Top (20)14

Creato il 21 marzo 2015 da Eda

Anche quest’anno la classifica dei migliori (per me) venti film visti nelle sale italiane nell’anno solare 2014 e la top ten di cinema orientale recuperato nello stesso arco in tempo. In quest’ultimo caso, sono presenti anche pellicole vecchie di 1-2 anni che magari sono state presentate nei festival italiani o in home video quest’anno. Unica grande mancanza da segnalare tra i film usciti in sala e che non sono riuscito a vedere: Adieu au language di Godard.

1 – La storia della principessa splendente di Isao Takahata (Giappone)

Il tratto pittorico che richiama l’arte classica giapponese dagli emakimono in poi, una capacità di trasmettere emozioni per immagini unica nel suo genere, un (altro) capolavoro di un regista che ha fatto la storia dell’animazione. Il Taketori monogatari, la più antica storia giapponese tramandata in forma scritta a noi, è un modello di poesia per immagini semplicemente ammaliante che respinge i moduli della fiaba, e il target dei più giovani, con ritmi dilatati, ma capace anche di folgoranti accelerazioni, come nella scena della fuga della principessa, forse la gemma più brillante all’interno di un preziosissimo diadema.

2 – Boyhood di Richard Linklater (Usa)

Nell’ultimo film di Linklater scorre la Vita con tutta la sua forza, e non solo perchè il regista ha ripreso i suoi attori nell’arco di dodici anni, facendone uno dei più clamorosi esperimenti cinematografici degli ultimi anni. Con l’idea assolutamente vincente di assistere a pochi giorni di ogni anno di vita di ERIC dai 6 ai 18 anni, i grandi eventi, le svolte cruciali, rimangono fuori, solo suggerite, quello che rimane è la semplice quotidianità di una vita qualunque, di un ragazzo qualunque, ma che grazie al potere del cinema diventa uno dei più bei racconti di formazione (alla vita) del nuovo millennio.

3 – The Look of Silence di Joshua Oppenheimer (Indonesia/Dan/Fin/Nor/Gb)

Oppenheimer ribalta la prospettiva di The Act of Killing, fornendo un contraltare che va a formare un dittico documentaristico essenziale per la Storia e per il documentario dell’ultimo decennio. Qui seguiamo il fratello di una delle vittime del massacro cambogiano, i confronti con gli assassini mettono alla berlina la banalità del male, ma quando si arriva al confronto diretto tra le due parti si raggiunge la tensione dei migliori thriller.

4 – Il giovane favoloso di Mario Martone (Italia) – L’operazione è di quelle importanti: portare sullo schermo vita e opere di Giacomo Leopardi non è impresa facile e cadere nel ridicolo involontario sarebbe stato facile. Invece la grande interpretazione di Elio Germano e la regia partecipativa di Martone ci regalano un Leopardi che esce dai libri di testo per farsi carne, immerso nel suo tempo e avanti ad esso, con amicizie, amori e problemi molto umani, ma filtrati da uno spirito eccezionale. Da far vedere nelle scuole, e questa volta non in senso negativo.

5 – 12 anni schiavo di Steve McQueen (Usa/Gb) – Il regista inglese fa il grande salto a Hollywood con un tema alla moda (Lincoln, Django UnchainedSelma) e conseguente pioggia di Oscar, ma riesce a mantenere il suo stile al tempo stesso rigoroso e virtuosistico, regalando alcune sequenze da antologia come quella dell’impiccagione. Il realismo della messa in scena e la necessità di mostrare le violenze subite dal protagonista lo hanno fatto accusare di pornografia, io credo che restituiscano efficacemente una vita di soprusi riuscendo a cogliere in alcuni dettagli tutta la drammaticità della condizione degli schiavi. Peccato per il personaggio di Brad Pitt (produttore del film), assolutamente anacronistico e poco credibile.

6 – Si alza il vento di Hayao Miyazaki (Giappone/Ger/Ita/Fra) – Miyazaki si congeda (forse?) dai lungometraggi d’animazione con una delle sue prove più mature, compendio e allo stesso tempo superamento delle sue tematiche tradizionali, nel quale affronta la storia giapponese della prima metà del novecento attraverso gli occhi di un protagonista/alter ego che incarna le sue stesse passioni e regalandoci, infine, la migliore storia d’amore della sua cinematografia con il solito tocco lirico.

7 – Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmush (Usa/Ger/Fra/Gb/Cip) – Bisogna mettere da parte tutto il nostro cinismo contemporaneo per potersi godere il film più coraggiosamente romantico e decadente dell’anno. Con questa storia d’amore tra vampiri secolari ambientata in tempi moderni, Jarmush si fa cantore di un mondo perduto e di passioni fortissime che travolgono lo spettatore.

8 – Lei di Spike Jonze (Usa) – Fiaba futuristica in un mondo color pastello tra Shanghai e Los Angeles. Cos’è l’amore se ci si può innamorare di una voce, per giunta di un computer? Riflessione neanche troppo iperbolica su una società sempre più connessa e sempre più distante. Se suona banale è perché lo è, e per farne un grande film ci vuole infatti tutta la raffinata e contenutissima messa in scena di Spike Jonze e l’ennesimo grande ruolo dell acarriera per Joaquin Phoenix.

9 – Ida di Pawel Pawlikowski (Polonia) – Percorso di formazione duro e straziante nella Polonia di metà novecento. La Fede e la Vita che combattono nel corpo di una (inizialmente ingenua) aspirante monaca. Bianco e nero bellissimo, messa in scena impeccabile e inquadrature rigorose. In alcune momenti si subodora pretenziosità, ma la potenza del racconto ha decisamente la meglio.

10 – Mommy di Xavier Dolan (Canada) – Talento vero quello di Dolan, scoperto buon ultimo anche da me. Un melodramma kitsch e urlatissimo che normalmente mi avrebbe fatto scappare a gambe elevate, nelle mani del giovane regista canadese si trasforma in una storia toccante e profonda, inno alla diversità e all’imperfezione umana, capace di regalare alcuni momenti di grande cinema, grazie a un uso sapiente della musica e alla geniale trovata del cambio di formato.

11 – Il capitale umano di Paolo Virzì (Italia/Fra)
12 – Belluscone. Una storia siciliana di Franco Maresco (Italia)
13- Sils Maria di Olivier Assayas (Francia)
14 – Lo sciacallo – Nightcrawler di Dan Gilroy (Usa)
15 – Nymphomaniac (Vol I+II) di Lars von Trier (Danimarca/Ger/Fra/Bel/Gb)
16 – Maps to the Stars di David Cronenberg (Canada/Usa/Fra/Ger)
17 – The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese (Usa)
18 – Godzilla di Gareth Edwards (Usa/Giap)
19 – Locke di Steven Knight (Gb/Usa)
20 – The Lego Movie di P.Lord & C.Miller (Usa)

Menzioni meritevoli: MudUnder the skin, Due giorni una notte, PasoliniSmetto quando voglio, Dallas Buyers Club, Apes Revolution, Thermae romae, The Congress, Grand Budapest Hotel, Snowpiercer, A proposito di Davis, Guardiani della galassia, L’amore bugiardo – Gone Girl

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TOP 10 ORIENTE

1 – La storia della principessa splendente (Kaguya hime no monogatari) di Takahata Isao (Giappone)

2 – The Snow White Murder Case (Shirayuki hime satsujin jiken) di Nakamura Yoshihiro (Giappone)

3 – Fires on the Plain (Nobi) di Tsukamoto Shin’ya (Giappone)

4 – The Attorney (Byeon-ho-in) di Yang Woo-seok (Corea del Sud)
5 – The Raid 2: Berendal di Gareth Evans (Indonesia)
6 – Why Don’t You Play in Hell? (Jigoku de naze warui) di Sono Shion (Giappone)
7 – Black Coal, Thin Ice (Bai ri yan huo) di Yinan Diao (Cina)
8 – Tamako in moratorium (Moratoriamu Tamako) di Yamashita Nobuhiro (Giappone)
9 – The Terror Live (Deu tae-ro ra-i-beu) di Kim Byeong-woo (Corea del Sud)
10 – Snowpiercer di Bong Joon-ho (Corea del Sud)


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