Toniazzo Antonio detto Collesel

Creato il 14 novembre 2011 da Libereditor

Toniazzo Antonio detto Collesel fu Nicolò, da Vallonara di Marostica (Vicenza), contumace.
Accusa di contravvenzione all’art. 27 della Legge sulle Privative per essere stato trovato in possesso, sulla palude vicino a Campese, il 13 ottobre 1869, di kg. 1,500 di tabacco in foglia.
Sentenza del 30 aprile 1872: multa fissa di L. 51 e 10 di proporzionale, condonate l’11 ottobre 1877.

Collesel coprì l’intera distanza di venti chilometri su un terreno montuoso e con un carico di ottanta chili sulle spalle. Era orgoglioso, caparbio e stanco, ma si sentiva bene fisicamente. Mangiava e dormiva come non aveva mai mangiato e dormito in vita sua.
Forse per questo (e anche perché era ostinato e testardo) voleva dimostrare a se stesso che ce la poteva fare anche in meno tempo, decise di passare attraverso quella maledetta palude.
La superficie molle e sdrucciolevole della palude però cedette quasi subito sotto di lui, che s’impantanò precipitando a faccia in avanti. Il carico gli fece affondare la testa nel fango, ma scivolò da una parte senza spezzarsi il collo. Con tutti gli ottanta chili sulla schiena si risollevò sulle mani e sulle ginocchia, ma si bloccò e non andò oltre. Un braccio affondò fino alla spalla, portandogli la guancia sulla melma. E mentre tirava fuori un braccio, l’altro sprofondò quasi del tutto. In quella posizione era impossibile slacciarsi le cinghie e gli ottanta chili che aveva sulle spalle non gli permettevano di rialzarsi in piedi. Affondavano prima un braccio e poi l’altro e fece uno sforzo tremendo per trascinarsi fino al punto in cui era caduto, ma si esaurì senza avanzare e sconvolse talmente la superficie erbosa che una piccola pozza d’acqua cominciò a formarsi vicino alla sua bocca e al suo naso.
Tentò di rivoltarsi sulla schiena col carico sotto, ma i suoi sforzi ebbero l’unico risultato di fargli sprofondare entrambe le braccia fino alle spalle. Con pazienza ritirò lentamente un braccio dopo l’altro e poi li distese sulla superficie per appoggiare il mento. Subito dopo si mise a gridare aiuto e qualche minuto più tardi udì alle spalle un suono di piedi che affondavano nella melma. Erano il suoi salvatori che si avvicinavano…


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