Si parlava di questo piccolo gioiello l’altro giorno, in un posto del web che “non esiste”. Si diceva che da noi è praticamente impossibile trovare pellicole che trattino di argomenti così delicati in modo così leggero, quasi “evanescente”. Quasi Amici ci riesce alla grande, diverte e fa pensare. Il successo che ha avuto è stato strameritato.
Ne ho parlato QUA
Film durissimo sul mondo della celere, vista attraverso la lente deformante del cinema. Tratto dal libro di Bonini, è uno spaccato lucido e implacabile su chi dovrebbe proteggerci, difenderci e tutelarci. Sollima, il regista, era atteso alla prova del nove del lungometraggio dopo le due acclamatissime stagioni di Romanzo Criminale. La prova è stata ampiamente superata, a mio parere.
Ne ho parlato QUA
Sicuramente il film che ho atteso di più nello scorso anno. Sicuramente il film della trilogia che, dal punto di vista meramente emotivo (e soggettivo), è quello che ho trovato più bello e intenso. Nonostante i buchi di sceneggiatura, le cazzate lampanti e le falle abnormi.
Quello di Nolan non è il Batman del fumetto, ma una sua personalissima versione del Cavaliere Oscuro. Rimane però un vero e proprio spettacolo.
Ne ho parlato QUA
Altro pugno nello stomaco, al pari di Diaz. Anzi, una vera e propria gragnolata di pugni nello stomaco. Ricordo di essere uscito dalla sala arrabbiato, annichilito, umiliato. Soprattutto nello spirito. È una pellicola durissima e crudissima, dove non viene risparmiato nessun tipo di violenza. Si ripercorre la tragica incursione della polizia nella scuola di Genova nel corso del G8 del 2001, con annesse torture nella caserma di Bolzaneto. Terrificante.
Ne ho parlato QUA
Non ne ho parlato qui sul blog, ma il film dei fratelli Taviani è un capolavoro. Sarò anche di parte, dato che il Giulio Cesare di Shakespeare è una delle mie opere preferite, ma se non lo fosse stato, il giudizio non sarebbe stato diverso. Il nucleo centrale, il cuore del film non è nulla di nuovo o innovativo: l’arte, lo spettacolo, in questo caso il teatro diviene strumento di catarsi e di riscatto sociale per coloro che non possono avere una seconda possibilità in quanto criminali e carcerati. Coloro che interpretano i vari ruoli dell’opera shakespeariana infatti sono tutti condannati, anche a pene definitive e/o ergastoli.
“Da quanto ho conosciuto l’arte, questa cella è una prigione”, dice alla fine uno dei detenuti.
Perché il teatro, tanto nella rappresentazione finale sul palcoscenico, quanto nella messinscena durante le prove è la valvola di sfogo che fa volare le anime di coloro che sono dietro le sbarre, rendendoli liberi.
E poi ascoltare il Giulio Cesare in vari dialetti è davvero sublime.
Menzioni d’onore, doverosissime, per Reality di Garrone, inquietante; Emotivi Anonimi, brillante commedia francese; Drive, noir crudissimo e spettacolare.
Piccola nota a margine: si dice sempre che il cinema italiano è morto. A ben vedere, a voler (e saper) cercare, cose buone ne escono fuori tutti gli anni. Sempre. Non è un caso che tre dei cinque film che mi sono piaciuti di più nel corso del 2012 siano proprio italiani. Sarà che abbiamo maturato una sorta di ostracismo nei confronti del cinema nostrano?
E i vostri film più belli del 2012? Quali sono stati?