (le strade) . Un movimento un pò hippie e un pò no, un movimento fatto di giovani, per i giovani, che guarda al futuro (quanti bimbi sulle spalle dei loro padri!) e al passato (quanto padri vicino ai loro figli!). Il 15-M è un rigurgito civile che si riversa per le piazze in risposta ad un politica economica disastrosa che ha fatto precipitare la Spagna sull'orlo del baratro. Eppure sembrava che la nuova ventata di riforme introdotte da Zapatero avesse fatto bene al paese, rendendolo all'avanguardia nel campo dei diritti civili. Matrimoni gay, coppie di fatto, fecondazione assistita e laicità come elemento cardine del viver nazionale. Tutto questo non è bastato perchè, se da un lato ha fatto tanto, tantissimo, dall'alto ha sbagliato molto, moltissimo. Il governo socialista ha investito troppo nel mercato immobiliare interno che per anni ha sostenuto economia e lavoro, basti pensare che nel 2007 la disoccupazione si assestava ad un minimo storico del 7,95%. In questi anni è cambiato tutto, dopo la crisi mondiale del 2008 la Spagna ha conosciuto un declino che non si è più arrestato. Il tasso di disoccupazione è al 21% oggi, il 30% dei giovani è senza lavoro e non ha possibilità alcuna di trovarlo nel breve periodo. 4.900.000 di persone non hanno speranze, nessun governo avrebbe retto. Infatti così è stato e il 2 aprile il presidente del consiglio ha annunciato la sua non ricandidatura alle elezioni del marzo prossimo. Decisione saggia, il PSOE (Partito socialista operaio spagnolo) con lui alla guida non avrebbe avuto nessuna possibilità di vincere contro il PP (Partito popolare) di Mariano Rajoy. Così la gente scende in strada e protesta, protesta, protesta..giorno, notte, freddo, caldo, niente li ferma, nemmeno la minaccia di sgombero (fortunatamente, al momento, non attuata). Sono belli, colorati e dipinti, hanno le mani al cielo e lanciano grida silenziose nelle notti madrileñe. Hanno poche parole in bocca e le ripetono dall'alba al tramonto: lavoro, futuro, giustizia sociale, democrazia reale. Sono scesi in piazza perchè a casa erano invisibili mentre ora i potenti sono costretti a contarli. Cos'hanno fatto? Si sono seduti in terra e hanno detto: « Noi da qui non ci muoviamo finchè voi non ve ne andate»; una rivoluzione pacifica che non ha bisogno di armi per far parlare di sè. Non fanno differenze: destra, sinistra, banche e alta finanza, sempre la stessa melma che ha negato loro ogni speranza. Però non assomigliano ai nostri "grillini", non hanno bisogno di seguire le urla di un comico per capire che la protesta nasce dal basso, che il tempo dell'attesa è finito. Game Over. La chiamano "nuestra revolución", si ispirano alla primavera araba, a piazza Tahrir. Hanno occupato Puerta del Sol, nel pieno centro della capitale, chiamata dai madrileñi "Km zero". E al km zero si apposta la generazione zero, quella che ha deciso di ricominciare. In Spagna sono abituati, hanno ricostruito una democrazia dal nulla, dopo un dittatura durata quasi 40 anni; per questo non hanno paura, sanno che è impegnativo, quasi estenuante, ma che si può fare. Non so come andrà il voto di oggi, presumibilmente avverrà il famoso cambio della guardia, il Psoe verrà sconfitto e il Pp riconquisterà qualche città. Credo però che le elezioni siano il dato minore, trascurabile, oggi non vinceranno nè da una parte nè dall'altra. Oggi chi vince sta fuori, seduto in terra, ¡LOS INDIGNADOS!