Tomar la città templare del Portogallo

Creato il 10 marzo 2016 da Lillyslifestyle @LilianaNavarra

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L’altro giorno vi ho parlato della mia avventura con la ESCAPE Portugal alla scoperta della costa ovest portoghese. Il nostro fine settimana con Carla e Mariana si è concluso con la visita della città templare portoghese per eccellenza, Tomar.

Dopo una riposante notte presso il SANA Silver Coast Hotel di Caldas da Rainha ed una colazione da far invidia a molti brunch mondiali, Carla e Mariana vengono a prenderci in hotel. Prima di partire, prendiamo un caffè in una tipica caffetteria storica nella piazza del mercato di Caldas da Rainha. Con la giusta dose di caffeina in circolo arriviamo a Tomar.

All’epoca della colonizzazione romana, Tomar si chiamava Nabantia, fu poi conquistata dagli arabi, che la occuparono fino al XII secolo quando, Dom Alfondo Henriques la regalò ai templari come riconoscimento degli aiuti ricevuti nella lotta contro i musulmani. Chi arriva a Tomar per la prima volta, non può restare indifferente dinanzi l’imponente fiume Nabão. Un fiume che carica una triste storia d’amore ricordata dalla statua di Santa Iria, una monaca uccisa da un principe innamorato e non corrisposto. Il suo corpo fu smembrato e gettato nel fiume e, come da leggenda vuole, arrivato intatto a Santarém.

Parcheggiamo l’auto davanti l’ingresso del parco Muchãu, un sorta di isolotto del fiume, dove si trova ancora un antico mulino ad acqua con pale di legno. Dopo questi giorni di pioggia intensa il fiume è in piena e di una forza incredibile.

Attraversiamo il giardino per arrivare al centro storico. Non potete immaginare la mia sorpresa quando scopro che esiste una street artist che si chiama “Liliana” e che ha firmato gran parte dei muri delle case abbandonate del centro.

Percorrendo le stradine dal fascino medievale e ricche di edifici decorati con le tipiche mattonelle, gli azulejos, arriviamo alla Piazza della Repubblica. La piazza, inaugurata nel 1940, è una vera e propria cartolina con la chiesa di São João Baptista, la statua di Dom Gualdim Pais, fondatore della città, e il Covento di Cristo che fa da sfondo.

Una curiosità della piazza è proprio la statua di Dom Gualdim Pais, crociato portoghese, monaco e cavaliere templare di Dom Afonso Henriques, con il quale combattè contro i mori. La statua fu realizzata da Macários Dias e se la guardate di lato, vedrete che parte della spada vi darà un’illusione ottica abbastanza significativa, sopratutto se si pensa che sta rivolta di fronte la chiesa. Non voglio svelarvi di più così, i più curiosi, ci andranno di sicuro.

A pranzo Mariana legge per noi una guida del Portogallo del 1985, è incredibile come la descrizione della cittadina e della strada per arrivarci sia ancora così attuale e ferma nel tempo.

Il ristorante scelto è Infante, il locale è molto bello, sembra di essere in una sala di un castello templare. Il personale è simpatico e gentile. Chiedo dei gamberi al curry, non avendo molte opzioni senza carne, ma non lo consiglio ed è anche caro il prezzo segnato sul menù. Ricordo che ci sono diverse trattorie in città con ottima cucina e prezzi più ragionevoli.

Usciti dal ristorante, recuperiamo l’auto per arrivare su al Convento di Cristo per scoprire i segreti che i templari hanno nascosto in Portogallo. D. Henrique, il famoso navigatore, nel 1420 trasforma il castello di Tomar, all’epoca sede dell’Ordine di Cristo, in convento. Camminare al suo interno ci fa fare un salto nel tempo.

Quasi ci sembra di vedere i cavalieri percorrere gli stessi corridoi, o vedere i monaci camminare a passo lento verso le loro piccole celle. Si nota subito che il complesso ripercorre varie epoche e varie fasi di costruzione. Imponente è la finestra manuelina della sacrestia ricca di misteriose simbologie.

 

Ricordando Umberto Eco, che ci ha lasciato da poco, rileggerò volentieri il suo Pendolo di Foucault. Per chi non lo sapesse, lo scrittore ha dedicato a Tomar un intero capitolo: «Tomar, il castello dei Cavalieri di Cristo, un luogo in cui i sopravvissuti dell’ordine godevano di piena libertà, di guarentigie immutate, e in cui erano in contatto con gli agenti del secondo gruppo! (…) I Templari, costituitisi in ordine segreto, elaborano un piano che deve durare seicento anni e concludersi nel nostro secolo. I Templari erano persone serie. Quindi se parlavano di un castello, parlavano di un luogo vero. Il piano partiva da Tomar.» Umberto Eco, Bompiani, 1988, pp. 303-306.

Il nostro viaggio si conclude così tra leggenda e realtà in una terra che ha ancora tanto da svelare e che ci invita a nuove avventure.

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