Con qualche riga di commento ad ogni entrata della classifica cerco di recuperare, senza riuscirsi, tutto quello di cui non ho scritto quest’anno. Non è un modo per farmi perdonare, ma per ritrovare il piacere di parlare di cinema e se capita in occasione di una cosa frivola e con poco senso come una classifica chissene.
Come ogni anno i film presi in considerazione nella lista qui sotto sono quelli usciti nelle sale italiane tra 1/1 e 31/12 2012, mentre per quella orientale valgono tutte le pellicole prodotte o distribuite nel 2012, tra festival e sale in giro per il mondo.
Doveroso come sempre ricordare quei film che per un motivo (scarsa distribuzione) o per l’altro (pigrizia) non sono riuscito a vedere, ma che probabilmente avrebbero trovato un posto in classifica e che mi prefiggo io per primo di recuperare (plus: una frustata per ogni titolo mancato): Amour, C’era una volta in Anatolia, Cogan – Killing Them Softly, La guerra è dichiarata, Oltre le colline, La parte degli angeli, Un sapore di ruggine e ossa, Take shelter…..War Horse (!?!?)
Non troverete invece, e non per mie mancanze, alcuni film apprezzatissimi dalla critica ma, per una volta, non dal sottoscritto. Due su tutti: J.Edgar di Clint Eastwood la cui classicità mi ha francamente stancato e Argo di Ben Affleck, piatto e poco coinvolgente nonostante il bel montaggio finale.
Fuoco alle polveri e, alla facciaccia della crisi, vedrete l’Italia tutt’altro che in secondo piano quest’anno…
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1 - Bella addormentata di Marco Bellocchio (Italia/Francia)
2 - Quella casa nel bosco di Drew Goddard (USA)
3- Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana (Italia/Francia)
11 - Hunger di Steve McQueen (GB/Irlanda)
Uscito con “soli” 4 anni di ritardo in Italia, l’opera prima di McQueen racconta di Bobby Sands e del suo sciopero della fame per il riconoscimento dello status politico dei prigionieri dell’IRA. Un film suddiviso in tre atti ben distinti, che alle volte ha il retrogusto del saggio di cinema, ma il talento registico è lampante. Violenza fisica e psicologica che non lascia indifferenti e una rappresentazione del dolore umanissima ma mai pietosa.
12 – Shame di Steve McQueen (Gran Bretagna)
Film più narrativo rispetto a quello d’esordio e per questo forse meno riuscito. McQueen mostra tutto il mostrabile e oltre della vita di un erotomane patologico, ma sbanda proprio quando si tratta di tirare le fila del discorso. Almeno due scene da ricordare (grazie anche ad uno splendido uso diegetico della musica) e un Fassbender che si conferma attore dell’anno.
13 – Pina 3D di Wim Wenders (Ger/Fra/GB)
doc 3D d’autore, parte I. “Chi non danza è perduto”. Alternando gli spettacoli della compagnia di Pina Bausch ai ricordi dei suoi attori, Wenders riesce a far emergere la complessa personalità della coreografa/ballerina e al contempo tributarle un affettuoso ricordo (è scomparsa poco prima dell’inizio delle riprese). Magistrale uso degli spazi in favore del 3D per il più bel documentario sulla danza che io ricordi (forse è anche l’unico che ho visto però…)
14 – Cave of Forgotten Dreams 3D di Werner Herzog (Ger/Can/USA/Fra/GB)
doc 3D d’autore, parte II. La terza dimensione applicata al disvelamento dei più antichi affreschi rupestri al mondo. Filmati da Herzog. Con il suo commento. E i coccodrilli albini. C’è bisogno d’altro?
15 – Killer Joe di William Friedkin (USA)
Se pensate che questo regista è un over 75…beh, chapeau! Filmato con la cattiveria e la ferocia di un giuovincello, mette splendidamente alla berlina il sistema-america e la sub-umanità che “vive” nelle periferie, con una strizzatina d’occhio al noir e un’altra al pulp. Con un paio di scene già cult e un McConaughey nel ruolo della consacrazione.
16 – The Avengers di Joss Whedon (USA)
La formula perfetta del blockbuster d’intrattenimento, azione e ironia bilanciate in maniera magistrale: difficile chiedere di più per un film che era facilissimo sbagliare.
17 – Millennium – Uomini che odiano le donne di David Fincher (USA/Sve/GB/Ger)
Stanchi del best seller svedese? Beh, ricredetevi perchè Fincher ormai è una garanzia anche quando gira su commissione. Un film cupissimo e carnale (esemplificato dai titoli di testa): ritmo teso, azione e fasi investigative ben calibrate, un po’ di perversioni e una Lisbeth che non fa rimpiangere Noomi Rapace.
18 – Cosmopolis di David Cronenberg (Can/Fra/Por/Ita)
Film teorico, anche troppo e non mi riferisco solo al profluvio di parole utilizzato, ma soprattutto alla messa in scena: alla grandiosità dell’idea e a quello che c’è dietro, non corrisponde un uguale piacere per la visione, altrimenti si sarebbe trovato molto, ma molto, più su in questa lista. Vero tocco di genio scegliere Robert Pattinson per il ruolo del protagonista.
19 – Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan (USA/GB)
Chiusura degna della trilogia, ma un passetto indietro rispetto a quello che rimane il miglior blockbuster del nuovo millennio. Spettacolo per gli occhi, tematiche mature, fine intrattenimento, ma troppe cadute di ritmo e sbandate di scrittura. Comunque sia Nolan ha riscritto la storia del cine-fumetto per adulti.
20 - La regola del silenzio di Robert Redford (USA)
Non sempre il cinema di Redford mi convince (quasi mai per la verità) ma questo è un avvincente thriller giornalistico con tutti gli elementi al posto giusto, uno sguardo rivolto al cinema di Pollack e Lumet che non fa mai male e con il pregio di fare un po’ di luce su un periodo rimosso dal cinema americano: il ’68 e i movimenti di estrema sinistra.
Menzioni meritevoli: 007 – Skyfall, L’arte di vincere, Un’estate da giganti, J.Edgar, Argo, La talpa, Young Adult, Attack the Block, Chronicle, Lawless
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TOP 10 ORIENTE
1 – Three Sisters (San zimei) di Wang Bing (Cina)
2 – The Millennial Rapture (Sennen no yuraku) di Wakamatsu Koji (Giappone)
3 – Pietà (Pieta) di Kim Ki-duk (Corea del Sud)
4 - The Front Line (Go ji jeon) di Jang Hun (Corea del Sud)
5 – Harakiri – Death of a Samurai (Ichimei) di Miike Takeshi (Giappone)
6 – Shokuzai di Kurosawa Kiyoshi (Giappone)
7 - Thermae Romae (Terumae romae) di Takeuchi Ideki (Giappone)
8 - Moby Dick (Mo bi dik) di Park In-je (Corea del Sud)
9 – Dangerously Excited (Na neun Gongmuwon ida) di Koo Ja-hong (Corea del Sud)
10 – Outrage Beyond (Autoreiji: biyondo) di Kitano Takeshi (Giappone)