Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow (Berlino)

Creato il 08 febbraio 2013 da Olga

I should report that which I say I saw,

But know not how to do ’t.

(Macbeth)

Invidio coloro che negano quanto hanno sempre atteso, perché riconoscono che intanto il tempo è passato e non è più quello che desiderano. E’ lucida onestà, sicura consapevolezza. Dire a se stessi: “eh, quand’anche l’abbia ottenuto, ora ora come ora: chissenefrega, è andata, non è più tempo” Ripetersi: non è più quello che voglio non è più quello che voglio non è più quello che voglio.

It is a tale Told by an idiot, full of sound and fury, Signifying nothing. (la stessa)

Di Berlino, città meant to be the coolest in quest precis momento storico della nostra Europa, per noi youngest under 30 ma anche quelli giovani dentro fino a data da definirsi, ne hanno già detto tutti,  la mia opinione non arricchirà il mondo. Ma chi viene qui a leggermi mi ama  – o mi odia, che va bene lo stesso, al fine dell’andare su di un blog per

- la prima parola che ho imparato in tedesco è welt, mondo.

- i locali sono i più belli e casuali che abbia mai visto, e parlo di quartieri come Neukoelln.

- Ho visto il muro, ma soprattutto ho visto quello che sta di fronte al muro, cioè il tempo che passa.

- Sono entrata in un caffè perché avevo fame. Mi serviva la wifi, ho detto “mi può dire la password”. il barista mi ha risposto “karl1978″. Ho detto come si chiama la rete, si chiama come questo bar, ripete.  Come non sai come si chiama questo bar. Io faccio, beh, no. Dovrei? MI hanno chiesto di guardarmi attorno e di notare che è pieno effigie di qualcuno. Certo, Marx. (e intanto mi dico: sono in un bar che si chiama karl marx a Berlino est, mah). Io al barista dico di non sapere chi è Marx. Lo faccio per dispetto. Mi porta un uovo alla coque che è un uovo sodo. Prendo l’uovo e lo butto per terra, lo pesto e cerco di lasciare della tracce indelebili sul pavimento. Mi dice che fai. Io dico, niente, volevo rendere liquido questo ovatto sodo che doveva arrivarmi row. Mi dice oltre a non sapere Marx non sai che la solidificazione di un uovo è un processo irreversibile. No, no, no dico, non ne so niente.

Devo leggere di più, devo studiare, acculturarmi. Per fortuna ci sono bar con la barba di Karl Marx a ricordarmelo. (che tu schiavo barista prendi 5 euro all’ora per non sapere fare un uovo e per non sapere leggere il Capitale ecc). Concludo: “this is not the best service I have ever experienced in my life”. Mi dicono, di rimando “you ‘re not the best customer. “. Io rispondo, cosciente del fastidio che la risposta genererà “I pay, if I’m not the best client, I’m at least your favourite IDEA”. Ed esco. (la verità è che appena ho ricevuto l’uovo sodo invece che alla coque ho detto questo non è quello che volevo stronzi, ciao) (la vera verità è che ho mangiato l’uovo sodo col cucchiaino, per farglielo pesare – loro non se ne sono accorti).

- Nessuno parla in inglese, a parte un po’ quello del bar Marx. Non so se sono andata io nei posti meno turistici – e conoscendomi, può essere – ma ho avuto problemi a ordinare caffè. Una sera sono andata da un thai e ho preso una cosa a caso, per me e per il mio amico. Non accettano la carta di credito, mai.

- il Neue Museum è di sicuro uno dei 5 musei più belli che abbia mai visto, di sicuro per l’illuminazione, il rigore e il calore degli elementi disposti, ma anche la struttura. Poi a me piace Nefertiti. (tra i miei migliori mai visti vi metto il Museo Rodin di Parigi, il Marmottan che non so se esista ancora, il Museo di arte contemporanea di Dublino – quello con la stanza di Bacon ricreata –   e il Guggenheim di Bilbao)

- Amo i cassonetti che ritraggono band indie. Ma amo anche televisioni vicino ai cassonetti.

- A ballare sono andata allo Stattbad (wedding), una piscina comunale fatta costruire nel 1907 da Hoffman – ora luogo in cui organizzano le serate, mostre, arte ecc – un complesso culturale. Era un evento legato alla Transmediale, CTM, e ho pagato 20 euro. C’erano due “situazioni”, la prima con un vocalist (0_o), la pista in quella che (fu) la piscina, che andava digradando verso la postazione del diggei. La seconda, in quello che era il bagno turco: dubstep, gente, sudore, corridoi stretti. Lì mi sono fermata.  mio set preferito quello di Half girl/half sick.

-Mi sono accorta che la mia vita fa piuttosto schifo. Me ne sono accorta di notte, rincasando. Ma va bene, perché è il “piuttosto” che dà quella connotazione di noia, di normalità, e al contempo di ottimismo. E per cui ho deciso che dovrei fregarmene di tutto dacché tutte le vite fanno schifo. Mi sono comprata un anello per ricordamelo ogni qualvolta mi assalga la disperazione unita al fervore giovanile. Quell’anello mi darà la forza, e mi permetterà anche di inventarmi storie.

There would have been a time for such a word. Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow.

(sempre quello, ma non c’è una precisa correlazione, leggevo Macbeth in quei giorni)


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