Tombarola scomoda - Recensione - iPhone

Creato il 11 dicembre 2014 da Intrattenimento

Prosegue l'opera di riproposizione della serie Tomb Raider su mobile

È curioso notare come, già nel 1997, Tomb Raider II mostrasse tutti i principali segni della serializzazione videoludica moderna: aumento della spettacolarità attraverso nuove ed esotiche ambientazioni, aumento del ritmo di gioco con uno spostamento maggiore verso le sparatorie e, non ultimo, un ulteriore incremento delle caratteristiche femminili della già celebre protagonista, attraverso un arrotondamento generale delle forme e la presenza di nuovi costumi (leggi: ammiccante sessualizzazione di un'eroina/sex symbol). In ogni caso, come il primo capitolo, Tomb Raider II è un classico della storia videoludica, solo che sotto certi aspetti sembra non rientrare nella categoria "senza tempo", almeno in base a quanto emerge dopo un po' di sessioni a questa riedizione per piattaforme mobile. Il periodo storico in cui è uscito, d'altra parte, era particolare: con la travolgente avanzata della grafica poligonale, tutti i generi dovevano essere riconvertiti nel nuovo contesto tridimensionale e in un periodo di transizione del genere le meccaniche non potevano ancora essere troppo raffinate, anche a causa di sistemi di controllo non ottimizzati. All'epoca ci passavamo tranquillamente sopra, rapiti dalle meravigliose ambientazioni e dall'ottimo level design ma la struttura platform di Tomb Raider II continuava ad essere piuttosto rozza, nonostante Nintendo con il suo Super Mario 64 stesse già dimostrando al mondo come poter effettuare un passaggio alla terza dimensione non solo indolore, ma addirittura arricchente per il genere. Tuttavia la forza della serie si confermava altrove: nel coinvolgimento in grado di scaturire con il fascino delle ambientazioni e nelle sue atmosfere, facendoci calare all'interno delle grandi avventure della tombarola archeologa. Insomma, in un periodo in cui lo spostamento di un personaggio in un ambiente tridimensionale per un action game non risultava ancora ottimizzato, i controlli risultavano facilmente legnosi e purtroppo una tale caratteristica non può che risultare ulteriormente aggravata da un adattamento su touch screen.

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Lara modernizzata

È piacevole l'adattamento effettuato sul comparto grafico in questa nuova edizione di Tomb Raider II, con texture rielaborate e un aumento generale della risoluzione per calzare al meglio negli schermi Retina. La quantità di poligoni è quella e non è stata intaccata ma bisogna dire che la costruzione dei livelli riesce a risultare gradevole anche a distanza di quasi vent'anni. Da notare inoltre che questo Tomb Raider II comprende anche i cinque livelli aggiuntivi dell'espansione The Golden Mask ad arricchire il pacchetto. Il titolo gioca ovviamente sull'effetto nostalgico ma anche coloro che non hanno avuto modo di viverlo a fondo all'epoca della sua uscita (o successivamente) potranno facilmente farsi prendere dalle avventure dell'archeologa giramondo Lara Croft, in questo capitolo impegnata nella ricerca del mitologico Pugnale di Xian, una reliquia cinese in grado di trasformare gli uomini in draghi. Una ricerca che la porta a viaggiare dalla Cina a Venezia, passando da una piattaforma petrolifera fino al relitto sommerso di un'antica nave, in un continuo cambiamento di scenografie che mantiene alto l'interesse. Se da una parte non si può evitare di notare come la meccanica di Tomb Raider risulti ora un po' datata, basandosi su elementi che adesso possono sembrare scontati come l'esplorazione di ambienti tridimensionali, dall'altra il senso di sfida dato dalla necessità di trovare la strada da percorrere e calcolare precisamente i movimenti, abituati ormai all'accompagnamento costante tipico dei giochi attuali, risulta particolarmente stimolante. L'enorme problema di questo Tomb Raider II è il medesimo già segnalato per il primo capitolo, ovvero il sistema di controllo: replicando sullo schermo tutti gli input originali ci ritroviamo con (prendete appunti) una croce direzionale virtuale, un tasto per guardarsi intorno, un tasto per muoversi lentamente, un tasto per saltare, uno per estrarre l'arma, uno per sparare/interagire e uno per voltarsi in maniera repentina. Una plancia di comandi degna di Steel Battalion per controllare la corazzata Croft in grado di scoraggiare al primo sguardo anche i più volenterosi nostalgici.

Pro

  • Il fascino originale è ancora intatto
  • Ottimo adattamento del comparto grafico
  • Prezzo invitante

Contro

  • Il sistema di controllo è un ostacolo quasi insormontabile
  • La meccanica di Tomb Raider è invecchiata
  • Adatto soprattutto ai nostalgici

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