Non vi consiglio di leggere oltre se avete una sensibilità religiosa troppo spiccata. Viceversa, se volete divertirvi un po', eccovi la lista delle cinque divinità che potrei venerare se sconfessassi il mio solidissimo (ehm) credo cristiano.
Che poi ci sarebbe da fare tutto un lungo discorso su certe contaminazioni del culto del Cristo con le tradizioni di religioni molto più antiche, ma non voglio scandalizzare nessuno, né dar vita a inutili flame. Quindi limitiamoci a un altro po' di lieto cazzeggio estivo. Ecco dunque le mie cinque divinità alternative. In fondo bisogna sempre avere qualcuno in alto a cui votarsi, no?
5. Quetzalcoatl
Derivazione: Azteca.
Portfolio: Il Dio della stella del mattino, simbolo di morte e resurrezione.
Motivazioni: Secondo alcuni studiosi il culto di Quetzalcoatl richiedeva sacrifici umani, secondo altri no. A me vanno bene entrambe le tradizioni, purché io non sia dalla parte della lama. È conosciuto come l'inventore dei libri e del calendario. Si racconta poi che Quetzalcoatl sia andato a Mictlan, il mondo sotterraneo, e che lì abbia creato il quinto mondo, quello del genere umano, dalle ossa delle razze che lo avevano preceduto, usando il suo stesso sangue per infondere alle ossa nuova vita. Un figo per definizione.
4. Morrigan
Derivazione: Celtica.
Portfolio: Dea della guerra, della sessualità e della violenza.
Motivazioni: Innanzitutto è la sua seconda sfera d'influenza – la sessualità – a destare una certo interesse. Anche perché, secondo certe rappresentazioni, Morrigan è anche una bella tipa. Da anche l'idea di essere una Dea con cui non ci si annoia, visto che patrocina battaglie, fantasmi e Aldilà. Si ritiene poi che la figura di Mórrígan sia sopravvissuta nella letteratura arturiana in quella di Morgana, sorella e amante di Artù, colei che ne stabilì la sconfitta e, dopo averne causato la morte nella battaglia di Camlann, lo condusse ad Avalon.
Tipetta affascinante, insomma.
3. Thor
Derivazione: Norrena.
Portfolio: Dio del tuono, figlio di Odino.
Motivazioni: Thor ci protegge dai giganti del ghiaccio, che infatti io non ne vedo da nessuno parte. Sulla sua figura hanno anche ritagliato un eroe della Marvel, il che lo rende una sorta di VIP tra le divinità. Come se non bastassero i suoi poteri naturali, possiede una paccata di artefatti magici, tra cui la cintura di forza, i guanti incantati e il leggendario martello Mjöllnir. Mentre Odino era considerato re degli dèi, il rosso Thor dalla fluente barba e dai possenti muscoli, era un po' più il dio degli uomini, infatti era molto amato dagli scandinavi, probabilmente più di Odino, tanto che i Vichinghi si definivano Popolo di Thor.
In altre parole è un Dio interventista: proprio ciò che serve quando si eleva una preghiera al cielo!
2. Inanna
Derivazione: Sumera.
Portfolio: Divinità del cielo, della terra e della fertilità, dell'amore ma anche della guerra.
Motivazioni: Affascinante Dea mesopotamica, spesso comparata alla babilonese Ishtar e alla greca Afrodite. In realtà Inanna ha un qualcosa in più, un'ambivalenza che la rende più misteriosa e “umana” rispetto alle colleghe appena citate. Non a caso esiste un intero poema, La discesa di Inanna, dedicato a questa Dea. Si tratta di un'opera complessa che descrive il viaggio della divinità negli Inferi; periplo che viene interpretato o come una raffigurazione del ciclo della natura, oppure come un raffronto col lato oscuro di ciascuno di noi, al fine di raggiungere un equilibrio perfetto.
Inanna governa infine gli eventi meteorologici e le emozioni fondamentali degli esseri umani, le passioni e le ambizioni. La Dea che riuscirei ad apprezzare.
1. Ra
Derivazione: Egizia.
Portfolio: Dio-sole, colui che completa o perfeziona.
Motivazioni: Ra divenne il Dio supremo del pantheon egizio a partire dalla quinta dinastia (2400 a.C.), scalzando metaforicamente a pedate i suoi predecessori. Già questo basterebbe a fare di lui un gran figo. Ra percorre ogni notte il mondo degli inferi su una nave reale, dove naviga lungo il Nilo celeste attraversando la Duat, superando Caos per emergere ancora una volta all'alba, trionfante.
Potentissimo è il suo occhio, che rappresenta il sole. È simbolo di salute, prosperità e potere regale. Da esso vengono tuttora ricavati amuleti protettivi che, secondo alcune tradizioni esoteriche, permettono anche di vedere nell'Aldilà.
Insomma, Ra è un Dio che concede power-up, venerato soprattutto da chi è di stirpe regale. Praticamente un must di cui vantarsi con gli amici. «Ehi tu, cattolico! Ma sai che io sono un cultista di Ra? Un upgrade di tutte le vecchie divinità!»
Scelgo lui.